9 Ottobre 2019 7 commenti

Mr. Robot: il ritorno (per fortuna) facile di Elliot & Co. di Diego Castelli

Dopo quasi due anni, Mr. Robot torna con un episodio di buona suspense e dalle idee chiare

Copertina, Olimpo, On Air

SPOILER SULLA 4X01

Bisogna parlare del ritorno di Mr. Robot, una serie assente dagli schermi da tipo 22 mesi, nei quali peraltro è successo un po’ di tutto, tipo che il suo protagonista Rami Malek ha vinto un oscar e gli Stati Uniti, sotto Trump, sono diventati un po’ più simili al mondo distopico raccontato dalla stessa Mr. Robot.
Ma a parte queste considerazioni extra-seriali, i 22 mesi hanno avuto un effetto molto più concreto sulle nostre vite: per esempio, non mi ricordavo più una sega di quello che era successo alla fine della stagione precedente.
Il che è un problema in generale, e ancora di più per Mr. Robot, uno show così stratificato e pieno di dettagli, che a volte è difficile star dietro alla trama mentre stai guardando una stagione, figurati due anni dopo l’ultima.

E qui bisogna fare il primo plauso a Sam Esmail, creatore della serie nonché sceneggiatore e regista di questa ultima premiere. Perché la 4×01, lungi dal cercare di incasinarci ancora di più il cervello, sceglie di partire col botto e proseguire col thriller.
Il botto, naturalmente, è la morte di Angela, personaggio cardine delle prime tre stagioni, alternativamente amica/interesse amoroso/bussola morale di Elliot, che nel tentativo di fare la cosa giusta aveva finito con l’essere manipolata da Whiterose e il Dark Army. Resasi conto del problemino, in questi primi minuti Angela parla al padre e manifesta la sua intenzione di fare tutto il possibile per sconfiggere Whiterose, senza sapere che Pierce è lì proprio per farla desistere e, così, salvarle la vita. Non ci riesce, è costretto ad allontanarsi tutto frustrato e addolorato, e dietro di lui, ormai in lontananza, vediamo due uomini piazzare fredde pallottole nel cranio della povera bionda.

Un inizio shock che ha anche l’effetto di procedere a una prima, importante tabula rasa a beneficio dello spettatore. Se anche non avessimo visto una sola puntata di Mr. Robot fino a ora, non sarebbe comunque difficile ricostruire almeno per sommi capi le forze in campo, che a questo punto si riassumono in un semplice – ma narrativamente efficace – Elliot contro White Rose.
La morte di Angela scatena in Elliot un potente senso di colpa che lo porta a ritornare in trincea, alla battaglia giorno per giorno, un po’ come accadeva nel pilot. E qui c’è il secondo tocco di classe di Esmail, che introduce un personaggio mai visto prima (Freddie), che morirà in questo stesso episodio ma che ci regalerà una scena di grande suspense, in cui Elliot lo ricatta (è un avvocatucolo pedofilo con le mani in pasta col Dark Army) per ottenere informazioni decisive alla sconfitta di Whiterose.
Tutta la sequenza è scritta e girata quasi senza sbavature, e l’avvicinamento fra Elliot e Freddie, a sua volta braccato proprio dagli uomini del Dark Army, è intriso di una suspense d’altri tempi, quando i thriller erano soprattutto personaggi terrorizzati che spremevano ogni energia dal corpo per sfuggire a inseguitori anonimi e terrificanti.

Freddie, come detto, muore suicida, una mossa disperata che Elliot non aveva previsto. E da qui ci si butta in un gorgo che porterà a un finale di episodio in cui il protagonista sembra proprio-morto, ucciso da un misterioso sicario interpretato dallo stesso Sam Esmail (che fa fare un brevissimo cameo anche alla moglie Emmy Rossum, la Fiona di Shameless), salvo poi essere resuscitato, appena dopo un finto titolo di coda, dagli uomini di Pierce. In mezzo, il tentativo di Elliot e del suo alter ego Mr. Robot, di usare le informazioni ottenute da Freddie per colpire Whiterose, senza sapere che in realtà si stavano infilando in una trappola.
In questa dinamica c’è l’altra bella sorpresa dell’episodio, cioè il fatto che Elliot è sì tornato in buoni rapporti col padre finto, ma anche così preso dai suoi propositi di vendetta da non riuscire più a fare le cose con la necessaria cura. E non c’è niente di meglio, per rendere lo spettatore ben conscio di questa cosa, che dare a Mr. Robot stesso il compito di rompere la quarta parete e parlare direttamente con noi, una mossa finora esclusiva prerogativa di Elliot, che una volta passata a Mr. Robot diventa il simbolo di un disordine pericolosissimo.

Insomma, un buon episodio. E la mia sorpresa non è certo legata alla qualità generale della serie, che ormai è un piccolo cult, bensì proprio alla capacità di rendersi conto che, dopo tutto questo tempo, per rientrare nel mondo di Elliot serviva una puntata il più possibile semplice, pur nelle esigenze dello show. Così è stato, con l’unione di un thriller di facile ingresso alla strana atmosfera natalizia, e poi con la semplificazione delle linee narrative (va ricordato il ritorno di una Darlene particolarmente fatta, e di una Dom impaurita per la madre e le minacce del Dark Army) e con la solita classe nel mettere in scena con grande eleganza i punti chiave della storia, prendendosi anche qualche libertà: in questo senso ho letto qualche critica sia al fatto che Elliot e Mr. Robot facciano troppo spesso cose contemporanee e incompatibili col fatto di essere una persona sola, sia alla drammaticità del finale, in cui la morte di Elliot, messa in scena come se fosse vera, si rivela uno scherzone in due-secondi-due.

Sono in disaccordo con entrambe le critiche: lo scollamento fisico fra Elliot e Mr. Robot è sì meno realistico di un tempo, ma allo stesso tempo è sempre più importante a livello metaforico, con una scissione che si fa sempre più destabilizzante, pure più di quando non andavano d’accordo e si alternavano al comando del corpo di Elliot. Ugualmente, la drammaticità del finale (chi poteva credere alla morte di Elliot?) funziona come una specie di punto fermo a una puntata che volutamente è una giunzione fra le scorse stagioni e l’ultima: ci siamo emozionati, abbiamo patito, siamo stati reimmersi a forza, senza possibilità di noia, nel mondo di Mr. Robot. Ora, se anche la seconda puntata stagionale tornerà a essere densa e articolata, non ci saranno problemi, siamo di nuovo qui, e per usare le ultime parole dell’episodio, pronunciate da Pierce: “Welcome back, mr. Alderson”.

Argomenti mr. robot, sam esmail


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