Logo

 
Navigation
  • Home
  • Serie Nuove
  • Brit
  • Serial Moments
  • Serial Surfing
  • Serial Gif
  • Indice
  • Chi siamo

I Medici – La strada è ancora lunga, ma ci sono segnali di vita dalla Rai

I Medici dimostra che osare di più, spesso paga

di Eleonora Gasparella | il 20 ottobre 2016 | 25 Commenti
Copertina Copertina Pilot Pilot

i-medici-rai1
Italia, 2016. L’attesa di una serie degna di questo nome, capace di andare in onda su Raiuno in prima serata era davvero tanta. Dopo anni di fiction in costume mortalmente ripetitive, di storie su dottori, Carabinieri e preti, in cui l’imperativo era rendere tutto piatto e senz’anima, era arrivato il momento di una svolta. Per questo, all’annuncio della produzione di una nuova serie diversa nelle intenzioni e nella sostanza, I Medici, le speranze erano parecchie. Del resto, non si tratta di una produzione solamente italiana, al fianco di attori nostrani come Alessandro Preziosi, Guido Caprino e Miriam Leone ci sono grandi nomi stranieri: Richard Madden, David Bradley e soprattutto Dustin Hoffman.

Il 18 ottobre sono andati in onda i primi due episodi: un’ora e 44 minuti a dir poco densi e riempiti di ciccia fino all’orlo. Prima di passare a una recensione che non può esulare dai fatti e i riferimenti storici e dalla caratura dei vari attori, è importante citare i creatori della serie: Frank Spotnitz e Nicholas Meyer (probabilmente vi ricorderete del primo per quell’opera minore che è stata X-Files). Le riprese de I Medici si sono quasi totalmente svolte in Italia, tra Roma e Firenze. Si vede tutto il bello che il nostro Paese ha da offrire, come in un grande spottone della Pro Loco; davanti agli occhi scorrono chiese e cattedrali, città fortificate, distese di prati, ville e palazzi. Con queste carte in tavola, andiamo a incominciare.

medici3

La serie si svolge ovviamente nel quindicesimo secolo, nella Repubblica di Firenze, e inizia con l’assassinio di Giovanni de’ Medici, primo esponente di spicco della famiglia e “fondatore” dell’importante dinastia. Il fatto è in realtà un falso storico, perché la morte di Giovanni avvenne per cause naturali, ma il regista (Sergio Mimica-Gezzan: anni e anni sulla sedia di assistente alla regia di Steven Spielberg) ha spiegato che l’utilizzo di questo escamotage avrebbe reso la serie più ricca di intrighi e di mistero. Sergio, vogliamo dirti in amicizia che non ce n’era poi così tanto bisogno, dato che la saga della famiglia Medici è tra le pagine più appassionanti e avvincenti della storia italiana. I Medici, oltre che potenti banchieri, sono stati personaggi ricchi di contraddizioni: sottili ricattatori, abili e senza scrupoli nel gioco della politica e del potere e contemporaneamente nobili illuminati, tanto amanti dell’arte e della bellezza da rendere Firenze, architettonicamente e artisticamente, un esempio a cui ispirarsi.

La storia che viene raccontata in questi primi due episodi è, in parallelo, quella di Giovanni de’ Medici (Hoffman) e del figlio Cosimo de’ Medici (Madden): patriarca intelligente e moderato il primo, giovane acerbo con velleità artistiche il secondo. In realtà però i due personaggi rivelano via via molte sfaccettature, ben rese da una regia che richiama alla mente il Padrino, con continui flashback tra il periodo di potere di Giovanni e quello di Cosimo. Questi ci aiutano a comprendere come da un ragazzo che non voleva il ruolo di banchiere e il fardello dell’eredità del padre, Cosimo sia poi divenuto un uomo dall’acume impareggiabile, in cui sensibilità e idealismo convivono con un ragionato cinismo e fiuto per la politica. Del resto, Cosimo de’ Medici è stato l’uomo più importante a Firenze per un trentennio, pur non ricoprendo mai nessuna carica ufficiale nella città. Nella serie troviamo quindi tutto ciò che era la vita di quel tempo: amori e matrimoni di convenienza, trame politiche fatte di ricatti e di corruzione, abbondanza e spreco di denaro, guerre e grandi opere artistiche. La morale, pubblica e privata, si mescola con una buona dose di politica, e i fatti storici vengono raccontati in modo realistico, romanzandoli qui e là per renderli piacevoli agli occhi e tutto sommato non troppo difficili da assimilare.

