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Star Trek: Discovery, detta anche Dark Star Trek

La nuova incarnazione del franchise punta su un’atmosfera diversa che già divide

di Francesco Martino | il 27 settembre 2017 | 16 Commenti
Copertina Pilot

Pictured (l-r): Doug Jones as Lieutenant Saru; Sonequa Martin-Green as First Officer Michael Burnham; Michelle Yeoh as Captain Philippa Georgiou. STAR TREK: DISCOVERY coming to CBS All Access. Photo Cr: Jan Thijs. © 2017 CBS Interactive. All Rights Reserved.


Vi è mai capitato di ritrovarvi in uno di quei lunedì in cui siete più stanchi della settimana precedente? Vi svegliate la mattina, vi rendete conto che nel weekend appena trascorso avete fatto di tutto tranne che riposarvi, e vi alzate dal letto pensando già a quanto sarà bello quando ci ritornerete tra circa dodici ore. Ecco, l’altro ieri era uno di quei lunedì, uno di quei giorni in cui non vedevo l’ora di tornare a casa per non fare altro che mettermi a dormire rimandando qualsiasi impegno preso in precedenza. Ma nonostante il sonno e un inevitabile principio di influenza che mi perseguita da ieri, la voglia di vedere Star Trek: Discovery era tanta, dovuta principalmente a tre motivi: la fama storica della saga, i nomi coinvolti in questa operazione, e i feedback quasi folli circolati dopo la messa in onda negli USA.

Ma facciamo un passo indietro: che roba è Star Trek: Discovery? Nato dalle menti di due signori come Bryan Fuller (che però ha mollato la funzione di showrunner abbastanza presto, per dedicarsi meglio ad American Gods) e Alex Kurtzman (Fringe e la recente trilogia cinematografica di Star Trek), la serie si pone come un prequel ambientato circa dieci anni prima della serie originale (quella con Kirk e Spock), e segue le vicende dell’astronave Discovery e le conseguenze di una guerra non-troppo-fredda con la celeberrima razza Klingon, guidata da T’Kuvma. I primi due episodi fungono a tutti gli effetti da introduzione quasi a se stante dei fatti principali, non mostrandoci ancora l’equipaggio fatto e finito, ma presentando la vera protagonista della serie: Michael Burnham (Sonequa Martin-Green), primo ufficiale e primo essere umano ad aver studiato al Centro della Conoscenza di Vulcano e all’Accademia delle Scienze vulcaniana agli ordini di Sarek, ma soprattutto amica e collega del capitano Philippa Georgiou (Michaelle Yeoh).

Pictured (l-r): Michelle Yeoh as Captain Philippa Georgiou; Sonequa Martin-Green as First Officer Michael Burnham. STAR TREK: DISCOVERY coming to CBS All Access. Photo Cr: Dalia Naber. © 2017 CBS Interactive. All Rights Reserved.

Il rapporto tra le due viene messo al centro del conflitto tra la flotta Klingon e la Shenzhou, sviluppandosi in ottanta minuti visivamente spettacolari, in grado di reggere agilmente il confronto con molti colleghi del grande schermo. Come ogni buon appassionato seriale saprà, davanti a un pilot così “pompato” si nasconde sempre il rischio di un proseguimento di più basso profilo. Della serie “avevamo dieci mele, otto le abbiamo spese nei primi due episodi fra effetti speciali e trucchi supercomplessi, e le altre due le usiamo per finire la serie girando in corridoi grigi con le luci al neon”.
Ma è decisamente troppo presto per dirlo, così come potrebbe essere troppo presto per parlare già di una serie che “tradisce” l’anima della saga. Eppure gran parte del mio interesse per Discovery veniva anche da qui, dai moltissimi commenti letti online, pareri divisi nettamente in due schieramenti: da un lato un bel numero di critici entusiasti, dall’altra una larga quota di fan delusi.

