23 Aprile 2012 6 commenti

Serial Moments #23 – Dal 15 al 21 aprile 2012 di Diego Castelli

Riferimenti berlusconiani, puntate speciali, e ovviamente Dawson!

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ATTENZIONE! SPOILER IMPORTANTI DI FRINGE, E QUALCOSINA DI COMMUNITY E APARTMENT 23

E’ stata una settimana particolarmente densa. Tra il bel finale di stagione di Raising Hope, le sorpresone di Vampire Diaries e Secret Circle, l’esordio di Girls e chi più ne ha più ne metta, c’erano davvero tanti possibili serial moments. Purtroppo, però, alla fine bisogna scegliere, quindi cominciamo. Peraltro, il primo suggerimento è del Villa, che stavolta era troppo esaltato per rimanere dietro le quinte.
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5.Parks and Recreation 4×19 – Pillner for Pawnee
La premessa è che per me The West Wing è una mezza religione, l’unica serie di cui periodicamete rivedo degli episodi. Corollario: Bradley Whitford è una delle divinità di quel culto. Vederlo camminare e parlare nei corridoi del municipio di Pawnee nei panni del consigliere Pillner e osservarlo affrontare gli assalti di Leslie, quindi, è già emozione. Quando poi, a tradimento, la camera inquadra, sulla sua scrivania, un fazzoletto di carta incorniciato su cui c’è scritto “Pillner for Pawnee”, ci si scioglie. Perché è lo stesso fazzoletto incorniciato con scritto “Bartlet for America” che ha dato brividi su brividi in The West Wing. E allora ciao. Ennesimo colpaccio per Parks and Recreation. (MV)
 

4. New Girl 1×21 – Italici riferimenti
Serial Minds è apolitico, anche se i suoi fondatori hanno idee ben precise e completamente discordanti. Ma su una cosa non ci sono dubbi, come il web ha decretato più volte in questi giorni: Jess che intima a Nick di non portare a casa ragazze giovani, dicendogli “no bringin home college girls, Berlusconi”, è un serial moment inevitabile.

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3. Don’t Trust the B—- in Apartment 23 1×02 – Lezione di recitazione

Eh lo so, sono passati solo due episodi, e già passo per fanboy invasato. Ma aver avuto la conferma che Apartment 23 si mantiene su livelli così alti anche dopo il pilot ci ha tolto un gran peso dal cuore. E la lezione di recitazione tenuta da James Van Der Beek, con tanto di riproposizione di uno dei primi e più famosi monologhi di Dawson, è un serial moment grosso come una casa.
Per quelli di voi a cui è capitato di chiedersi “perché ho speso 6 anni della mia vita su Dawson’s Creek?”, la risposta ora è chiarissima: quegli anni sono serviti ad apprezzare appieno Apartment 23. E sono stati ben spesi.

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2. Fringe 4×19 – L’attesissimo episodio 19

Se n’è parlato per settimane, e alla fine eccolo qui: l’episodio 19, ambientato nel futuro, in un mondo in cui gli Osservatori sono passati da Eta Beta calvi e mansueti a Teschi Rossi nazisti e senza pietà. Un’ottima puntata, a mio modo di vedere, che avrebbe le potenzialità per fondare uno spinoff a sé stante. Ma non esageriamo, qui ancora dobbiamo capire se sopravvive la serie principale, non stiamo a favoleggiare. Impossibile scegliere un serial moment, bisogna prendere tutto il pacchetto, che comprende la sigla modificata, l’alone di leggenda costruito intorno alla “nostra” squadra Fringe, la guestarata di Henry Ian Cusick (per tutti i fan di Lost), il finale teneramente familiare (anche se moooolto telefonato). Meriterebbe un’analisi più seria di queste cinque righe. Purtroppo, mentre leggete io sono all’estero. Villa ci pensi tu? Dai sii buoni per i nostri amici che ci leggono.

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1. Community 3×16 – Dreamatorium alla massima potenza

Il Dreamatorium, la stanza dei giochi di Abed e Troy, è un luogo dove tutto può accadere, e che fin dalla sua prima comparsa ci aveva affascinato come una delle tante, ottime idee della banda di Dan Harmon. Eppure, questo luogo magico non aveva ancora mostrato tutte le sue potenzialità, che poi sono le potenzialità della mente di Abed. L’episodio 16 risponde a ogni domanda, sfruttando al massimo le risorse fantascientidiche del Dreamatorium e piazzando un’altra tacca nella lista di capolavori di questa serie ormai leggendaria. A ben guardare, in questa puntata non si ride nemmeno troppo. Non che Community solitamente punti alle risate sguaiate da sitcom classica, ma questa volta è andata proprio oltre, con un racconto oltremodo stratificato, che ha messo insieme la fantascienza, il consueto amore per le citazioni, e una densissima analisi della psicologia dei personaggi, prima di tutti il nostro amatissimo arabo pazzoide. Sembrava un film di David Lynch, solo più piacevole e meno egocentrico. Qui c’è troppo poco spazio per un’analisi seria…ancora una volta, tampinate il Villa di richieste di post mentre io cazzeggio tutta settimana! Bestemmierà, ma alla fine sarà contento.


PS: I serial moments di settimana prossima arriveranno un po’ in ritardo, ma voi abbiate fiducia, che poi mi metto in pari…
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