medici1
Per esprimere un parere su I Medici si è reso necessario uno sforzo congiunto della redazione di Serial Minds e, dopo animate discussioni in cui sono state usate le parole “marrano” e “fellone”, ne è uscito un giudizio tutto sommato positivo, se non altro per quanto riguarda ciò che questa serie ci dice sulla volontà della tv pubblica. I Medici segnala lo sforzo della Tv generalista italiana di fare le cose in modo migliore e di impiegare risorse per ottenere un risultato che non ci faccia sfigurare davanti alle grandi serie europee e americane. Questo a tendere, perché nonostante I Medici sia meglio di quasi tutto il mondo delle fiction italiane, siamo ancora lontani dagli standard internazionali e ovviamente anche dalle serie Sky come Gomorra, che in quegli stessi standard si trova a proprio agio.

A livello di cast c’è un buon equilibrio: Dustin Hoffman, ovviamente, si mangia tutte le scene in cui appare (strepitoso il monologo alla fine del secondo episodio) ma gli altri attori non sono da meno. Richard Madden è convincente, seppur poco espressivo di tanto in tanto e gli italiani Caprino e Preziosi non sfigurano. Chiaro: I Medici non è Game Of Thrones (anche se ci sono Robb Stark e Walder Frey assieme: LOL) e non è House Of Cards, ma come detto i primi due episodi della serie sono lontani anni luce dagli schemi antiquati dei prodotti televisivi italiani.

mediciCerto, da divoratori di prodotti seriali il paragone con quello che viene creato oltreoceano o con le grandi serie tv in costume made in Britain viene spontaneo. Mettendola a confronto con questo tipo di prodotti è chiaro che I Medici riveli diverse debolezze, tra cui una certa difficoltà nel raccontare in maniera obliqua i complessi fatti storici, senza spiattellarli con dialoghi-spiegone.

Lo sforzo della Rai di fare qualcosa di nuovo però va elogiato e soprattutto va sottolineato come questo sforzo sia stato ripagato da ascolti ottimi, a dimostrazione di quanto fosse inutile e senza senso la litania del “facciamo fiction orrende perché il pubblico vuole quello e non capirebbe prodotti differenti”. In un panorama sempre più internazionale è necessario dare al pubblico, anche quello che non vive di pane e serie tv, dei prodotti che siano davvero all’avanguardia, anziché stereotipati e sempre uguali. La Rai all’avanguardia lo è stata, lo dimostra la grandissima quantità di sceneggiati di qualità andati in onda in prima serata negli anni Settanta. Dopo quell’epoca d’oro però il coraggio di osare e di dare al pubblico qualcosa di innovativo, è mancato, facendoci precipitare nella più orrenda mediocrità. La strada è lunga, ma quello che conta è che la Rai abbia iniziato a percorrerla. It’s a long way to the top, if you wanna rock’n roll.

p.s. dopo anni abbiamo visto una serie tv doppiata: non è stato facile, per niente. Il doppiaggio continua a essere una pialla che rende tutto troppo uniforme.

Perchè seguire I Medici: non volete assistere anche voi ai primi vagiti di un panorama telefilmico italiano decente?

Perchè mollare I Medici: se pensate che raggiunga i picchi di Game Of Thrones probabilmente state puntando troppo in alto.

