18 Maggio 2012 5 commenti

Vampire Diaries e Secret Circle – C’ di Diego Castelli

I semplice motivi per spiegare un rinnovo e una cancellazione

Copertina, Necrologi, On Air

La scorsa settimana The CW ha snocciolato i finali di Vampire Diaries e Secret Circle. Season finale il primo, con Vampire rinnovata per una quarta stagione, series finale il secondo, con lo show soppresso dalla rete dopo una stagione non disastrosa, ma in costante calo, e comunque mai paragonabile, in termini di dati di ascolto, ai successi della sorella maggiore. A ben guardare, non c’è nulla di così sorprendente.

L’ultimo episodio di Vampire Diaries è stato un vero puntatone, di quelli che ci piacciono tanto: un sacco di roba importante pigiata nei canonici 42 minuti. Questa è una delle migliori qualità della serie, da sempre capace di mantenere un ritmo molto alto, fatto di eventi-eventi-eventi, senza inutili indugi. Questo finale non è certo fatto eccezione, correndo tutto d’un fiato verso un finale potente, benché non del tutto inaspettato: la morte di Elena e il suo successivo risveglio come vampiro. Anche senza aver letto i libri, ce lo potevamo aspettare. Che poi non so nemmeno se nei libri succede, vabbe’.

Ciò che importa, però, è che questa trasformazione non è fine a sé stessa, ma avrà un impatto forte e credibile su quello che è il vero tema centrale della serie: il triangolo Damon-Elena Stefan.
Perché possiamo stare qui due ore a raccontarci di Klaus, di Alaric diventato la versione maschile di Buffy, di Katherine e Tyler ecc. – e già ci eravamo detti in passato che i mille risvolti narrativi legati alla famiglia di Klaus sono stati tirati fin troppo per le lunghe – ma sappiamo tutti che ciò che davvero importa alla maggioranza degli spettatori (forse dovrei dire spettatrici) di Vampire Diaries è l’evoluzione del romaticume tra la bella quanto noiosa doppelganger e i due vampiri dal cuore palpitante.
Ebbene, il finale di stagione ha lavorato molto su questo punto, dando anche delle risposte abbastanza chiare: malgrado l’attrazione evidente per Damon, Elena sceglie Stefan, perché è il suo primo amore, perché le dà sicurezza, e bla bla bla. Scelte decise che farebbero finire qualunque telefilm. Peccato che arrivi la succitata trasformazione, che cambierà inevitabilmente le carte in tavola: una Elena vampiro, investita da tutte le emozioni che questo comporta, non potrà che rimettere in gioco tutte le scelte fatte, senza contare che ora, liberata dall’incantesimo di Damon, ricorderà anche di averlo incontrato per primo. Sì perché siamo venuti a sapere anche questa cosa: che se tu e tuo fratello siete innamorati della stessa ragazza, quella tenderà a scegliere quello che ha incontrato per primo. Ehm…

L’efficacia della scrittura di Vampire Diaries è tutta esemplificata da questo risvolto: la serie rimarrà viva finché rimarranno credibili e appassionanti i contrasti amorosi di quell’unico triangolo. E in questo senso, vampirizzare Elena è stata una mossa clamorosamente azzeccata.

Sono proprio queste decisioni, precise e funzionali, che ci fanno capire la differenza, e l’insucesso, di The Secret Circle.
Perché le premesse erano buone: stessa rete, stessa origine letteraria (l’autrice dei romanzi è la stessa di Vampire Diaries), stesso genere paranormal-teen, stesso gusto per la densità degli avvenimenti. Ma nelle viscere della serie, nel suo nocciolo più profondo, che è facile trovare gli errori più gravi.

Stare a discutere dei singoli dettagli della trama è probabilmente inutile: le avventure vampiresche dei fratelli Salvatore sono scritte meglio, sono più interessanti, ma non è che in The Secret Circle non abbiano provato a creare un intrigo avvicente, né tantomeno mancano le sorprese.
Quello che manca, molto più banalmente, è un intreccio romantico valido come quello della serie cugina. The Vampire Diaries punta dritto su una delle tematiche più classiche e funzionanti della storia della narrazione rosa: una bella protagonista indecisa tra lo spasimante serio e rassicurante, anche se un po’ noioso, e quello bello e dannato, tanto affascinante e spiritoso quanto inaffidabile. E’ una storia vecchia come il mondo, che in Vampire Diaries ha trovato un’ottima resa scenica, anche grazie al carisma dei due attori scelti per il ruolo dei fratello Salvatore.
In The Secret Circle non c’è nulla di tutto questo. Se le figure femminili funzionano abbastanza (e sono tutte piacevoli da guardare), i maschi falliscono miseramente. La scelta di Thomas Dekker per interpretare Adam si rivela disastrosa: non abbastanza bello, non abbastanza figo, non abbastanza simpatico. E poi ha la testa troppo grossa rispetto al corpo.
Non fa meglio Chris Zylka, mascellone fisicato, ma anche lui troppo serio e monotono. E poi sembra Big Jim. Tutti presi da cristalli e circoli magici, gli autori si dimenticano che senza una storia d’amore che faccia sognare le giovani spettatrici, una serie come questa non va da nessuna parte. E non c’è verso che Adam e Jake possano essere paragonati a Damon e Stefan, personaggi molto meglio definiti, più precisamente differenziati, e assai più divertenti (in VP, Damon è portare di un’ironia preziosissima di cui in Secret Circle non c’è alcuna traccia).

Insomma, la morale è che anche coi teen drama, che sembrerebbero tanto più facili da scrivere rispetto a un 30 Rock o a un Game of Thrones, bisogna saperci fare. Nemmeno le quattordicenni americane sono completamente imbecilli, e sanno bene quello che vogliono. E questa stagione il verdetto è stato quasi unanime: “più vampiri e meno streghe”.



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