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The Following episode

Chi crede ancora alla lotta tra Bene e Male?

di Vale Marla Morganti | il 15 Marzo 2013 | 13 Commenti
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Evviva, ora tocca a me parlare di The Following, a metà della prima stagione, dopo che le penne di spessore di Serial Minds hanno detto la loro. Ovviamente sono la meno attendibile, ma dato il rapimento che provo per questo telefilm-seriale-americano-di-FOX-stile-conspiracy (eh sì ormai è un’epidemia vedi Utopia, Homeland, House of cards, ecc) ho deciso di sobbarcarmi con estremo gaudio l’onore di dire anche la mia su Ryan Hardy e la sua inconcludente crociata contro Joe Carroll.

Pensandoci mi sembra un po’ come la storia di Lupin III e Zenigata. Le caratteristiche di base ci sono, anche se nel manga siamo più legati al malfattore mentre in The Following – a meno di non essere a nostra volta psicopatici assassini – pendiamo un po’ di più (ma giusto un po’) dalla parte dei poliziotti. Anche se trovo che Joe Carroll non possa che essere considerato un personaggio affascinante. Si dice che geni e serial killer hanno lo stesso profilo psicologico, e Joe Carroll è decisamente un serial killer geniale.

Una delle cose che più mi aveva rapita all’inizio della serie era proprio questo, l’idea dell’assassino letterato che vuole scrivere la sua opera sporcando d’inchiostro la realtà. Forse nelle prime puntate era più marcato questo aspetto, poi è semplicemente diventato reale. E dai pochi ma efficaci adepti di Carroll, che lo aiutavano a scrivere i primi capitoli del suo personale romanzo, siamo arrivati a metà della stagione con un cospicuo esercito, composto da fondamentalisti di libri, sangue e lame.

E’ inquietante, certo. Potrebbe sembrare eccessivo, forse. E’ quello che ho provato io, almeno. Tra l’episodio 6 e 7 ho avuto una battuta d’arresto. Nonostante l’estrema ansia e la persistente suspense – nel senso che anche in ufficio in pausa pranzo con svariate persone e le luci accese mi trovo a urlare e imprecare – mi son detta “ora è troppo”. E’ troppo facile inserire gente che uccide a caso, che lo fa per il gusto di farlo e di compiacere un pazzo schizzato che, a ora, non abbiamo ben capito come abbia fatto a impressionare e raccogliere intorno a sé un così vasto numero di persone che credono in lui e nel potere di togliere la vita, immotivatamente. Ovvio che ne viene fuori qualcosa di impatto, ma anche di sopra le righe.

Quindi anch’io, come tanti detrattori della serie, ho avuto il momento di scoramento. Però devo dire che la 8, “Welcome Home”, mi ha fatto un po’ tornare ai patemi giustificati delle prime puntate. In primo luogo non abbiamo visto Claire, personaggio che a me un po’ irrita, e poi c’è stato l’attacco a Weston, personaggio che invece adoro. Ovvio che lo sai che alla fine Weston non deve morire, però intanto abbiamo visto come la setta è molto più avanti dell’FBI, visto che il giovincello era l’unico che sapeva, ma nemmeno Ryan sapeva che lui sapeva.

Penso che una delle forze di The Following sia questa, la lotta tra il sapere e il non sapere. Suvvia, siamo ormai nel III millennio, il 3.000 d.C. è dietro l’angolo, non ditemi che vi fate ancora infinocchiare con la lotta tra il Bene e il Male. Non ci sono parti da prendere in The Following, c’è solo da attendere il following episode (scusate la bassezza letteraria ma era troppo invitante). C’è solo da credere nei due Kevin, Williamson (perdinci dalla sua mente è uscito Dawson’s Creek, più conspiracy di quello…) e Bacon (che non so mai che film ha fatto, però credo anche in lui).

