13 Maggio 2014 10 commenti

Penny Dreadful – Sam Mendes, l’horror e il fumo di Francesco Martino

Una serie che potrebbe anche dare molto. Potrebbe.

Copertina Pilot, Pilot

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Sarò strano io, ma se c’è una tipologia che mi fa urlare “traaaash!” dopo neanche un quarto di trailer sono i film e telefilm che vogliono mettere insieme horror, Ottocento, letteratura, action, muscoli e figa. Come dire, troppa roba.
Tra un film su Van Helsing con Hugh Jackman e un serial di Dracula seguito solamente dalla famiglia Rhys Meyers (e cancellato pochi giorni fa), non sono mai riuscito a trovare qualcosa di veramente appassionante, capace di unire delle ambientazioni tetre e spaventose con orde di mostri dal make-up improbabile, senza però risultare l’incubo partorito da un giocatore di giochi da tavolo.

Penny Dreadful, l’ultimo prodotto di casa Showtime, parte proprio da queste premesse, muovendosi in modo similare a La Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore e unendo personaggi della letteratura come Dorian Gray e Victor Frankenstein con un mondo popolato di mostri e vampiri al limite tra Buffy e Supernatural, mettendoci dentro la classica trama della “figlia rapita” e shakerando per bene il tutto.
A insaporire però un cocktail sulla carta insipido ci pensa un cast tecnico di primo livello, di quelli che non possono che rendere felici noi serialminders, e che vedono Sam Mendes alla produzione, John Logan alla sceneggiatura e Juan Antonio Bayona alla cabina di regia per i primi due episodi.
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Siamo quindi salvi? Il mio fiuto anti-trash può tirare un sospiro di sollievo? Non proprio, perché nonostante le ottime premesse Penny Dreadful rimane comunque un grande punto interrogativo.
La trama del pilot è quanto di più scontato e vede un gruppo di eroi opporsi alle forze oscure che popolano la Londra del 1891. A capo di questo gruppo troviamo Sir Malcolm Murray (Timothy Dalton), intenzionato a ritrovare la figlia rapita da uno dei tanti mostri del sottobosco londinese; ad assisterlo nell’impresa ci sono Vanessa Ives (Eva Green) e Ethan Chandler (Josh Hartnett, che io davo ormai per morto) probabilmente il personaggio più convincente tra quelli visti nel pilot.

La prima cosa che salta all’occhio è la grandissima cura per l’immagine – derivata sia dalla bravura di Bayona (recuperatevi The Orphanage), sia dall’attenzione per i piccoli dettagli – che sembra dare allo show pretese ben più alte rispetto a quelle di molti suoi cugini.
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Al di là però di questa ricca estetica, ciò che rende Penny Dreadful un prodotto momentaneamente molto fumoso è la timidezza mostrata dal primo episodio, che svela ben poco sui possibili sviluppi futuri e lascia un po’ interdetti sulle volontà della serie. Soprattutto, non racconta niente di particolarmente nuovo nel genere in cui si inserisce.
La linea tra la banalità (della scrittura) e la qualità (della messa in scena) è dunque molto sottile, e speriamo vivamente che Logan e Mendes ne siano ben consapevoli, scegliendo quindi di indirizzare la serie verso qualcosa di più complesso e stratificato e non verso l’ennesimo supernatural drama dove l’unico impegno dei protagonisti è quello di massacrare orde di mostri.

 

Perché seguirla: per i tanti nomi di rilievo coinvolti, e perché speranzosi di vedere un prodotto di livello
Perché mollarla: perché potrebbe anche essere solo un altro serial con vampiri e mostri



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