Taggato con: dustin hoffmangame of thronesI Medicirairichard madden



  • Chanandler Bong

    Finalmente leggo una recensione equilibrata! Per ora erano solo i grandi incensamenti o stroncature pazzesche e non mi trovavo d’accordo con nessuna delle due. Sapevo di potermi fidare di Serial Minds, grazie!

  • Elox83

    Io ho sentito solo parlar male per il momento.
    Voi siete i primi che non vedono tutto nero.

  • Alessandra

    Ecco mi associo al “ps”. C’ho provato, ieri, a vedere la prima in streaming in italiano ma mi ha ammosciato e incide drammaticamente nel mio giudizio della serie…giudizio che quindi mi tengo per me e mi riservo di dire proseguendola in inglese ^^

  • Caterina

    Mi fa piacere leggere le parole di quacuno che riesce a vedere al di là del proprio naso: seppur con alcune pecche (cfr i continui flashback che fanno perdere continuità alla trama, l’autodoppiaggio ecc.) I Medici è decisamente una serie di respiro internazionale e un tentativo ben riuscito di non rimanere impantanati in un universo fatto solo di Don Matteo e simili.
    Roma non è stata costruita in un giorno, quindi vediamo di gioire un po’ e attendere miglioramenti su una base già buona.

  • Fax86

    Io ho selezionato dalla tv l’audio originale (volendo ci sono anche i sottotitoli in italiano alla pagina 777 del televideo), un po’ per abitudine, un po’ perché volevo vedere come se la cavavano i nostri attori italiani a recitare in inglese (senza infamia e senza lode).

    Per quanto riguarda il giudizio sulla serie, aspetto qualche altra puntata.

  • Virgo Jones

    Madonna quanto vi capisco per il doppiaggio! xD

    Purtroppo non sono riuscito ad apprezzarla come ho apprezzato altre serie straniere sul genere (GOT e The Borgias con Jeremy Irons su tutte) e non credo che la continuerò, ma resta sicuramente un tentativo notevole, non fosse altro per i nomi messi in campo.

    Poi vabbè, ci sono delle scene che sono delle palesi cavolate, tipo l’excursus con cui si corrompono i cardinali riuniti, che oltre a essere una copia di quanto visto nel primo episodio di The Borgias è fatto talmente male, ma talmente male da essere credibile quanto un asino volante. Ma vabbè ^^”

  • [ 986 ]

    Personalmente, già l’anno scorso con Non uccidere (casualmente, anche lì c’èra di mezzo Miriam Leone) la Rai aveva mostrato un deciso cambio di passo, rispetto al piattume seriale che aveva contraddistinto -in negativo- la tivù italiana nell’ultimo ventennio. Come giustamente ricordato in questa recensione, I Medici non è una serie perfetta… ma leggere certe recensioni di questi giorni, in cui si arrivava a equiparare solo la fotografia a certi “smarmellamenti” che ben conosciamo, per me vuol dire solo una cosa: una parte della critica televisiva italiana è davvero prevenuta.

    Personalmente, non sono uno che attende con ansia una serie italiana -con l’unica eccezione di Coliandro-, ma stavolta va dato atto alla Rai di aver saputo vendere decisamente bene un suo prodotto: giocando d’astuzia con un cast che richiama sia i più giovani, fan del Trono di Spade, sia i più anziani grazie a Hoffman, e riuscendo a creare l’attesa da “serie evento” come fin qui, in Italia, solo Sky aveva fin qui saputo fare.

    Quanto alla mera critica, la scrittura de I Medici risente ancora di alcuni passaggi (soprattutto certi dialoghi, soprattutto nel doppiaggio) fin troppo “all’italiana”, così come la CGI è buona ma non ancora al livello degli standard d’oltreoceano; ciò nonostante, il mix tra drama e mistery per me funziona abbastanza bene, regia e fotografia non hanno nulla da invidiare alle produzioni straniere, e soprattutto la superba colonna sonora è a mio avviso un bello schiaffo alle produzioni similari.