So che ci sono dibattiti ancestrali intorno a The Following, ma ahimé ne sono completamente estranea. A me la televisione piace guardarla (serie americane/britsh/fatte bene in particolare e Geordie Shore), e anche se riempio le pause pranzo/sigaretta e le serate parlando e sparlando con amici, di qui a partecipare a crociate (specie le crociate “contro”) ci sta un bell’abisso. Forse perché ho un’idea semplice in mente: se non vi piace, se non siete riusciti a guardare nemmeno il pilot, se ci avete provato ma che schifo, gli attori sono cani, la trama non regge, Carroll è un pazzo psicopatico quindi è inconsistente fare una serie sui suoi deliri, che noia, mamma mia il bambino chi è un incrocio tra McGyver e il bambino del sesto senso, ma Claire proprio quello si doveva sposare, Emma è proprio una gran vacca, pazza e zozza, oh cazzo ma il triangolo Emma-Paul-Jacob a me piaceva perché l’han fatto finire lì, oppure no, era ridicolo nemmeno dovevano farlo, be’ allora, cari followers seriali, non state qua a farvi del male con Mr Carroll e Mr Hardy, di serie ce ne sono a iosa. Lo dico per voi. Per quanto mi riguarda c’è troppa ciccia sulla brace per non dare fiducia. Ok, concordo che alcune scelte possano essere troppo ardite e dunque emotivamente fastidiose, non perché cruente ma perché apparentemente immotivate o finite in fretta a tarallucci e vino dopo averci ricamato trame, ansie e ghirigori. Sono piccole pecche che dal mio umile punto di vista non tolgono forza a un prodotto da smile verde fluorescente e lampeggiante. Suvvia non esiste la serie perfetta: gli errori, le leggerezze, le visibili mancanze ci sono sempre, specie se uno si pone l’obiettivo di trovarle, come quelli che fanno i montaggi video con tutti gli errori degli Avengers (questa me l’ha suggerita il Castelli che è fumettaro). Ma quando in una puntata di pura adrenalina Hardy arriva nella villa nel bosco, riesce a entrare in casa, vede il piccolo Joel nel quale rivede Claire (e di certo il pacemaker stava anche faticando), c’è emozione, c’è empatia, c’è fiatone… ma a chi viene in mente di criticare il fatto che un detective dell’FBI non dà mai le spalle alla porta?! Ma chissenefrega, ero impegnata a sobbalzare! Se veramente vi soffermate su queste sottigliezze non avete capito lo spirito di The Following, e allora è giusto che passiate le giornate e fare le pulci a ogni episodio.

Ora, se non siete già impegnati a fare una bambolina voodoo con le mie sembianze, lasciatemi chiudere con il botto… mi prendo anche l’onere e l’onore, il permesso e la giuoia di andare contro il Villa che parlava di un basso profilo del cast, che invece a me convince in pieno. E poi Kevin Bacon non ha la scorbuticheria, è solo che Claire è da un po’ che non gliela dà. Poi vabbè si sa che io ne so meno del Villa, quindi scegliete voi da che parte stare… però, sappiate che io sono bionda e buona, lui è roscio e cattivo! Vi aspetto al The Following episode!
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Taggato con: james purefoykevin baconKevin Williamsonthe followingthe following serie tv



  • [c]*

    nulla da dire, in effetti se si parla di puri gusti the following ha tutto per piacere.

    se parliamo di dialoghi, scrittura, regia, fotografia, resa televisiva, sembra uno sceneggiato con la patina degli anni ottanta di quelli che di solito mandano in onda solo sui voli interni canadesi. ma appunto, invece son gusti.

    personalmente preferisco “squadra speciale cobra 11”. mi siedo, non mi importa se danno le spalle alla porta, né che recitino tutti come cani, o che il miscasting sia totale, esattamente come in the following. però è emozione vera. ed a parità di inespressività e talento recitativo, la donna tedesca mi fa anche più sangue.

  • Namaste

    Io invece rimango uno dei più convinti detrattori, sebbene anche a me non piacciano le crociate. Se poi pensiamo che queste servivano a convertire, che qualcuno oggi senta la necessità di inculcare le proprie idee su una serie televisiva anche agli altri come se fosse una sorta di missione, può solo far sorridere i più. Ciò non toglie che in un luogo come questo – che nasce ANCHE con l’idea di educare i suoi lettori ad una più “corretta visione”, recensendo magari quelle serie che meriterebbero maggiormente di essere seguite mentre altre abbandonate – gli scambi di idee tra i lettori, o tra i lettori e gli stessi recensori- educatori, possano diventare, in qualche caso, parecchio accesi. E’ successo in passato anche a me su queste pagine, per esempio con “Homeland”, e proprio con [c]* (un utente con il quale è volata qualche parola di troppo, me ne scuso adesso, ma più che altro per il giudizio affrettato sulla persona) e succede con tanti altri telefilm per cui tutti noi sentiamo ogni tanto il bisogno di dire “non sono d’accordo”, “ecco invece come la penso io”.

