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Gomorra – La Serie: no, non è una fiction

I primi due episodi di Gomorra non deludono

di Marco Villa | il 9 maggio 2014 | 10 Commenti
Copertina Pilot

Ciro-Di-Marzio--(Marco-D'amore--)

Poche storie: Gomorra – La serie è l’evento televisivo italiano dell’anno, almeno per quanto riguarda il mondo delle serie tv. Annunciata da secoli, accompagnata da un hype sempre più grosso, Gomorra vede ovviamente il nome di Roberto Saviano come sacro protettore e quello di Stefano Sollima come showrunner e regista. Se il primo è fondamentale per quello che è stato fino a oggi Gomorra, il secondo è quello cruciale per lo sviluppo e l’identità della serie. Del resto, l’hype di cui sopra è dovuto a Romanzo Criminale, l’unica vera serie prodotta in Italia ad essere all’altezza di quelle internazionali (sì, anche Boris è una bomba, però è tutto un altro discorso), che aveva sempre in Sollima il responsabile ultimo. E dopo le prime due puntate, andate in onda su Sky Atlantic il 6 maggio, si può dire tranquillamente che l’attesa era ben riposta: Gomorra parte benissimo e con un potenziale tutto da esprimere nei dieci episodi che mancano.

La storia ruota intorno al clan dei Savastano: il grande boss è Don Pietro, affiancato dalla moglie e dal figlio incapace. L’uomo forte del gruppo è Ciro, spaventato dall’apparente perdita di forza del boss e voglioso di emergere. Nell’intervista che gli ho fatto qualche giorno fa, Sollima ha detto chiaramente in che modo si è posto nei confronti della serie: da una parte la necessità di staccarsi da storie e personaggi del film di Matteo Garrone, dall’altra la volontà di guardare alle grandi serie internazionali, pur mantenendo una propria unicità.

Salvatore Esposito (Genny Savastano) e Marco D'Amore (Ciro di Marzio)3

Le prime due puntate di Gomorra dimostrano che entrambi questi obiettivi sono stati raggiunti. Nell’arco di poche decine di minuti i personaggi principali vengono delineati molto bene, senza mai esagerare con stereotipi e caratterizzazioni forzate: Ciro è un soldato tormentato, che non ha ancora trovato il proprio posto nel mondo; Pietro Savastano è un boss in decadenza, accartocciato su se stesso e sul terrore della propria fine; il figlio Genny, per quanto dipinto come essere inutile, ha dei sussulti di coscienza e di azione che non lo appiattiscono sulla figura del totale idiota; Imma, la donna del boss, sembra una versione riveduta e corretta di Gemma Teller di Sons of Anarchy. Proprio la serie di Kurt Sutter sembra essere al momento il miglior riferimento, con la storia di un boss a un passo dal mollare e un giovane sospeso tra lealtà e necessità di trovare il proprio posto al sole (ahahah). Parlo di riferimento, ma visto da lontano: la specificità italiana c’è eccome, portata soprattutto dal pathos e del melodramma che derivano automaticamente dai dialoghi in dialetto.

Come per Romanzo Criminale, va lodata la scelta di puntare su un casting che fa a meno dei faccioni noti e stranoti di cinema e tv: Marco D’Amore è perfetto nel ruolo di Ciro e Fortunato Cerlino ha il volto giusto per essere il boss, l’uomo duro, ma non necessariamente il cattivo che riconosci al primo sguardo in quanto tale.

La-famiglia-di-Ciro-di-Marzio-(Marco-D'Amore)

Se l’obiettivo era realizzare un prodotto di livello internazionale, senza dubbio è stato raggiunto. Paragonata alle serie straniere, Gomorra dimostra di poter far parte di quel campionato: non è la cosa migliore che si sia mai vista, ma è senz’altro più di un buon prodotto. Se invece la si paragona a quanto realizzato mediamente in Italia, siamo chiaramente di fronte a una serie di un altro pianeta.

Perché seguirla: perché (a scelta) è una serie bomba per gli standard italiani e una bella serie per gli standard internazionali

Perché mollarla: perché siete tra quei simpaticoni che pensano che sia una brutta pubblicità per l’Italia

Taggato con: gomorraromanzo criminalestefano sollima



  • Alessandro Ravagnati

    Nonostante l’ottima recensione non credo che la seguirò, per un motivo molto semplice: la mafia. No, non sono uno di quelli che grida alla cattiva pubblicità (di quella me ne frego), solo che veramente non ne posso più di serie incentrate sulla mafia, belle o (fino ad ora sempre) brutte che siano. Davvero non riusciamo a scollarci da questa tematica per osare qualcosa in più?