L’impressione iniziale è che Discovery stia cercando uno nuovo stile per Star Trek, più oscuro, drammatico e intenso, una specie di versione più adulta e dark del concept iniziale pensato da Gene Roddenberry. Una scelta che nel doppio pilot sacrifica parte del tema della scoperta (curioso per una serie che si chiama “Discovery”), in favore di una narrazione più sincopata che usa elementi già conosciuti (la Federazione, i klingon, la ferrea logica vulcaniana) per costruire uno scenario politico-militare più duro e contrastato. Da qui l’entusiasmo di molti critici, attratti dal sapore della novità e dalla creatività altamente cinematografica di molte immagini (anche a fronte di qualche incoerenza della trama), e la contemporanea delusione di molti fan di vecchia data, che denunciano lo smarrimento dell’anima originaria di Star Trek.
Si arriva al paradosso per cui molti fan ortodossi della saga si sono ritrovati a storcere il naso di fronte a Discovery, preferendogli The Orville, la nuova serie di Seth McFarlane che di Star Trek è un omaggio-parodia, ma che proprio per questo sembra capace di coglierne un certo senso profondo, più curioso e fanciullesco, che permea la costruzione delle storie e perfino la messa in scena, spesso palesemente vintage.
Qui a Serial Minds il Castelli non è rimasto convinto da The Orville, ma per motivi che non c’entrano con il rapporto con il materiale originario, rapporto che a sorpresa sta diventando una chiave importante nell’apprezzamento da parte di un certo tipo di pubblico.

Pictured: Chris Obi as T'Kuvma. STAR TREK: DISCOVERY coming to CBS All Access. Photo Cr: Jan Thijs. © 2017 CBS Interactive. All Rights Reserved.

La verità, nel lungo periodo, starà probabilmente nel mezzo. Se è vero che Discovery sembra allontanarsi dalle atmosfere tanto care ai fan di lungo corso, è altrettanto giusto dire che un prodotto di questo tipo ha esigenze più larghe dell’autoghettizzazione per compiacere una ristretta cerchia. La stessa scelta di un prequel, che non avesse bisogno di fare i conti con le mille storie raccontate da Kirk in poi, sembra un chiaro segnale della volontà di rendersi appetibili anche a un pubblico nuovo che Star Trek non l’ha mai vista prima. Allo stesso tempo, non è affatto escluso che questa introduzione così violenta e guerresca lasci poi il passo a puntate più autoconclusive e più vicine al solco della tradizione.
Mai come in questo caso, dunque, è davvero troppo presto per dare giudizi definitivi su una serie che in due episodi introduttivi ha soprattutto deciso di mostrare tutti i suoi muscoli. La verità arriverà con il tempo, ma quello che conta è che, al momento, Star Trek: Discovery si merita comunque una certa attenzione.
Ci risentiremo.

Perché seguire Star Trek: Discovery: una serie che promette una narrazione accattivante con un reparto visivo al momento notevole. Il tutto, fra l’altro, sul vostro account Netflix.
Perché mollare Star Trek: Discovery: Se siete fra quelli che, dopo anni di Star Trek, non si sentono a casa nelle nuove atmosfere di Discovery.

Star Trek Discovery (2)

Taggato con: Serie tvstar trekstar trek: discoverytelefilm



  • Francesco Papa

    Seguirò The Orville…Questa robaccia la lascio ai neofiti. ..

    • Angelo Bacaloni

      Da una parte è vero; una puntata random di star trek ng o voyager mi facevano cenare se ero solo. Questo peró spacca ragazzi. Inutile lamentarsi, è alla stregua dei film su grande schermo. Ora mi servirebbe una serie sequel per Ghost in the Shell e sarei apposto, pronto per essere seppellito ahahhahah

      • Francesco Papa

        Di sicuro i cabbasisi…Quelli li spacca al 100%…

  • Marconero

    Proprio perchè non mi sono mai piaciute le tinte “pastello” del primo Star Trek, mi sono piaciuti molto quelle dark di quest’ultimo. Per noi orfani di Battlestar Galactica, questa potrebbe essere la serie “giusta”…

    • Venni Simone

      Come orfano di BG mi sono rifugiato in the espanse, che tra l’ altro preferisco

      • Marconero

        In effetti, seguo e apprezzo anche The Expanse, che purtroppo non ha un grande budget…

  • Lorraine Lucien

    uffa…ora mi tocca seguirla, anche se il mio fastidio per Sonequa è profondo e radicato (Sasha anche no, grazie!) un po’ vi odio eh :P

  • Virgo Jones

    Per quanto mi riguarda è già diventata la mia serie preferita di quest’anno. A parte gli effetti speciali magnifici, ma la trama mi piace, i dialoghi sono fatti benissimo e le tematiche non solo riprendono temi cari della saga (tipo il pacifismo e la diplomazia della Federazione) ma li esaltano e li rileggono sotto una nuova luce (tipo l’idea che la guerra sia una sorta di diplomazia).

