16 Settembre 2014 14 commenti

Z Nation – L’alternativa grezzona a The Walking Dead di Diego Castelli

SyFy prende gli zombie e li manda apertamente in vacca. O meglio, diciamo che ci prova, va…

Copertina Pilot, Pilot

Z Nation poster

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ATTENZIONE! SPOILER SUL PRIMO EPISODIO DI Z NATION. NON CHE SE SIA UNA SERIE CHE SE VE LA SPOILERANO SUCCEDA CHISSA’ CHE, MA INTANTO SAPPIATELO.
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Negli ultimi anni, fai una decina, gli zombie sono tornati di moda. Film, fumetti, serie tv, romanzi, videogiochi. Roba buona, roba meno buona, roba classica e roba deviante, ma comunque tutti a rinverdire questo mito dei tizi che muoiono ma continuano ad andare in giro a mangiare la gente. Una volta la predilezione dichiarata era il cervello, oggi bene o male va bene qualunque parte del corpo, d’altronde c’è la crisi.

Il campione assoluto, negli ascolti e nel cuore del sottoscritto, è ovviamene The Walking Dead. Ascolti da tv generalista pur essendo sulla cable, e un approccio complesso e stratificato che nel mio giudizio, lo sapete bene, passa ampiamente sopra a difetti che pure ci sono.
I cugini televisivi, spesso anche molto ispirati come Dead Set, non sono però riusciti a sfondare come la serie di AMC.
L’arduo compito di sfidante, stavolta, se lo prende SyFy, che con Z Nation propone una nuova versione dell’apocalisse zombie senza rinunciare al solito corollario di sopravvissuti in fuga, sparatorie, mostri che saltano fuori all’improvviso e arti divelti che spillano plasma.

C’è però una differenza sostanziale, che rende la rivalità con AMC solo nominale: Z Nation, prodotto dai ragazzi di The Asylum (presente quella clamorosa trashata di Sharknado? Ecco…), ha un approccio dichiaratamente diverso da The Walking Dead, e molto più basato sull’azione, lo splatter, la carneficina, la corsa (qui gli zombie corrono).
Per essere molto chiari, ché so di apparire un po’ di parte quando si parla di serialità zombiesca, trovo questo approccio non solo legittimo, ma pure intelligente.
Prima di tutto non sta scritto da nessuna parte che le storie di zombie devono essere tutte come The Walking Dead (cupe, depresse, drammaticissime, iperpsicologiche). Possono anche essere divertenti, veloci, meravigliosamente cazzute.
In secondo luogo, proprio a fronte del successo di The Walking Dead, non sarebbe stata una gran mossa quella di girarne un banalissimo clone, cercando di giocare la stessa partita dello show di AMC. L’unico risultato, a meno di essere dei geni totali, sarebbe stato quello di far incazzare i fan di TWD e comunque non interessare tutti quelli che già Rick e compagni non riescono a reggerli.
In questo senso, introdurre una serie che rappresenti una versione seriale più leggera e divertente dello stesso tema ha tutto il suo bel senso.
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Z Nation zombie

Il problema è che Z Nation non ce la fa. Ci prova, ogni tanto sembra riuscirci, ma in fondo non ce la fa.
Per sopperire alla dichiarata mancanza di un approfondimento particolarmente ficcante (uno dei protagonisti se ne esce con un esplicito “odio i dilemmi morali”), gli autori raggruppano la banda di protagonisti e gli danno un obiettivo più preciso della semplice sopravvivenza: bisogna portare dall’altra parte del paese un ex detenuto a cui degli scienziati hanno iniettato un antidoto funzionante, antidoto che ora va portato nell’ultimo laboratorio ancora operativo.
Un’idea semplice semplice, che trasforma il tutto in un road movie potenzialmente svelto, pieno di morti e di diverse location. Fin qui tutto bene.
Solo che, se l’approccio è quello cazzone alla Sharknado, il racconto dovrebbe essere votato quasi esclusivamente alle battute ad affetto, alle trovate visive più creative, alla suspense più pura (laddove spesso The Walking Dead la sacrifica per far piangere Rick).
In buona sostanza, una serie concepita come Z Nation dovrebbe essere l’equivalente zombiesco del miglior True Blood, dove a un certo punto della trama ci fregava fino a un certo punto, ma almeno c’erano dieci potenziali serial moments a puntata.

Sarebbe ancora rischioso, perché un approccio del genere resta più semplice per il cinema (90-100 minuti e via) che non per la tv. Ma sarebbe un tentativo coraggioso, meritevole di attenzione.
Invece Z Nation non riesce a essere davvero sorprendente nemmeno nel pilot, che dovrebbe essere l’episodio più ricco di idee: battute fiacche, sparatorie e ammazzamenti che non hanno nulla di diverso da tutto ciò che abbiamo già visto finora, personaggi appena abbozzati che non riescono a tirare fuori chissà quale carisma né per quello che dicono né per come appaiono, a parte magari un pio di blande eccezioni.
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Z Nation Harold

Qualche guizzo a voler ben guardare c’è, o ci sarebbe: prima di tutto la morte del personaggio di Harold Perrineau, che per tutto l’episodio sembrava essere il protagonista ufficiale (anche per il nome dell’attore), e poi certe chicchette trashissime come il neonato zombie. Chicchette che non si basano su alcuna logica (il bambino non viene morso né era in punto di morte naturale, ma diventa zombie lo stesso), ma che possono essere perdonate proprio in virtù del fatto che la logica non è il primo obiettivo di un prodotto come questo.
Il problema vero è che però queste chicche sono troppo poche, e comunque mal gestite. Perché se hai un neonato zombie realizzato con effetti speciali ridicoli, non puoi cercare di farmela passare per una cosa seria, come invece avviene. Dovresti invece mettere il neonato zombie nella stessa stanza con un cow boy dalla pistola enorme che lo fa saltare in aria dicendogli una cosa tipo “bye bye titsucker”. Quella sì è una serie che guarderei. Invece qui ci costruiscono attorno il momento più serio di tutto l’episodio, cioè la morte del supposto protagonista.

E a questo punto sì che, specie quando la sceneggiatura sembra prevedere un pathos che non c’è, rispuntano fuori i pericolosi confronti con The Walking Dead: in mancanza del gustoso trash siamo portati a usare altre categorie di analisi, da cui però Z Nation esce completamente distrutta, perché a quel punto rivela la sua natura di prodotto sconclusionato e senza idee.
Non è detto che nei prossimi episodi non ci possa essere un’impennata, perché da un momento all’altro Z Nation potrebbe diventare un crogiolo di trovate memorabili. Ma per ora no, è troppo poco, e quel poco è ridicolo (non nel senso buono).

Perché seguirla: volete un’alternativa a The Walking Dead che sia più divertente e tamarra, e soprattutto meno cupa e funerea.
Perché mollarla: Z Nation “potrebbe” essere quell’alternativa, ma per ora non lo è. E considerando le prove precedenti dei produttori, non è mica detto che riesca a diventarlo, anzi…
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Z Nation bat



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