21 Maggio 2013 1 commenti

Una mamma imperfetta di Chiara Grizzaffi

Alla scoperta della webserie italiana sulle mamme

Copertina, Pilot

Mamma imperfetta01

Qui su Serial Minds la scusa ufficiale per coinvolgere i collaboratori occasionali è quella di assecondare e incoraggiare le nostre passioni (leggi: compulsare profili Facebook di amici e, al primo like o post dedicato a una serie, saltargli alla gola senza pietà per avere un articolo). Ormai, però, non mi intortano neanche più: mi piace pensare che sia perché sono di famiglia, e non perché se stanno a allarga’. E così, malgrando io abbia il senso materno di una Betty Draper e i bambini mi facciano essenzialmente paura, eccomi a recensire una serie sull’essere mamme. Per l’esattezza, una serie per il web: Una mamma imperfetta, ideata da Ivan Cotroneo. Un nome che ai più dovrebbe dire qualcosa, dato che è autore di Tutti pazzi per amore e, soprattutto, dell’indimenticabile Una grande famiglia. La serie si può guardare in streaming sul sito del Corriere, e ogni giorno per 25 giorni va in onda una puntata (ciascun episodio dura circa 8 minuti). L’idea è quella di farla poi approdare in tv con una striscia quotidiana a partire da settembre.

Il legame tra Cotroneo e il mio canile preferito però non mi ha rassicurata. I bambini e le mamme continuano a farmi paura, e il fermo immagine che vedete qui sotto è veramente spaventoso: la protagonista, Lucia Mascino, somiglia a Lena Dunham dieci anni dopo e ha lo sguardo vagamente da pazza, ma mi butto lo stesso.

Come lasciano presagire il titolo e qualche articolo pubblicato nei giorni scorsi, il tema sono gioie e dolori (dolori, soprattutto) della maternità, specialmente per le donne che lavorano. Mia madre lavorando ha cresciuto cinque figli, e instaurando un sano regime di terrore riusciva a farci sembrare i piccoli Von Trapp, solo terroni e meno intonati. Ma parliamo di un periodo in cui mettere su famiglia era quasi ovvio, non l’atto di fede che è diventato in tempi di spending review e precariato. Però credo che proprio per questa ragione l’immagine di materna perfezione in stile Mulino Bianco non dovrebbe più costituire un’ossessione.

Invece, è proprio spinta da questo senso di inferiorità che Chiara, la protagonista, decide di tenere un diario online in cui sfogarsi, dato che è più cheap e meno impegnativo di uno psicanalista. Da un punto di vista formale, quindi, prevale lo sguardo-confessione a favore di webcam, ma non mancano riprese più convenzionali, soprattutto per le situazioni in esterna. La grafica, sia in forma di testo che di mappa, compare a vivacizzare lo stile del racconto, che però è totalmente dominato dal punto di vista di Chiara, che quando non ci interpella in primo piano ci ricorda la sua presenza in quanto voce narrante. Le situazioni appaiono abbastanza stereotipate da far ambientare lo spettatore medio italiano, generalmente considerato conservatore quando non duro di comprendonio, in un contesto pieno di rassicuranti riferimenti al già visto: la protagonista amorevolmente svagata, le tre amiche diverse fra loro (sì, in tutto sono in quattro! Come in Sex and the City! E Desperate Housewives! E Girls! Le donne vanno sempre in due al bagno e in quattro in televisione, che non lo sapevate?), le le antagoniste troppo perfette per essere vere, i mariti inetti quanto basta per dare vita a qualche gag.

Ecco, fra il mio odio per gli infanti e per i cliché dovrei formulare un giudizio complessivamente negativo. E invece no. Intanto, trovo interessante il tentativo di dare una certa orizzontalità al racconto, quando nelle forme brevi del web all’italiana la gag isolata mi sembra ancora prevalente.  E poi c’è della freschezza, nelle situazioni e nel linguaggio, e una certa cura nel tratteggiare i personaggi, complice anche l’aspetto piuttosto naturale delle attrici. Certo, il rischio macchietta è in agguato a ogni battuta, e una serie che vuole attingere alla vita vera non può permettersi, poi, di farci vedere la protagonista che va dal capoufficio e con nonchalance lo “striglia” perché ha messo la riunione alle 18.00, ottenendo che venga spostata un’ora prima. E il timore più grande è che, complice il fatto che da noi la scorrettezza delle comedy familiari più recenti tipo Modern Family è del tutto sconosciuta, si vada verso l’inevitabile, zuccherosa conclusione che sì, nonostante una certa dose di esaurimento ogni scarrafone è bello ‘a mamma soie ecc… Eppure, il meccanismo di riconoscimento in certi personaggi o situazioni è molto forte, complice l’assoluta ordinarietà delle vicende che ci vengono raccontate: la ricerca di geografia, le corse in auto da una parte all’altra della città, il dramma del cambio di stagione. Sciorina luoghi comuni in relazione a situazioni banali, insomma, ma lo fa in modo scoperto e senza la pretesa di essere altro se non un prodotto piccolo, la versione video di quelle pillole umoristiche che si trovano sui blog o in certi siti femminili.

Mamma imperfetta02Il target mi sembra estremamente (forse troppo) ristretto e preciso: donne, adulte ma disposte a fruire di un prodotto online. Le webseries finora hanno puntato a un pubblico di giovani e giovanissimi, coloro che si presuppone passino più tempo al pc. Dalle prime cifre diffuse dal Corriere si parla di un buon successo: al di là del fatto che sia difficile confermare (o smentire) questa affermazione, mi sembra comunque lodevole tentare di allargare lo spettro dei fruitori possibili e iniziare a vedere la rete non come la versione sfigata della tv ma come un luogo in cui raggiungere certe nicchie, magari non affollatissime ma agguerrite e disposte ad affezionarsi a un prodotto in cui possano rispecchiarsi, per approdare poi alla tv come cassa di risonanza. Anche qui sta la scommessa di Cotroneo, e speriamo che la vinca, se non altro per aprire a un mercato in cui, con un po’ di fiducia, si riuscirebbe a sperimentare di più.

Se avete in progetto di diventare mamme, o se lo siete già, potete darle una chance: se non altro saprete giudicarla meglio di me, che alla parola “bambino” sono colta da un riflesso pavloviano di terrore. Se invece in una serie cercate un linguaggio innovativo, vi piacciono le comedy ciniche e scorrette, o siete uomini o donne affetti dal riflesso di cui sopra, direi che potete farne tranquillamente a meno.
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