    Questo discorso però rischia di decadere nel momento in cui, nello spiegare il proprio punto di vista sui meriti oggettivi di una serie, viene aggiunto che “se non vi piace non guardatela”, che va anche bene finché lo dico io che sono un semplice lettore, quando però quell’invito proviene dal redattore di un articolo che vorrebbe evidenziare i pro di una serie, si pregiudica a mio avviso ogni eventuale tentativo di confronto. Mi pare ovvio che se i commenti valutativi arrivassero solo dalle persone che lo guardano perché lo apprezzano, mentre tutti gli altri possono anche fare a meno di guardarlo (senza quindi avere gli elementi per commentarlo), luoghi come questi non avrebbero più senso di esistere.

    Ognuno può scegliere di guardare una serie per i più svariati motivi, che spesso niente hanno a che fare con il semplice piacere di guardarla. C’è chi, come voi di “Serial Minds”, deve farlo per lavoro e chi, semplice utente, perché ci vede un irrinunciabile guilty/trash/hate/maso-pleasure o chiamiatelo come volete, senza però che per questo sia costretto a giustificarsi con altri e senza, per esempio, vederlo costretto ogni volta a lanciarsi in improbabili paragoni con altre serie per spiegare i propri gusti “elitari”, del genere “guarda che io seguo pure Mad Men! Di TV ne capisco!”. C’è TV da evasione e TV più impegnativa. E seguire l’una non esclude che si possa apprezzare anche l’altra. Poi qualche puntata di “Geordie Shore” l’ho vista anch’io, seguo “Masterchef” con la stessa partecipazione e hype alle nuove stagioni che dedicherei a “Game of Thrones” e continuo a guardare anche roba come “Grey’s Anatomy” (anche se lì, c’entra un mezzo ricatto-ritorsione della mia compagna per tutte le volte che l’ho costretta a seguire “Lost” o Sons of Anarchy”). Ma tutto questo, cioè i propri gusti televisivi o di altro tipo, non servono in alcun modo ad avvalorare la bontà del proprio giudizio. Non è che se non apprezzi “The Following” è perché sei abituato a “ben altro”, mentre se ti piace è perché sei abituato alle trashate (1/2)

  • Namaste

    Ogni serie e ogni genere televisivo fa storia a sé. “The Following” non piace o può non piacere ad una discreta fetta di pubblico (che non saprei nemmeno quantificare), compreso quello che per svariati motivi continua suo malgrado a seguirlo, semplicemente perché è scritto e fatto male. E senza dover ogni volta trovare il pelo nell’uovo, basterebbe la già premessa: l’idea di un serial-killer che tramite il suo presunto carisma riesce a convincere un nutrito numero di persone – compresi poliziotti di contea, sceriffi, e molto presto la stessa FBI (perché figurati se non mettono l’infiltrato anche là) – a commettere degli omicidi in nome di una sempre presunta e non meglio approfondita estetica della morte è semplicemente assurda. Lo è senz’altro per quelle che sono le modalità con cui questo avviene nel telefilm: qualche mail scambiata dalla prigione, qualche dialogo in parlatorio, una sporadica pacca sulla spalla e la povera mente manipolabile è subito convertita. Oh mai che sia incappato in qualcuno un po’ sano di mente che “ma perché non te vai a fanculo?”. Sono tutti idioti? E come fa a trovarli? Nel registro dei ritardati? Ok, in quel caso, bravo tu che sei riuscito a scovarli e a convincerli con due paroline. Ma allora non me li dipingere come menti geniali e diaboliche.