    Bellissimo.

  • Cetta De Luca

    A me è piaciuta, considerando che non ho mai seguito (forse un paio di episodi quando ero molto giovane) Star Trek. Una domanda: possibile che non abbiate dato una sbirciatina a Bad Blood?

  • jackson1966

    Ed infatti preferisco da trekker della prima ora (proprio prima ora, ho 51 anni) The Orville a manetta.
    Quando Sarek romperà le balls a Spock perchè come vulcaniano ha scelto la Flotta Stellare che, orrore, ha le armi e le usa a volte, basterà dirgli “ha parlato quello che ha suggerito di sparare per primi contro i Klingon, dicendo che lo facevano navi vulcaniane che sanno tutti rifiutano le armi”.
    Povero Roddenberry!
    E bastava non chiamarlo Star Trek comunque se si voleva fare sta roba. Mi sembra Shining di Kubrik, che di Shining di King non ha un bel tubazzo

    • Francesco Papa

      Il nostro infatti si starà rivoltando nella tomba…Purtroppo usurpano un nome, un definito universo ed una filosofia sviluppatasi nei decenni solo per merchandising…Che orrore !!!!

  • scanziani2001

    Orrendo. Mal scritto, peggio sceneggiato ed interpretato. Sicuri non sia QUESTA la parodia?

  • maltos maltus

    Prima d’esprimere un giudizio definitivo aspetto di vedere il contributo che darà jason isaacs – capitano lorca nel bilanciare gli equilibri dell’equipaggio.

    Per il resto…personalmente ho trovato questi due episodi piagati da incongruenze gigantesche che devastano la sospensione dell’incredulità:
    Il primo ufficial Burnham è stata cresciuta da Sarek. Uno dei più dotati e rispettabili ambasciatori della millenaria storia vulcaniana.Ma nei primi due episodi di questa serie fa tutto quello che è umanamente possibile per dimostrarsi il più emotivo, inaffidabile e ingestibile ufficiale di un’astronave della flotta stellare.

    Burnham è il primo ufficiale. E’ a un passo dal comando.Era già una brillante studentessa di storia,filosofia e fisica avanzata quando aveva 5-6 anni (c’è il flashback).Eppure di fronte a una anomalia spaziale (che si scoprirà essere una nave klingoniana occultata) si lancia dentro una tuta a propulsione in una zona altamente instabile per le radiazioni e le interferenze dove volano giganteschi asteroidi a una velocità di 200km al minuto invece di pianificare la spedizione di una neutra sonda automatizzata.
    Nel secondo episodio c’è una gigantesca ed epica battaglia tra astronavi terrestri e klingoniane. Più di 20 per parte. Non è mai stata inscenata una battaglia di queste proporzioni nella storia della serie per l’impossibilità di restituire l’epica di un confronto del genere senza un budget e scelte registiche adeguate.E infatti lo scontro è rappresentato in maniera patetica. Saranno morti più di 20mila esseri viventi in quei vascelli…ma nessun senso d’urgenza o di disperazione collettiva viene ricreato.Tutto ruota intorno a Durnham.Tutto si risolve in meno di cinque minuti.
    Sarek ad un certo punto fornisce a Durnham la spiegazione di come i vulcaniani e i klingoniani abbiano posto le basi dei loro trattati di pace (ed uno li si domanda…ma Sarek..a questa gl’ha insegnato addirittura la presa vulcaniana ma non l’ethos..le basi etiche e storiche della sua civiltà?). Durnham si fa subito in quattro per applicarla…senza rendersi conto…che manca proprio il presupposto fondamentale:subire inermi una strage iniziale ed essere vittime di una dichiarazione di guerra altrui.

    A molti spettatori sembreranno tutte osservazioni stupide e pedanti. Questi spettatori sono abituati a giudicare il valore di uno spettacolo dalle emozioni che è in grado di suscitare nella sua platea indipendentemente dal rispetto del materiale originale che viene usato come base di una storia o una sceneggiatura.E’ una prospettiva legittima. Ed è anche il motivo per cui questa serie può avere successo per il suo semplice sforzo produttivo (Effetti speciali e cura nella ricostruzione scenografica di qualità cinematografica) e per la sapienza nel dosare tensione e spettacolari e pirotecniche scene d’azione.

