24 Gennaio 2013 6 commenti

Utopia – Cospirazioni, diavoli e conigli. Da non perdere. di Vale Marla Morganti

Una sbrodolata di parole e complimenti per una miniserie che promette più che benone

Brit, Copertina, Pilot

BOMBA. Non ci sono altre parole. Bomba perché è esplosivo, ma anche inaspettato. Avevo letto qualche giorno fa qualche informazione su una nuova serie, chiamata Utopia, ma come molte cose mi entrano da un orecchio e mi escono dall’altro. Soprattutto quando non catturano la mia attenzione, in primis per il tema: cospirazione, benché, a ben pensarci, gran parte delle serie nel mio palmares girano intorno a questo tema, io se sento la parola cospirazione la evito. Sarà perché son troppo buona. Ma poi me ne innamoro. Sarà perché in realtà sono falsa, opportunista e meschina. Tralasciando le elucubrazioni sui perché e sui benché di Marla, torniamo a quelle di Utopia. Iutopia… è anche questo nome che non mi attirava, forse perché è un nome corto, poco acchiappante, ma basta pensare ad altri capolavori come Lost e Fringe, in confronto con il lunghissimo (solo di nome) Flash Forward, e direi che la proporzione è fatta.

Va bene la smetto con le mie introduzioni sbrodolose e autoreferenziali e passo alla ciccia. E in Utopia la ciccia è tanta e colante. Partendo dalla sinossi nuda e cruda, la serie che ci troviamo ad analizzare è una cosiddetta conspiracy. Il tutto parte da una graphic novel “The Utopia experiments”, piuttosto di nicchia e  piuttosto fanatizzata e ricercata. Alcuni dei protagonisti si conoscono perché fruitori di un forum di cultori della graphic novel (geniale la messa in scena della loro chattata), la prima regola del quale è “non ci si incontra”. Ma come resistere all’appuntamento dato da Bejan, uno dei cinque fan, che promette di potare al tavolo la seconda, ricercatissima e misteriosissima, parte dell’opera. Il problema è che pare non siano i soli ad avere un morboso interesse per il libello in questione. Due loschi figuri si aggirano per le torbide strade inglesi ammazzando gente apparentemente a caso, ma in realtà in qualche modo (alcuni in modo sfigato) connessi con Utopia. Part Two. Questi cattivoni girano con maschere a gas, pesanti tubi di metallo spaccatesta, un borsone giallo, strumenti di tortura e un pacchetto di cicche, e cercano anche Jessica Hyde, che, per assonanza al suo cognome, sembra nascosta e introvabile. La Fabrizio Corona della situazione, diciamo. Infine il terzo filone, principalmente legato al Ministero della Salute e ad approvazioni di vaccini contro svariate malattie, della serie decidiamo che vaccino comprare così saprete di cosa vi ammalerete. E qui viene il bello, perché la graphic novel proprio di scienziati, patti con il diavolo e cospirazioni internazionali tratta. Quindi ça va sans dire che questi filoni a ora un po’ sfilacciati troveranno di certo il modo di convogliare in una grandissima cospirazione globale nell’arco delle prossime 5 puntate.

Raccontata così forse è poco appealing, ma che volete recensisco, non sono ahimé sceneggiatrice. Ci riprovo con più convinzione. Ci sono ministri, segretari di ministri, puttane russe, spie, giochi di spie, cospirazioni disegnate su carta e reali, furti con omicidi plurimi, scassi con omicidio, l’ultraviolenza stile Arancia Meccanica che non guarda in faccia nessuno nemmeno i bambini, bambini ispirati dall’ultraviolenza, ci sono maschere a gas e maschere di paura, acuto sarcasmo e tagliente ironia, c’è l’atmosfera cruda delle nostre amate serie inglese, c’è una regia riguardevole, una fotografia da chapeau, una colonna sonora (penso originale) che fa da contrappunto a una narrazione ricca, ci sono scene pulp, scene splatter, interrogatori alla Tarantino (azz già citato due volte), c’è tanta cattiveria, soprattutto gratuita (per ora). Tante cose che ci piacciono quindi. Tante tante.

Va bene lo so quando c’è da farsi prendere dall’entusiasmo sono inarrestabile. Mi sono persa via qualche elemento nel percorso, del tipo qualche pezzo della trama, ma che ve la racconto a fare? L’imperativo è guardarlo, almeno la prima perché vabbè lo si sa gli inglesi li si ama o li si odia, e io… beh devo dirlo? Poi mi sono dimenticata gli attori, gran bel cast sia dal punto di vista dei personaggi sia dei loro interpreti, tra gli altri Nathan Stewart-Jarrett (il Curtis del nostro ultraadorato Misfits), Paul Higgins, Alexandra Roach, Adeel Akhtar. Ah poi c’è anche un coniglio che compare, e quando c’è un coniglio c’è di sicuro qualcosa di interessante sotto. Magari c’è Jessica Hyde, che dove è finita, ma soprattutto chi sia, se lo chiedono un po’ tutti pare.

Argomenti fringe, lost, misfits, utopia


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