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Le grandi interviste di Serial Minds: Gesù!

Le confessioni di un inaspettato serialminder

di Diego Castelli | il 29 Aprile 2011 | 4 Commenti
Copertina Interviste

Cari amici, oggi abbiamo con noi un ospite d’eccezione. Ci ha scritto alcune volte, nel recente passato, sotto lo pseudonimo di Betlemme00@heaven.sky, e per un po’ non abbiamo capito di chi si trattasse. Poi, scoperta la sua identità, gli abbiamo chiesto di concederci un’intervista, vista la sua inaspettata passione e competenza nei confronti della serialità.

Non mi dilungo oltre, e vi lascio alle parole del nostro amico e serialminder onorario, Gesù di Nazareth.

SM: Innanzitutto, buongiorno e benvenuto.

GdN: Ciao a tutti, è un piacere essere qui. Detto che io, di base, sono ovunque.

SM: Grazie per aver trovato il tempo di rispondere a qualche domanda.

GdN: Grazie a voi, e anzi scusate se non siamo riusciti a organizzare prima, ma nel periodo pasquale sono pieno di impegni.

SM: In passato ci è già capitato con Xena, e ora ci tocca chiederlo di nuovo: come possiamo chiamarla?

GdN: Cominciamo col darci del tu, che non sono uno che si formalizza. Gli amici mi chiamano Totò, da Salvatore, ma parliamo della mia cerchia più stretta, massimo undici, dodici persone. Voi potete chiamarmi semplicemente Gesù.

SM: Bene Gesù, prima di tutto lasciaci dire quanto ci ha sorpreso scoprire che sei un nostro lettore.

GdN: Non è così strano: i telefilm sono da sempre una mia grande passione, e non dico “da sempre” così, tanto per dire. Aspettavo da secoli l’invenzione della tv.

SM: Questa è appunto una domanda che ci siamo fatti: nelle tue mail ci chiedevi notizie sul futuro di questa o quella serie, o novità sui progetti futuri. Non pensavamo che avessi bisogno di cercare informazioni sui blog.

GdN: Guardate, una volta era così. Poi è arrivato Lost, e nemmeno mio Padre riusciva a prevedere quale sarebbe stata la sorpresa successiva. Da allora abbiamo preso l’abitudine di non fidarci troppo della nostra onniscienza, e soprattutto di J.J. Abrams.

SM: Tra l’altro, il finale di Lost deve esservi piaciuto molto, considerando l’avvicinamento prepotente ai temi mistico-religiosi.

GdN: Stai toccando un tasto dolente, su cui io e Lui abbiamo molto discusso. Volete una Rivelazione?

SM: Prego.

GdN: Il finale di Lost in pratica l’ha scritto Papà. A Lui la serie piaceva moltissimo, ma era scocciato per la troppa scienza. Così una notte è entrato nella testa di Damon Lindelof e gli ha fatto sognare tutta la faccenda della fonte, il limbo, i fratelli legati a Bene e Male (una cosa che Lui fa sempre, tra l’altro) ecc. Io gli ho detto che non doveva interferire, ma è cocciuto, ha questa mentalità da Vecchio Testamento, sapete come sono le persone di una certa età. E capite che se mio Padre si mette in testa una cosa, quella è. In verità vi dico, se tuo padre è onnipotente, non ci puoi fare proprio niente.

SM: Quindi non è vero che gli autori avevano in mente quel finale fin dall’inizio?

GdN: Ma dai, vi pare che mollavano così tutta la storia della Dharma? E’ Papà che ha deciso, come con Widmore: “Quello fa il cattivo ovunque e muore sempre”, disse, “così sia anche qui”. Nel vero finale, pensato da Abrams, arrivava Spock e salvava tutti col teletrasporto.

SM: Diciamo che forse è stato meglio così… Ma quindi ci stai dicendo che tu non hai mai influenzato alcun telefilm?