    • alessandro

      sante parole! io non lo guardo a priori perchè davvero non se ne puo’ più. O si parla di famiglie o di mafia. Ma non sanno fare serie televisive come quelle americane o francesi/inglesi? vedi les Renevants!

      • Marina Belli

        Quoto in pieno! E che palle tra famiglie di deficienti, circondate da preti, profi, marescialli deficienti! e dove non arrivano i Don mattei di turno deliziamoci con sti camorristi che già faccio fatica a capire cosa dicono, e poi mi ritrovo ovunque sui giornali ….
        Le nostre serie sono solo piene solo di santini o mafiosi (purtroppo separati ….. mai una scena alla SoA :D )

        Poi ti chiedono, ma perché hai la fissa con le serie della BBC :((

      • MonstruM

        Oppure tipo i Sopranos? ;)

    • toniacca5

      Se la televisione parla di mafia e/o malaffare (in Italia soprattutto) dovrebbe farlo solo ed esclusivamente per esporre, senza se e senza ma, il lato oscuro della malavita organizzata.
      Non ho ancora visto la serie Gomorra, ma non è possibile che in tv siano passati ritratti “romanzati” di personaggi legati alla malavita … si Manuela Arcuri & company, mi riferisco proprio a voi.
      Invece di mandare in onda robe tipo ‘Baciamo le mani’, “L’onore e il rispetto” e “Il Capo dei Capi” dovremmo avere la Gabanelli a serate alterne a spiegarci cosa combina davvero la mafia e quali danni pazzeschi ha causato all’economia ed alla società italiane.

  • Elinor

    ho visto il pilot, non credo che guarderò il secondo episodio. Ho trovato i dialoghi molto banali e “falsi”. Capisco che si abbia l’ambizione di rivolgersi a un pubblico internazionale, e quindi si semplifichi, ma la banalità resta la banalità. Per il resto, lo trovo un tentativo di sfruttamento di un brand discutibilissimo, perché Gomorra ormai è un brand, non prendiamoci in giro. E’ chiaro che paragonando questa serie col resto delle fiction made in Italy, Gomorra ne esce come un capolavoro, ma per me ancora non ci siamo. Ma esiste ancora in Italia qualcuno che sappia scrivere i dialoghi? O sono tutti morti?

  • tonic77

    Due episodi pieni di adrenalina, ottima fotografia, regia perfetta, musiche azzeccate.
    Un concentrato di azione che ti lascia senza fiato. Anni avanti rispetto a quanto prodotto in Italia e capace di competere a testa alta con le migliori produzioni internazionali.

  • Francesco

    https://www.facebook.com/pages/Gomorra-la-serie-Streaming/765469340151716?fref=ts

  • FABRIZIO

    Comunque in Gomorra si parla di camorra e va beh, non capisco cosa cazzo c’entrino i vari confronti/paragoni con don matteo onore e rispetto e minchiate simili. E il citare “””attori””” a caso e poi nominare la grandissima Gabanelli a caso perchè fa sempre figo farlo, facile. E il dire che nessuno sappia più scrivere i dialoghi: pensavi che tra clan parlassero di massimi sistemi, di come sconfiggere la fame nel mondo, di come risanare il debito pubblico o di Schopenhauer? Soprassiedo sul commentare il motivo per il quale non si riescano a fare serie come quelle americane…
    Io sono d’accordo col villa: trovo sia fatta bene, che si veda la mano della Comencini e anche quella di Cupellini, oltre a quella di Sollima ovviamente. Che sia ben recitato, che ci siano una tecnica e accurata fotografia e un’azzeccatissima colonna sonora. Minchia ce ne fossero di Gomorra e di romanzi criminali! Personalmente il resto nemmeno lo considero…Ah, non male l'”accostamento” Imma-Gemma.

  • claudio

    Io penso sia un ottimo telefilm, e epr la cronaca dic hi pensa che ci rappresenti male o via dicendo…ricordo che c’e’ la 4 serie di boardwalk empire (non parla proprio delle gesta di chirichetti) Il problema italiano e’ che spesso non sappiamo apprezzare cio’c eh facciamo… Chi pensava a dialoghi diversi chiedo… cosa ti aspettavi? La sceneggiatura e’ perfetta, chi ha il coraggio di amazzare a sangue freddo per dimostrare che e’ uomo, difficilmente si porra’ il problema di chi siamo, da dove veniamo… basta che fai una domanda uin piu’ o che uno ha dei sospetti che ti ammazzano come niente…

Una serie a caso

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Imaginary Mary – Un calco di Inside Out venuto male (molto male)

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