8 Luglio 2011 17 commenti

Magnum-Castelli-Fletcher: il triangolo che non ti aspetti! di Diego Castelli

Crossover e vita vissuta…

Copertina, I perché del mondo, On Air

Oggi vi racconto una storia un po’ particolare. Credo possa essere interessante, e spero mi passerete il fatto che è un po’ autocelebrativa. E per la cronaca no, il titolo del post è un po’ ammiccante, ma non ho fatto niente di torbido con Angela Lansbury. Che menti deviate che avete…

Veniamo ai fatti. La scorsa domenica, nella giornata finale del tradizionale Telefilm Festival di Milano, è stato proiettato un inatteso (e per i più sconosciuto) cross-over: quello tra Magnum P.I. e La Signora in Giallo, due tra i telefilm più amati degli anni Ottanta (e oltre). Un incrocio classico, nelle modalità che tutti conosciamo, con i due protagonisti che appaiono l’uno nella serie dell’altra, per la risoluzione di un complicato caso criminale che aveva bisogno di entrambi gli eroi della detection. Un cross-over, però, che ben pochi conoscevano: mai stato trasmesso prima in Italia. O meglio, di sicuro mai trasmesso in italiano, perché pare (dico pare, a me non risulta ma giungono informazioni oggettivamente contrastanti) che esista un’unica, oscura messa in onda sulla pay tv, anni fa, comunque in lingua originale.
Alcuni siti e riviste hanno deciso di dedicare qualche parola a questo piccolo evento vintage, raccontando la trama della storia incrociata e ricordando perché è giusto non dimenticare questi due mostri sacri. Quello che però non vi hanno raccontato è come si è arrivati a quella proiezione, il lavoro che c’è dietro. E per questo arrivo io, perché il merito dell’operazione è (anche) mio.
Che momento di arroganza…

Premessa importante. Di solito non ve lo sbandiero con troppa foga, che mi pare inutile e inelegante, ma chi è andato a leggere le nostre biografie lo sa: siccome Serial Minds ancora non genera introiti sufficienti al mio sostentamento, ora come ora lavoro con entusiasmo nella Redazione Cinema di Rete 4, occupandomi di film e serie tv. E adesso intuite anche come ho fatto a vedere Alcatraz ;-)
Bene, veniamo a noi. Magnum P.I. e La Signora in Giallo sono sempre stati divisi sulla tv italiana, benché provenissero dalla stessa rete statunitense (CBS). Il baffuto investigatore stava sulle reti Fininvest-Mediaset, mentre la Fletcher risolveva casi di omicidio su mamma Rai. L’anno scorso, però, per una serie di scadenze e acquisizioni che non vi sto a dettagliare, La Signora in Giallo è stata comprata da Mediaset, quindi tra qualche mese non la troverete più sulla Rai, bensì proprio su Rete 4.
Una volta ricevute le informazioni relative ai nuovi contratti, ho dato tutto in pasto alla mia collega Giulia, che nonostante la giovanissima età è una specie di groupie della Signora: alle volte mi spavento di quanto bene conosca quel telefilm, terminato quando lei aveva suppergiù dieci anni.

Fatto sta che la brava Giulia sta controllando l’elenco degli episodi, quando improvvisamente tira su un sopracciglio. Si muove sulla sedia, si mangiucchia le unghie, assume un’espressione prima concentrata e poi incredula, finché finalmente alza lo sguardo, con l’occhietto un po’ umido, e mi dice:
“Diè, qui c’è un episodio in prima tv…”
E io: “Come?”
Non è esattamente quello che ti aspetti da un telefilm così datato. Ma il bello deve ancora venire. Dopo qualche altro minuto di ricerca, Giulia scopre l’insospettabile: quell’episodio della Signora non è mai andato in onda perché in realtà è una “parte 2”, dove la prima parte è un episodio di Magnum P.I.!
Dopo essermi alzato per sorreggere Giulia, che a momenti mi sviene, un solo obiettivo si fa largo nella mia mente: dobbiamo avere quell’episodio!

Ulteriori ricerche mostrano la sfida che abbiamo di fronte: la puntata, dal significativo titolo di “Magnum on Ice”, non solo non è mai stata trasmessa dalla Rai (casa storica della Fletcher), ma non è nemmeno mai stata doppiata, né tanto meno è arrivata fisicamente nel nostro archivio. Non nego un momento di sconforto, visto che l’operazione pare troppo gravosa in termini di tempo e costi, per portare a casa quaranta miseri minuti di una serie così vecchia.

Ma tentar non nuoce, la fortuna aiuta gli audaci, e tutte quelle menate lì.