GdN: No be’, qualcosina ho fatto anch’io, anche se correzioni molto minori. Ho fatto in modo che Joey scegliesse Pacey, ho cambiato il nome di Cold Case (all’inizio era Call Kaiser, e mi pareva volgare), e ho fatto scegliere Ellen Pompeo come protagonista di Grey’s Anatomy.

SM: Effettivamente il suo ingaggio ci pare ancora oggi un miracolo, o forse una maledizione.

GdN: Vi capisco, il problema è che non avete ancora finito di scontare la faccenda della mela e del serpente. Le regole sono regole.

SM: Ci stavi dicendo dei tuoi telefilm preferiti.

GdN: Io ho molto tempo libero, più o meno l’eternità, e quindi guardo un sacco di cose. Mi piace la fantascienza, anche perché io conosco tutto quello che esiste, e mi interessa vedere cosa vi inventate ogni volta per spiegare ciò che non capite. Comunque guardo anche le serie che approfondiscono le dinamiche generazionali all’interno della famiglia, perché mi ricordano la mia: il rapporto molto stretto con mio Padre (praticamente si può dire che siamo la stessa persona), il matrimonio della Mamma con un altro, il lavoro in falegnameria col genitore adottivo, ecc. Ah, e ovviamente seguo i telefilm dedicati al soprannaturale, su cui sono molto ferrato. Andavo matto per Buffy, ora non perdo una puntata di True Blood e Vampire Diaries. E ho adorato The Walking Dead. Questa cosa dei morti che ritornano vi mette proprio angoscia, e sì che lo sapete che prima o poi vi tocca! Io saprei anche la data precisa, ma non voglio spoilerare.

SM: A dirla tutta, credevamo ti piacessero cose meno… estreme, per così dire.

GdN: Per un po’ di sangue? Ma no, sono stato il primo a far risorgere la gente, e tenete conto che il corpo di Lazzaro non stava messo benissimo. Non mi scandalizzo mica…

SM: Probabilmente, e lo diciamo senza alcuna facile ironia, ti avremmo pensato spettatore di Settimo Cielo, o prodotti simili. Anche se lì, a ben vedere, i sacerdoti si sposano.

GdN: Guardate, a me Settimo Cielo non dà fastidio, e non mi preoccupa il fatto che il reverendo Camden sia un prete coi figli. In verità vi dico, una sbandata non si nega, fintanto che si prega. Il problema di quella serie è che dopo un po’ ti fa rimpiangere Pilato e la frusta: una noia spaventosa, dieci stagioni dietro a drammi adolescenziali e predicozzi. Ai miei tempi c’era la via crucis, voi capite che vedere lo sbarbato che si fuma lo spinello non è cosa che possa sconvolgermi più di tanto.

SM: Hai ragione, e anzi una cosa che stupisce è la mancanza di lunga serialità legata alla tua figura. Hanno fatto moltissimi film e miniserie su di te, ma pochi telefilm veri e propri, che non fossero cartoni animati per bambini. E sì che ci sarebbe molto materiale. Come te lo spieghi?

GdN: In effetti non me lo spiego, e anzi ne sono molto rammaricato! Perché voi forse non sapete che io all’epoca pensavo proprio alla lunga serialità.

SM: Cioè?

GdN: Lascia stare che non c’era la tv, ma io comunque avevo in testa un racconto a puntate. Per essere chiari: io volevo una seconda stagione di Vangelo. Siccome però avevo intuito che mio Padre non era convinto, usai l’ascensione, che poteva essere un finale definitivo, ma anche un bel cliffhanger. Vedendo poi che la mia Parola si diffondeva di brutto, pensai che non sarebbe stato un problema produrre un’altra stagione. Avevo già cominciato a pensare alla storia, con io che tornavo dal cielo perché sull’umanità incombeva una nuova minaccia. Una cosa abbastanza action, io e i discepoli impegnati a combattere il Male. Superpoteri, armate celesti, cose così. Oh, roba di classe eh, con un spessore psicologico tipo Heroes, non una cialtronata. Semplicemente, dopo tanto drama volevo un po’ di effetti speciali, anche se con la storia dei pesci e del camminare sulle acque avevo già fatto faville. In verità vi dico, predicare è un’arte, ma anche l’occhio vuole la sua parte. Insomma, ero pronto a ricominciare, ma a quel punto Papà mi fermò.

