27 Novembre 2012 1 commenti

The Last Weekend – Il miglior pilot dell’anno di Marco Villa

E alla fine arrivano gli inglesi e ci piazzano il pilot che ciao

Brit, Copertina, Pilot

Ve la ricordate Marchlands? Storia di fantasmi e misteri in una casa di campagna inglese, con una storia raccontata seguendo diversi piani temporali, a distanza di anni l’uno dall’altro, ma pieni di legami tra di loro. Una serie bellissima, quattro puntate di una tensione potente. Se non avete visto Marchlands, recuperatela perché merita. Se invece l’avete vista, sappiate che The Last Weekend potrebbe darvi grandi soddisfazioni.

In The Last Weekend (in onda per tre settimane a partire dal 19 agosto scorso su ITV), non ci sono fantasmi, ma c’è una casa di campagna e c’è una certa tensione. La storia: Ian e Ollie sono amici dai tempi dell’università, ma tra di loro c’è un rapporto molto strano, caratterizzato da una forte competitività. Ollie è un avvocato di successo, Ian studiava legge, ma ha mollato e fa il maestro alle elementari. Ollie è straricco di famiglia ed è diventato a sua volta molto ricco, in più convive da secoli con Daisy, la bella dei tempi dell’università ed ex dell’amico. Ian è sposato con Em, donna fantastica ma molto distante dalla bellezza di Daisy. La faccenda di invidie e odi sotterranei più o meno sopiti ha bisogno solo di un pretesto per esplodere e questo pretesto è un weekend a doppia coppia nella casa di campagna affittata dai due ricconi.

Quindi: due amici che sotto sotto si ucciderebbero per dimostrare all’altro di essere superiore, una donna contesa, una che – poretta – si sa già finirà triste e solitaria. In sè la situazione è interessante e promette tensione di suo, poi gli autori di The Last Weekend ci mettono un carico ulteriore: Ian è infatti attivo anche come narratore, che, presente in video e non solo in voice over, ci tiene a mettere in guardia gli spettatori sul fatto che le cose finiranno male.

The Last Weekend è qualcosa che ti tira dentro secondo dopo secondo. L’inizio è facile: Ollie e uno stronzo, Ian è il bravo ragazzo. Facile capire per chi fare il tifo. Ora non sto a spoilerarvi nulla, non temete, ma sappiate che arriverete alla fine della prima puntata con una voglia enorme di sopprimere quello che pensavate dovesse essere il vostro eroe.

La sensazione, infatti, è che The Last Weekend abbia scelto una strada difficile, ma molto molto interessante, ovvero quella di mettere in scena una storia in cui entrambi i protagonisti sono degli stronzi colossali. E non è una cosa da poco: spesso ho parlato male di serie in cui si finiva per odiare fin da subito tutti i personaggi, ma in questo caso la scelta sarebbe voluta e ovviamente questa cosa piace molto a Serial Minds. Anzi, piace moltissimo.

Anche perché la presenza del personaggio narratore, in questo caso, non è un trick degli autori per prendere per mano gli spetattori, ma un elemento per creare più tensione e forza narrativa e anche questo va premiato. Mettiamoci pure la solita, perfetta accoppiata fotografia + regia da serie inglese ed ecco che, magicamente, The Last Weekend diventa il miglior pilot visto quest’anno. Sì, l’ho detto. È vero, non è che ci volesse molto, ed è vero anche che ci arriviamo con tre mesi di ritardo, ma giunto a fine novembre non pensavo di poter trovare qualcosa di entusiasmante. E invece. E invece ecco The Last Weekend. Guardatelo. I sottotitoli li trovate su Subsfactory.

Perché seguirlo: perché è il miglior pilot visto quest’anno. Ve lo dico per davvero. Vi fidate? E poi sono poche puntate, gli inglese non sbrodolano e puntano al sodo.

Perché mollarlo: perché non c’è un personaggio in cui identificarsi e senza la divisione schematica buoni/cattivi proprio non ce la fate.



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