    Io personalmente ritengo che ancora una volta i produttori abbiano scelto di recuperare lo spirito pioniere della Federazione dei Pianeti Uniti ai suoi esordi solo per usare una scorciatoia e inscenare quello che volevano senza adeguarsi alla visione di Rodenberry. La guerra nelle serie di Star Trek non era solo l’ultima ratio ma erano anche prima di tutto sacrificio per la sopravvivenza.Gli equipaggi erano sempre disposti a morire delimitare le conseguenze di un conflitto.Il sacrificio era la costante della natura umana rappresentata.In questi primi due episodi il capitano Dunham ammazza (inavvertitamente per sfuggire al suo attacco) nello spazio profondo il klingoniano di un primo centenario contatto mettendo a repentaglio l’intera Federazione. Non c’entra nulla che i klingoniani volevano la guerra a prescindere.C’entra la coerenza, la coesione dell’universo narrativo. Come diavolo ha fatto l’umanità a creare una Federazione dei Pianeti Uniti se non è nemmeno in grado d’impegnarsi in un confronto scevro di fraintendimenti e pregiudizi con altre civiltà aliene?In questi due episodi…umani e klingoniani non comunicano mai. Il capitano umano invia l’ologramma di pace unilaterale (dopo che il suo primo ufficiale ha ammazzato il guerriero klingoniano).Il klingoniano T’KuvmA invia l’ingannevole messaggio d’attracco di una delegazione…..
    Secondo me…Star Trek dopo essere stata assorbita da Disney…è diventata solo questa cornice pittoresca. In questa serie..già sono palesi le contaminazioni: l’effetto ologramma da “aiutami Obi Wan” viene ripreso ovunque.I dialoghi sono diventati in rapporto all’azione 1 su 10. Non mi stupirei se nei prossimi episodi apparissero pure le spade laser….

  • maltos maltus

    Prima d’esprimere un giudizio definitivo aspetto di vedere il contributo che darà jason isaacs – capitano lorca nel bilanciare gli equilibri dell’equipaggio. Per il resto…personalmente ho trovato questi due episodi piagati da incongruenze gigantesche che devastano la sospensione dell’incredulità:
    SEGUONO SPOILER:

    1) Il primo ufficial Durnham è stata cresciuta da Sarek. Uno dei più dotati e rispettabili ambasciatori della millenaria storia vulcaniana.Ma nei primi due episodi di questa serie fa tutto quello che è umanamente possibile per dimostrarsi il più emotivo, inaffidabile e ingestibile ufficiale di un’astronave della flotta stellare.
    2) Durnham è il primo ufficiale. E’ a un passo dal comando.Era già una brillante studentessa di storia,filosofia e fisica avanzata quando aveva 5-6 anni (c’è il flashback).Eppure di fronte a una anomalia spaziale (che si scoprirà essere una nave klingoniana occultata) si lancia dentro una tuta a propulsione in una zona altamente instabile per le radiazioni e le interferenze dove volano giganteschi asteroidi a una velocità di 200km al minuto invece di pianificare la spedizione di una neutra sonda automatizzata. 3) Nel secondo episodio c’è una gigantesca ed epica battaglia tra astronavi terrestri e klingoniane. Più di 20 per parte. Non è mai stata inscenata una battaglia di queste proporzioni nella storia della serie per l’impossibilità di restituire l’epica di un confronto del genere senza un budget e scelte registiche adeguate.E infatti lo scontro è rappresentato in maniera patetica. Saranno morti più di 20mila esseri viventi in quei vascelli…ma nessun senso d’urgenza o di disperazione collettiva viene ricreato.Tutto ruota intorno a Durnham.Tutto si risolve in meno di cinque minuti.
    4) Sarek ad un certo punto fornisce a Durnham la spiegazione di come i vulcaniani e i klingoniani abbiano posto le basi dei loro trattati di pace (ed uno li si domanda…ma Sarek..a questa gl’ha insegnato addirittura la presa vulcaniana ma non l’ethos..i principi etici, logici e storici della sua civiltà?). Durnham si fa subito in quattro per applicarla…senza rendersi conto…che manca proprio il presupposto fondamentale:subire inermi una strage ed essere vittime di una dichiarazione di guerra altrui.