SM: Come mai?

GdN: Mi disse che la prima stagione era piaciuta un sacco, ma aveva sollevato tante polemiche, e la cosa gli spiaceva. Così decise di sospendere. Da allora siamo riusciti a produrre solo alcuni spinoff su santi e reliquie, qualche remake apocrifo della serie principale (che comunque esiste in quattro versioni, per questioni di diritti nella distribuzione internazionale), ma nessuna nuova stagione vera e propria. Se ci pensi, negli ultimi duemila anni mia madre si è fatta vedere molto più di me, grazie a questo format delle apparizioni. Per quanto mi riguarda, più che farmi scorgere qui e là da pastorelli e monache, preferirei tornare in grande stile, con un racconto compiuto. Sono due secoli che lavoro a Vangelo 2 – Homecoming, vedremo cosa si può fare.

SM: Il discorso si sta facendo affascinante, ma purtroppo lo spazio a nostra disposizione è finito. Pensi che potremo ancora parlare con te?

GdN: Voi abbiate fede, nel caso mi faccio vivo io.

SM: Un ultimo pensiero per i nostri amici serialminders?

GdN: In verità vi dico, se le serie non guardate, in paradiso non ci entrate. Le chiavi le ha Pietro, ma è casa mia, quindi…

 

Taggato con: diogesùlostSerie tvsettimo cielotelefilm



  • Namaste

    Un Gesù così serial-mind e soprattutto così autoironico non me lo aspettavo proprio, la prossima volta possiamo anche chiedergli cosa ne pensa del suo personaggio in South Park:-)

    Interessantissima comunque l’idea serializzata di Vangelo 2 (sono serio), t’inviterei Castelli a depositare alla SIAE, prima che ci pensi Showtime.

    Avrei infine una curiosità: visto che all’indice di SM non risulta gli siano mai stati dedicati articoli – il che mi fa supporre che non sia tra i vostri preferiti – a quando un recap di Lost?

    • Diego Castelli

      No no, Lost è tra i nostri preferiti senza dubbio. Ma è ancora uno degli argomenti più ampi e potenzialmente polemici della storia telefilmica recente. O si fa bene o non si fa. Ma prima o poi arriva…

      Intanto ci limitiamo a citarlo ovunque ;-)

      Tu “Smarriti” l’avevi letto vero? :-)

  • Namaste

    Sì, l’avevo letto, e mi aveva molto divertito (e mi aggiungo anch’io ai complimenti per il grafico dello screencap) ma, per piacere – mai post fu più azzeccato – non mischiamo sacro e profano: proprio l’altro giorno, facendo zapping, capito sulla finale dell’isola degli sfigati e sulle immagini di recap dell’edizione, voce over del commentatore italiano del “previously on Lost” ma quel che è peggio, utilizzo di “Life and Death” di Michael Gioacchino come commento musicale alle immagini. Stessa cosa che poi ho visto fare con le musiche di Dexter al GF. Giuro, avrei voluto rompere lo schermo oprendere gli autori a calci. Mi ha troppo intristito e fatto incazzare. Lost è Lost, possiamo riderne, scherzarci sopra, parlarne male, quello che volete, ma la banalizzazzione e mercificazione dei sentimenti proprio no. Quelle musiche hanno un senso solo per chi ha vissuto con quei personaggi per 6 anni, accostarle in qualche modo a ‘sti figati io l’ho vissuto come un sacrilegio. Quindi ben venga a questo punto l’articolo su Lost, proprio perchè, ne sono sicuro, ben ponderato.

  • AndreaC

    Straordinario Diego come sempre :-D

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