    Mi rendo conto del mio tentativo risibile di dare una spiegazione logica per un prodotto di chiaro intrattenimento ma se c’è una cosa che Showtime, Hollywood e la cronaca nera ci hanno invece insegnato, è che i serial-killer, tranne casi abbastanza sporadici, quasi mai agiscono in gruppo o seguendo le direttive di altri serial-killer. L’omicidio seriale, anche quello che nasce come emulazione, ha sempre origine da motivazioni più personali. 7 anni di Dexter saranno pure serviti a qualcosa, no? Sappiamo che si individuano delle vittime e le si uccidono seguendo un proprio piano, che per riuscire dovrà essere meticolosamente programmato. Serve insomma il bernoccolo, un po’ d’ingegno. Super-intelligente o super-stupido, ma non entrambe le cose, a meno che non ti chiami Pacciani.

    Poi il discorso degli accoliti, dei compagni di merenda, e della setta, lo posso anche capire. Non particolarmente originale e già visto altre volte in “CSI” (lì era Haskell, il serial-killer delle coppiette, nemesi di Langdon, a reclutare i suoi seguaci dalla prigione) o in “Criminal Minds”, dove però sai che la cospirazione verrà smantellata nei 40 minuti, e quindi tutti i WTF del caso te li fai anche stare bene. Solo che qui vogliono addirittura farci le stagioni e allora le svaccate di scrittura diventano ancora più insopportabili: visto che non possono essere gli adepti ad essere super-intelligenti allora che siano gli agenti dell’FBI ad essere super-stupidi. Ed ecco quindi che i tre adepti nascosti in una casa dietro i boschi, in quel momento presa d’assalto da polizia di contea, FBI, esercito, elicotteri e tutto il settimo cavallegeri, riesce tranquillamente a fare pernacchia passando dal retro. E se non è la polizia è allora il nuovo follower. E va bene ditelo, ma allora vale tutto. L’ho capito, il serial-killer non può essere fermato e Bacon non può morire, e quindi? Continueranno così ad oltranza? Se ogni mossa è ampiamente telefonata, se tutto è così prevedibile, dov’è la tensione? Dov’è il thriller? Solo questo. Fermo restando che è giusto che estimatori e detrattori continuino a seguirla per i motivi che più li aggradano, ma questa è una cosa che onestamente mi sfugge.(2/2).

  • Sà

    Io ammetto che la serie non l’ho ancora vista (sto recuperando delle altre serie, non ve le dirò o mi sputate in faccia perchè ancora non le ho finite) ma volevo dargli una chance.

    Piu’ che altro c’è una cosa che mi stupisce…Solo a me è venuto in mente il fortissimo paragone con The Mentalist?

    Dalle descrizioni fatte, il SK in questione sembra molto Red John, con una nutrita schiera di seguaci anche ai piani alti (poliziotti, fbi, etc) che lo aiutano e lo seguono e in fondo nessuno sa molto bene perchè.

    Forse appunto è solo un’impressione “da esterna” (dato che la serie non l’ho vista), però molte cose mi sembrano veramente identiche!

  • willow

    non sai nemmeno in che film ha recitato Kevin Bacon? E allora forse, ma solo forse posso iniziare a capire perché ti piaccia questa roba. The following è osceno, indecoroso, ridicolo e vergognoso. E’ un insulto continuo all’intelligenza dello spettatore, con l’aggravante di non riuscire nemmeno più a far ridere, è immondizia pura.

    • Rabb-it

      Io penso che fosse ironica in quella parte.
      O forse lo spero solamente.
      :-D

  • Rabb-it

    Criminal minds ottava stagione.
    Si sono copiati l’idea?
    No, niente.
    Per una volta le cose lì non si chiudono nei 40 minuti di puntata… ed è la sola cosa che mi sta facendo ancora seguire la serie.

    Eh no, questo non lo sto vedendo… nonostante Kevin Bacon mi ispirasse… più come SI che come agente ad essere onesta ;-)

    Buon proseguimento.