    I Medici non è una serie perfetta, né ancora al livello delle rivali straniere… ma piaccia o non piaccia agli haters di professione, per me è una serie assolutamente promossa, una bella boccata d’aria fresca per la fiction generalista italiana, e (si spera) un volano per tutte le future produzioni Rai. Come hanno ricordato i più attenti sui social, la Sky che negli ultimi anni ha sfornato Romanzo criminale e Gomorra, a suo tempo aveva iniziato con l’osceno Quo Vadis Baby?… da qualche parte bisogna pur iniziare! ;-)

    • Rossano Murtas

      Coliandro <3

    • onyx70

      Coliandro…un mito :-)

  • Rossano Murtas

    Concordo, hai espresso quasi esattamente il mio pensiero! :D

  • Giorgio Sarti

    Abbiamo bisogno anche delle serie tv italiane? No, non penso proprio.
    Lasciate che se la sbrighino i professionisti, prima di arrivare al loro livello ce ne passa.
    Avete presente con il rugby? Stessa cosa.

    • [ 986 ]

      Mi sembra giusto, uno mica deve perder tempo a impegnarsi per migliorare in qualcosa, per avere la voglia di arrivare al livello degli altri… meglio rimanere nella mediocrità, per avere il gusto di criticare a prescindere e piangersi addosso liberamente. Minchia, tu sì che hai capito tutto della vita… :-D

      P.S. – Tu parli del rugby (e se fossimo un blog di sport, potremmo disquisire per ore della deficitaria situazione dell’Italrugby, IMHO dettata più da un management inetto che dalle prestazioni sportive); ma lasciamo stare: tu parli del rugby, e io potrei risponderti con la pallavolo, dove appena trent’anni fa stagnavamo agli stessi mediocri livelli dell’odierna palla ovale… prima che ci svegliassimo e ci impegnassimo seriamente, arrivando in pochi anni a quel vertice mondiale dove ancora oggi stazioniamo.

      • Eleonora Gasparella

        Concordo: quando un prodotto è fatto bene, o comunque a livelli abbondantemente decenti, non ha senso sminuirlo semplicemente perché “è italiano e va in onda sulla Rai”. È molto più costruttivo riconoscere lo sforzo fatto, perché è una scossa verso un cambiamento positivo. Se continuiamo a guardare le serie americane pensando che non ci sia niente di meglio o che non si possa mai arrivare a quei livelli non facciamo altro che diventare sempre più ciechi e ottusi. Noi invece non vogliamo arrenderci :)

    • Rcoz

      Il tuo commento è sbagliato in così tanti modi che non si può neanche elencarli tutti.

  • SKYwalker

    Secondo voi, ora all’estero ci sono persone che si stanno industriando per mettere i sottotitoli in inglese alle 2 puntate?

    • Alberto

      in inglese direi di no, dato che è già girata in quella lingua ;)
      Però secondo me può essere abbastanza appetibile a livello internazionale, un po’ per la qualità dell’opera (che, aldilà delle solite opinioni sprezzanti degli odiatori di professione, mi sembra quantomeno dignitosa) un po’ per il fascino del Rinascimento. Noi italiani siamo abituati ad autoflagellarci per sport, ma ci sono aspetti della nostra storia e della nostra cultura che sono apprezzati in tutto il mondo (infatti ci “saccheggiano” spesso, vedi i vari Rome, Spartacus, Da Vinci’s Demons, Dan Brown, etc.) ed era ora che qualche produzione nostrana provasse ad affrontarli con un po’ di convinzione.

