26 Gennaio 2016 25 commenti

The X-Files: il ritorno degli anni Novanta. Nel bene, nel male, e nella nostalgia. di Federico Guerri

Niente spoiler di rilievo, tranquilli!

Copertina, On Air

The X-Files (3)

WE HAVE A SMALL PROBLEM. THEY’VE REOPENED THE X-FILES.

Erano gli anni ’90 e la verità era là fuori. I Lone Gunmen la scaricavano un pezzetto di schermo alla volta coi loro modem 56k e noi ci sentivamo tutti Fox Mulder. I libri di storia non ci bastavano, professori e adulti ci fornivano solo la versione ufficiale dei fatti e i telegiornali non ce la dicevano giusta, Oliver Stone raccontava pallottole magiche nel suo film su JFK ma quando, ogni domenica, Italia 1 apriva un X-File noi eravamo depositari di un segreto, ci crogiolavamo nella conferma che c’era qualcosa di più della vita di tutti i giorni, un mondo sotteso fatto di invasioni aliene, mostri delle fogne, poteri psichici, serial killer immortali golosi di fegati, strani liquidi neri. Volevamo crederci e quindi credevamo. Eravamo studenti illuministi sedotti al complotto. Potevamo permettercelo. L’Internet non era ancora quello di adesso, l’11 Settembre 2001 era una data del futuro.

The X-Files (1)

È il 2016. La verità è là fuori ed è ovunque. È diventata un movimento politico. Strilla da ogni link di Facebook che parla di grandi inganni corporativi, dei retroscena scabrosi di una strage, della scoperta di una nuova medicina naturale per curare la depressione, di “10 cose che il Governo e i Matusa ci stanno nascondendo”. L’ufficio nel seminterrato dell’FBI è vuoto (se non per un poster abbandonato e delle matite piantate sul soffitto) e gli X-Files si sono sparsi ovunque, si sono moltiplicati e ci hanno infettato come un virus extraterrestre. Tutto è vero, agente Mulder, quindi niente lo è. La verità è un prodotto grazie al quale personaggi come lo youtuber complottista Tad O’Malley (Joel McHale) – che ti stima e t’idolatra come un precursore – ricavano limousine e successo. Ci hai insegnato a credere, Mulder, e adesso la verità ci ha accecato. Se ci guardiamo attorno vediamo amici disposti a diffondere notizie improbabili senza controllarne le fonti, ci preoccupiamo per tutti questi discepoli di una realtà incoerente. E noi ex-studenti illuministi, ex-teorici di una realtà ragnatela fatta di infiniti collegamenti e mondi possibili, di fronte a un esercito di tue versioni deviate, agente Fox Mulder, ci sentiamo tutti Dana Scully.

THE X-FILES: Gillian Anderson. The next mind-bending chapter of THE X-FILES debuts with a special two-night event beginning Sunday, Jan. 24 (10:00-11:00 PM ET/7:00-8:00 PM PT), following the NFC CHAMPIONSHIP GAME, and continuing with its time period premiere on Monday, Jan. 25 (8:00-9:00 PM ET/PT). ©2016 Fox Broadcasting Co. Cr: Ed Araquel/FOX

Eravamo te, l’uomo che sorridendo ci proponeva il mistero e la meraviglia.
Siamo diventati Scully quando il mistero è divenuto merce e pane quotidiano, quando sorriso e meraviglia sono stati tolti dall’equazione e tu ti sei ritirato, caduto in depressione e trasformato in quella gran canaglia di Hank Moody di Californication, innamorato di una donna che ti ama a sua volta e con cui hai pure fatto un bambino ma che ti tiene lontano perché sei impossibile, perché la tua ossessione è più forte di te e di qualsiasi amore.

Se gli X-Files di Chris Carter dovevano riaprire, non potevano che farlo tenendo conto di una realtà cambiata in cui il Sistema non agisce più nelle ombre cancellando la verità ma sugli schermi dei computer proponendo mille alternative.

The X-Files (4)

Ed ora, quello che volevate sapere: se siete fan, guardatelo. I primi cinque minuti con la voce fuori campo di Mulder, l’iconico motivetto di Mark Snow e la scelta di mantenere i titoli di testa originali vi commuoveranno; la scritta con il luogo dell’azione in basso a sinistra basterà per scatenarvi un bel moto di riconoscimento e sentirvi di nuovo spettatori del futuro. È quello che eravamo. Abbiamo avuto il privilegio di innamorarci della prima serie TV di nuova generazione (lo sappiamo che Twin Peaks, in fondo, non vale perché quello era un esperimento d’autore) e possiamo ben bullarci del nostro “noi l’avevamo capito”.  Gli ultimi due minuti con il ritorno di un personaggio amatissimo, poi, vi faranno gongolare. Una dose di passato non fa mai male e la tensione sessuale tra Mulder e Scully c’è, quindi va tutto bene. Per il resto, in questo pilot, ci sono molti pregi e tutti i difetti degli X-Files “storici”. La storia a volte è scollata e i personaggi, in più di un caso, si lasciano agire o si lanciano in spiegoni improvvisi e un po’ ingiustificati. Li amiamo. Glielo perdoniamo. Non possiamo fare a meno, però, di pensare a dove è arrivata la narrazione seriale e cosa si poteva fare di più.
Se non siete dei fan, guardatelo lo stesso. Probabilmente finirete per chiedervi perché i vostri genitori/zii/amici più grandi siano così eccitati. Ne avete tutte le ragioni ma pensate cosa accadrebbe se, tra quindici anni, vi offrissero una nuova stagione di Lost, la reunion di How I met your mother, cinque dosi inedite di Breaking Bad.
E ora, vediamo che succede nelle prossime puntate.
La scelta tra riprodurre il passato e rischiare il futuro è aperta.

The X-Files (2)



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