  • Vale Marla Morganti

    Alt alt alt…per prima cosa, e per chiarire, vorrei sottolineare il fatto che non guardo le serie “per lavoro”…per me scrivere per Serialminds è un piacere, un divertimento e un onore. Le serie di cui parlo sono tutte serie che seguo perchè mi piacciono (a parte alcuni pilot che ogni tanto toccano…).
    Se le serie non mi piacciono o smettono di piacermi, entusiasmarmi, attirarmi nemmeno per “vedere come va a finire o come la mandano ulteriormente in vacca” le mollo. Vedi ultimamente Grey’s Anatomy (ormai da qualche serie) o Revenge, dato che ho anche una vita quando sento di essere narrativamente presa per il culo dico “ciao ciao, è stato bello finchè è durato ma ciao ciao”.
    Questa è la mia fruizione seriale. Questo è il motivo, forse, perché mi sono un po’ inacidita nel recensire dato che ho fatto un giro su qualche forum e ho visto la veemenza nei commenti…dunque mi son chiesta “ma perchè se a queste persone fa così tanto schifo, continuano a guardarlo?”.
    Poi non so rileggendo i commenti sovrastanti ho pensato che molto probabilmente non tutti fruiscono i prodotti seriali al mio stesso modo. Io guardo solo quello che mi piace, magari per qualcun altro è comunque un divertimento guardare serie che ritengono di basso livello solo con lo scopo di criticarle, o di allenarsi alla critica distruttiva o di fare qualche esercitazione post teorie e tecniche del linguaggio televisivo.
    Quindi non questionerò più.
    Fortunatamente il mondo è bello perchè è vario….se avessimo tutti gli stessi gusti sarebbe la fine e sarebbe un mondo pallosissimo.
    Io continuerò a guardare le serie che mi piacciono, a parlarne, a mollare quelle che mi stancano. E a prendere gli insulti da chi ha idee diverse dalle mie.

    Detto ciò, più specificatamente rispetto a The Following. Forse è perchè non sono abituata al genere thriller e mi spavento, agito, esalto, ansio, con poco…quindi quello che mi dà the Following sono 45 minuti di scosse alternate di adrenalina e stasi. Per me il ritmo è talmente alto che non riesco nemmeno a razionalizzare su quello che potrebbe succedere, dato che si parla di mosse telefonate e prevedibilità.
    La cosa che un po’ mi fece incazzare erano appunto questi adepti che spuntano come funghi…quindi beh è abbastanza facile far procedere una serie con scossoni narrativi inserendo sempre personaggi nuovi.
    Poi alla fine mi son detta… “ecchissene”, lo guardi bene? si. Si fa seguire? si. Ti entusiasma? si. Aspetti la prossima puntata? si. Ti fa incazzare? un po’. Tanto da dfarti noia? no assoltamente no…quand’è martedì? fra poco… bene.
    Poi se voi non condividete oh…cioè niente isterismi, magari su un’altra serie saremo più in linea, o anche no…ma chissene

    Ah e per quanto riguarda Kevin Bacon, la messa in frase era abbastanza ironica, poi il fatto che la mia memoria sia una memoria di merda un po’ meno ;-)

    • Rabb-it

      Lo sapevo che la parte su Bacon era ironica!

      :-P

      Sai che mi hai quasi fatto venire voglia di vederlo?
      ^_^

      Ah, concordo quando una serie stufa si può smettere di vederla, ma se lo dico io che ho mollato Lost alla prima, e per alcuni è come dire che la terra è piatta… non faccio testo.

      Come mai se dico che se stufa non mollo CM? Deve essermi preso come con JAG, voglio vedere fino a dove arrivano, ma CM è molto meglio di JAG… se mi leggono fan di JAG… coniglio arrosto prossimamente!
      Ma qui non ce ne sono, vero? ;-)

  • Gabriele

    The Following è una serie tv ridicola. Non funziona niente. La storia è ridicola, il modo in cui sono girati e scritti gli episodi grida vendetta, gli attori sono patetici……tranne eccezioni. Kevin Bacon è imbarazzante. Peggio di “The Following” c’è solo “Zero Hour”, una roba da far piangere con l’attore principale a cui va consigliato caldamente di cambiare mestiere.

  • matteo

    il problema con the Following è essere stata presa troppo sul serio, se la presenti come serie dell’anno (trasmessa in contemporanea con gli USA ) non puoi sfornare un prodotto “che si lascia guardare ” …

  • Lucia

    Qualcuno mi sa dire se la musoca che si sente in sottofondo alla fine del sesto episodio (ryan incontra clair dopo essersi fatto sfuggire il figlio) è una canzone di qualche gruppo? Esiste un sito che riporta informazioni sul “lato” musicale della serie??? Ciao!!!

    • Vale Marla Morganti

      Il pezzo è Butterfly – Bassnectar Feat. Mimi Page…non so se ci siano siti con le colonne sonore puntate per puntata…io ho usato Shazam!

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