      • Francesca

        Mi pare che Rome fosse anche una coproduzione con la Rai ma potrei sbagliarmi

        • Alberto

          sì, ora che ci penso anche a me sembra di ricordare che fosse così (ma comunque in quel caso la Rai giocò un ruolo abbastanza secondario, credo)

        • kazimir77

          Sì, la Rai chiedeva anche di girare scene alternative per il nostro mercato, come la scena del bagno sacrificale nel sangue di toro, nella versione italiana è stata girata nel latte. Hanno così tanto frodato hbo con gli affitti di Cinecittà che la rete americana non è più tornata. Avidità miope

  • B.

    Apprezzo tantissimo lo sforzo del patrio canale, ma non posso permettermi neppure una “visione di incoraggiamento” di queste serie “vorrei, ma ancora non posso”. Il tempo è troppo poco e va dedicato a ciò che merita. In Italia, non penso manchino i talenti, sia per quanto riguarda la scrittura che per ciò che concerne la messa in scena di serie d’alta qualità. Come sempre, però, manca la volontà di fare il grande salto semplicemente perché la “mission” della generalista italiana rimane la produzione di “camomilla per anziani” (cit. P.Virzì) con, ogni tanto, qualche “foglia di fico” per dare l’illusione del cambiamento.

  • Maria Tre

    Ho sentito parlare di questi sceneggiati di qualità della Rai, però mi piacerebbe sapere quali sono quelli più memorabili, sono veramente curiosa :)

    • Eleonora Gasparella

      Il Segno del Comando in primis, l’Amleto con Carmelo Bene. A tal proposito ti segnalo un bell’articolo: http://www.iltascabile.com/linguaggi/leta-delloro-della-rai/

      • Maria Tre

        Grazie mille! L’articolo mi è piaciuto molto, ora vedrò di recuperare tutti questi sceneggiati! :)

  • Libra

    Bellissimo articolo, finalmente una recensione ad ampio respiro e soprattutto fatta con raziocinio e senza essere prevenuti (e per questo ringrazio che sia stata Eleonora a scriverla e non gli altri della redazione di SerialMinds ;) )

  • Andrea

    Serie oscena, “molto italiana”: didascalica, sceneggiatura ridicola (i dialoghi…), regia piatta, Madden monoespressivo…
    E non si tratta di “andare contro” perchè è una roba italiana, The Young Pope è un cazzo di capolavoro, sta roba è una soap(orcata).

Una serie a caso

Stranger Things (6)

Abbiamo visto in anteprima Stranger Things, la serie Netflix che sembra I Goonies

Ultimi commenti

  • The Walking Dead 8 season finale: forse riusciamo a fare un passo avanti

    20 aprile 2018 - jackson1966
  • Collateral – La serie tv crime dove tutti sono protagonisti

    20 aprile 2018 - Matteo Iommi
  • The Walking Dead 8 season finale: forse riusciamo a fare un passo avanti

    20 aprile 2018 - Ciccio Baciccia

Incipit

Categorie

Brit Copertina Copertina Pilot Curiosità Completamente a Caso Duello Imperdibili Interviste I perché del mondo La versione di Tina Manuale del perfetto serialminder Necrologi Olimpo On Air Orrori Pilot Re-Pilot Salvati dall'oblio Segreteria telefonica Senza categoria Serial Comics Serial Gif Serial Moments Serial Moments al Contrario Serial News Serial Quotes Serial Surfing Serial Tweets Serial Twitter Tripilot Web Series

Top stories!

    Calendario

    ottobre: 2016
    L M M G V S D
    « set   nov »
     12
    3456789
    10111213141516
    17181920212223
    24252627282930
    31  

    Tag più frequemti

    Serie tv telefilm game of thrones netflix Serie HBO Breaking Bad gif The Big Bang Theory the walking dead homeland lost community friends grey's anatomy

    Siti Imperdibili

    • DailyBest.it
    • HotMC
    • iMAG
    • Quasi
    • Rockit.it
    • Socialmaps.it
    • Home
    • Contatti
    • Chi siamo
    • Indice
    SerialMinds.com - Created with love by BetterDays.it