11 Luglio 2014 5 commenti

Falling Skies 4 – Ma che è, hanno bevuto? di Francesco Martino

L’inizio della quarta stagione di Falling Skies stupisce per la quantità di idee completamente a caso.

Copertina, On Air

Falling Skies copertina
Il mondo delle serie televisive si può sinteticamente dividere in serie belle e serie brutte, divertenti e no, innovative e non particolarmente coraggiose. In mezzo a queste due macro categorie vivono poi i guilty pleasures, quei prodotti decisamente non meritevoli di stare nel primo gruppo, ma con quel qualcosa di inspiegabile in grado di salvarle dalla categoria meno edificante. Falling Skies, serie targata TNT, potrebbe essere la perfetta incarnazione di questo gruppo, e anch’io ho seguito con piacere le prime tre stagioni (ripeto, tre stagioni!), divertito dall’enorme baracconata messa in piedi da tale Robert Rodat, un uomo la cui pagina Wikipedia è ferma al 2011.

Parlando dello scorso season finale il buon Castelli era stato particolarmente generoso, ed era effettivamente giusto così. Come detto, Falling Skies si è sempre lasciato guardare senza mai avere nessuna particolare pretesa, spiattellandoci una lunga serie di effetti speciali posticci e proponendoci le gesta eroiche di un gruppo di umani che in tre stagioni hanno solamente preso le botte dagli alieni.

Falling Skies - John prigioniero

I guai arrivano adesso, o meglio, sono arrivati qualche settimana fa, quando qualcuno nei vertici TNT ha avuto il coraggio di premere il tasto play e di mandare in onda la première della quarta stagione. Non voglio essere esagerato, ma vi dico che quei quaranta minuti mi hanno trasmesso del puro disagio. Il mio primo pensiero è stato che autori, attori e produttori avevano perso memoria di quanto scritto, interpretato e prodotto nei tre anni precedenti e che, purtroppo per loro, avevano dovuto ricominciare tutto da capo.

Dico questo perché, in poche abili mosse, Falling Skies ha deciso di mettere in piedi una serie di trame e sottotrame che metterebbero a dura prova anche il blogger più buono e paziente del mondo. Non bastava dividere nuovamente il gruppo dei protagonisti (per lo più in modo forzatissimo), ma bisognava necessariamente inserire temi folli, sia perché privi di senso nel contesto della serie, sia perché non credibili nel lasso di tempo trascorso dal finale dell’anno scorso alla premiere di questa estate. Infatti, dopo poche scene e senza particolari spiegazioni ritroviamo i nostri in una serie di situazioni che vanno dalla classica reclusione in prigioni sorvegliate dagli skitters, a culti religiosi in zone misteriosamente immacolate dalla guerra, passando per evoluzioni dei personaggi decisamente forzate (dai, Anne adesso è diventata Jack Bauer?) e, soprattutto, scuole di indottrinamento pseudo-dittatoriale di chiara ispirazione nazista e spuntate completamente dal nulla nel giro di 3-4 mesi.

Falling Skies - Nazi

Questa enorme varietà di tematiche svela una volta di più la verità nuda e cruda su questo drama scifi: Falling Skies è una serie da “compitino”, da continua battaglia tra buoni e cattivi senza eccessiva pretesa narrativa. Nel momento in cui hanno provato a dare un’accelerata, ad azzardare qualcosa, è emersa la totale follia delle nuove linee narrative, che paiono sin da subito totalmente buttate a caso e piene di falle di ogni tipo.
Volendo ignorare a tutti i costi questi problemi, la serie si muove sulle solite linee dandoci il classico scacchiere fatto di mosse e contromosse che però, dopo più di trenta episodi, cominciano ad accusare segni di stanchezza.

Falling Skies è quel vostro compagno di classe ai tempi del liceo, quello che non studiava mai e che continuava a prendere voti alti e ad essere promosso. Se inizialmente eravate ammaliati dai buoni risultati ottenuti con pochissimi sforzi, con il passare degli anni avete cominciato a mal tollerarlo. Ecco, dopo tre stagioni il guilty pleasure sta cominciando a diventare ben altro che una simpatica distrazione, quanto più una frustrante quarantina di minuti settimanali.

Falling Skies - Khaleesi



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