Per cui partono le telefonate. Il nostro ufficio commerciale ci conferma che sì, la puntata non è arrivata, non è proprio stata spedita perché a suo tempo non arrivava nemmeno alla tv pubblica, ma questo non significa che non faccia parte del nostro contratto. Quindi chiederla non solo è fattibile, ma è pure giusto. Alè!
Chiamo il doppiaggio. E qui la faccenda è seria, perché ci sono ulteriori difficoltà. In primo luogo, La Signora in Giallo ha la sua età, e non è detto che i doppiatori siano ancora abili e arruolati. In secondo luogo, il doppiaggio del corrispettivo episodio di Magnum (la prima parte del crossover) esiste, ed era stato fatto dall’allora Fininvest, che aveva mandato in onda l’episodio più volte (il fatto che sia stato trasmesso lasciando sempre in sospeso la storia, senza mai trovare conclusione, dovrebbe farmi inveire contro la mia azienda, ma per questa volta cercherò di conservare il posto di lavoro). In questo doppiaggio, però, la Fletcher ha una voce diversa rispetto all’inconfondibile Alina Moradei, sua storica doppiatrice.
Sono abbastanza titubante mentre compongo il numero di Sandro Fedele (l’avrete sentito nominare, in un sacco di serie compare la scritta finale “edizione italiana a cura di Sandro Fedele”). Mi aspetto un “no” secco, di quelli dispiaciuti, ma definitivi. Perché, mi chiedo, la nostra struttura del doppiaggio dovrebbe sbattersi per lavorare un prodotto che presenta tutte queste difficoltà, che forse nemmeno si può più toccare, e che di certo non diventerà un evento da prima serata?
Sorprendentemente, mi viene risposto un “aspetta che mi informo”. E io già sono stupito. Immaginate dunque la mia sorpresa quando, poche ore dopo, ricevo un’altra chiamata che, come nei film catastrofici in cui gli scienziati elaborano una folle idea per salvare il pianeta dal disastro di turno, dice: Ok, si può fare!
Sandro mi comunica non solo che il doppiaggio dell’episodio inedito della Signora è fattibile, ma che a questo punto vale la pena di ridoppiare anche il vecchio episodio di Magnum P.I., per dare uniformità al tutto, recuperando per quanto possibile le vecchie voci, prime fra tutte quelle dei due protagonisti, la già citata Alina Moradei e il bravissimo Natale Ciravolo. Io a momenti piango al telefono, Giulia continua a svenire.

Da qui parte una cavalcata piena di ostacoli, che io non ho seguito concretamente ma che può essere così riassunta: i nostri responsabili del doppiaggio, simili a impavidi eroi dell’antichità, vanno a recuperare quasi tutti i vecchi doppiatori (alcuni purtroppo sono passati a miglior vita) e si organizzano, tra Roma e Milano, per la grande impresa. Il problema più delicato riguarda proprio la signora Moradei, che è nata nel 1928, indi ha 83 anni, indi fatica a lavorare per ore e ore di seguito né può farsi chissà quali viaggi tra una sede e l’altra.

Nel frattempo, in attesa di sapere quando il nuovo doppiaggio sarà pronto, con l’idea di mandarlo in onda un giorno non meglio specificato dei prossimi mesi, io e Giulia andiamo a una riunione preparatoria del Telefilm Festival, in qualità di portavoce di Rete 4. Si parla di cosa proiettare, di quali anteprime ci saranno, di che ospiti sarà possibile invitare (per la cronaca, la star di quest’anno è stata Daniel Dae Kim, l’attore coreano già protagonista di Lost e ora nella squadra di Hawaii Five-O). Si parla di serie così recenti, che quasi ci dimentichiamo di quello che abbiamo tra le mani. Finché, fortunatamente, mi torna in mente. Alzo la manina e dico: “Noi avremmo un crossover tra La Signora in Giallo e Magnum P.I., che stiamo doppiando ora, e che sarebbe una prima visione assoluta”. Gli organizzatori fanno un sorrisone, e tirano su il pollice.

Ovviamente la necessità di arrivare in tempo per il Festival mette ancora più pressione al doppiaggio, che incappa anche in qualche problema tecnico, e che purtroppo non può far ringiovanire la povera Moradei. A noi della redazione non resta che aspettare con le dita incrociate.
Alla fine, a pochissimi giorni dall’ora X, il telefono squilla. E’ Sandro, che con voce visibilmente provata ma soddisfatta ci dice queste testuali parole: operazione crossover, completata!
Giulia sviene, e il resto è storia.

Sapete quanto ricaveremo, commercialmente parlando, da tutta questa faccenda? Quasi niente. Non è che al Festival l’hanno visto ottocento mila persone. E quando andrà in onda, in pochi si accorgeranno veramente che c’è qualcosa di diverso dal solito. Niente di male, è solo che il pubblico tipico di Rete 4 non ha l’età né la voglia per stare a fare troppi sofismi, e di certo non legge Serial Minds con continuità (non ridete, perché sono i vostri genitori e i vostri nonni: non si scherza coi nonni, sono persone anche loro!).
Quello che ci rimane, allora, è la consapevolezza di aver compiuto una missione da veri serialminder, suggellata dal logo “prima tv” su un episodio de La Signora in Giallo. Come andare da Mediaworld e trovare sugli scaffali l’ultimissimo lp dell’Equipe ’84.
Oh, non è che abbiamo segnato la storia della tv. Però, se permettete, son soddisfazioni! :-)

PS
Mi rimane un’ultima domanda: chissà che ha pensato la Moradei quando le hanno chiesto di doppiare un nuovo episodio della Fletcher, cosa che non faceva da quindici anni… Sarà stata contenta di ritrovare il suo personaggio più famoso? O avrà pensato “Gesù, ancora sta vecchia menarogna”?
Meglio tenersi un po’ di mistero, va…

PPS
Come vedete, l’articolo arriva a distanza di quasi una settimana dall’evento. Forse non ne avrei nemmeno scritto, perché parlare del mio lavoro a Rete 4 non mi piace: ho sempre paura che prendiate meno sul serio le mie analisi e i miei commenti, se pensate che potrei essere di parte. Cerco di non esserlo mai, ma il dubbio può sempre spuntare, persino in me stesso. Ma quando il Villa ha saputo che non stavo scrivendo niente di questa cosa, mi ha minacciato fisicamente. E io sono particolarmente pavido, quando si tratta di dolore fisico.



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