    A molti spettatori sembreranno tutte osservazioni stupide e pedanti. Questi spettatori sono abituati a giudicare il valore di uno spettacolo dalle emozioni che è in grado di suscitare nella sua platea indipendentemente dal rispetto del materiale originale che viene usato come base di una storia o una sceneggiatura.E’ una prospettiva legittima. Ed è anche il motivo per cui questa serie può avere successo per il suo semplice sforzo produttivo (Effetti speciali e cura nella ricostruzione scenografica di qualità cinematografica) e per la sapienza nel dosare tensione e spettacolari e pirotecniche scene d’azione. Io personalmente ritengo che ancora una volta i produttori abbiano scelto di recuperare lo spirito pioniere della Federazione dei Pianeti Uniti ai suoi esordi solo per usare una scorciatoia e inscenare quello che volevano senza adeguarsi alla visione di Rodenberry. La guerra nelle serie di Star Trek non era solo l’ultima ratio ma erano anche prima di tutto sacrificio per la sopravvivenza.Gli equipaggi erano sempre disposti a morire per delimitare le conseguenze di un conflitto.Il sacrificio era la costante della natura umana rappresentata.In questi primi due episodi il capitano Dunham ammazza (inavvertitamente per sfuggire al suo attacco) nello spazio profondo il klingoniano di un primo centenario contatto mettendo a repentaglio l’intera Federazione. Non c’entra nulla che i klingoniani volevano la guerra a prescindere.C’entra la coerenza, la coesione dell’universo narrativo. Come diavolo ha fatto l’umanità a creare una Federazione dei Pianeti Uniti se non è nemmeno in grado di rischiare in un confronto scevro di fraintendimenti e pregiudizi con altre civiltà aliene?In questi due episodi…umani e klingoniani non comunicano mai. Il capitano umano invia l’ologramma di pace unilaterale (dopo che il suo primo ufficiale ha ammazzato il guerriero klingoniano).Il klingoniano T’KuvmA invia l’ingannevole messaggio d’attracco di una delegazione….. Secondo me…Star Trek dopo essere stata assorbita da Disney…è diventata solo questa cornice pittoresca. In questa serie..già sono palesi le contaminazioni: l’effetto ologramma da “aiutami Obi Wan” viene ripreso ovunque.I dialoghi sono diventati in rapporto all’azione 1 su 10. Non mi stupirei se nei prossimi episodi apparissero pure le spade laser….

  • Giovanni Faga

    I primi due episodi sembravano avere un pochino di senso, sebbene tutto venga dipanato a velocità incontrollata per suggerire un senso di urgenza e ansia che a volte scade nel ridicolo. Ma vabbè, ho provato a vedere la terza. Pessimo episodio, anzi di più, episodio che decreta lo spostamento di Star Trek nella zona “non-la-seguo-più”.
    La quantità infinita di pressapochismo scientifico è disarmante, [SPOILER] i viaggi con le spore? La fisica e la biologia nella meccanica quantistica? Mentre ascoltavo i dialoghi ho creduto di aver sbagliato episodio, forse era un trailer… Davvero brutto, scritto male, con tempi sbagliati, personaggi ridicoli. Ciao Ciao Discovery.

    • maltos maltus

      Le spore a super curvatura per me sono la quota midiclorian dell’episodio. Per il resto…grandissima fattura di scenografia, trucco, FX a parte…a me ricorda tutto una clonata sciapa di The Expanse (c’è praticamente tutto…la guerra di un umanità stordita sparpagliata in navette di superstiti autogestite, il macellaio d’innocenti biasimato da tutti che cerca riscatto che in questo caso coincide con la stessa protagonista di colore con acconciatura afro-rasata, la creatura-intelligenza sintetica mortale che finirà per rivoltarsi contro il suo creatore). E The Expanse…è una gran bella copia di Galactica…Com’è hanno commentato in molti In rete..hanno messo il bollino Star Trek a una cosa che dovrebbe essere la metafora della guerra tra Trump e i suprematisti bianchi che vogliono conservare la loro identità e purezza (i klingon) contro tutti gli altri..i buoni del globo (la Federazione) che vuole la globalizzazione e la pretende con la stessa misericordia dei Borg ( o ti fai assimilare o sei polverizzato)

Una serie a caso

maron csokas falcon canal + sky zdf

Falcon – Il Commissario Montalbano in versione inglese

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