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Carol’s Second Act e The Unicorn – Due serie tv di epoche differenti

The Unicorn e Carol’s Second Act: come entrare in un negozio di telefoni e vedere uno smartphone onesto accanto a un telefono per anziani

di Marco Villa | il 21 Novembre 2019 | 5 Commenti
Copertina Pilot

Carol’s Second Act e The Unicorn. Due serie molto diverse tra loro sotto ogni punto di vista, eppure le trattiamo insieme. Per spiegare il motivo, lasciateci fare una similitudine che la prende un po’ alla larga. Siamo in un negozio di telefonia: davanti a noi tutti gli smartphone ultimo modello, con schermi giganteschi e sempre più obiettivi per scattare foto. Poi un po’ di lato quelli di fascia media o più economica, ma comunque smartphone. E poi arriva la teca un po’ più sfigata, quella con i telefoni per gli anziani, senza fronzoli e con funzioni semplificate. Una linea di prodotti marginale rispetto alla produzione e vendita di telefoni, ma comunque con un suo pubblico di riferimento molto importante, per quanto – rispetto agli ultimi modelli di smartphone – sembrino appartenere a un’altra epoca.

Ecco, eliminate il negozio di telefonia e sostituitelo con il genere comedy: se prendete The Unicorn avrete un prodotto di ultima generazione, magari non il più scintillante, ma comunque contemporaneo. Carol’s Second Act, invece, è l’equivalente del telefono per i nonni, che fa simpatia con i suoi tastoni giganti, ma che non finirà mai nelle vostre tasche.

The Unicorn è in onda su CBS dal 26 settembre (sì, siamo un pelo in ritardo) e ha per protagonista l’ottimo Walton Goggins (The Shield, Justified e Vice Principals per citare le prime tre che vengono in mente), che interpreta un vedovo con due figlie a cui badare e una vita personale che fatica a tornare alla normalità. A un anno dalla morte della moglie, per cercare di spronarlo, gli amici lo fanno iscrivere a un’app di dating, dove scopre di essere desiderabilissimo: affidabile, responsabile, senza crisi di mezza età. Un essere mitologico, l’unicorno del titolo appunto.

Anche Carol’s Second Act è in onda su CBS dal 26 settembre ed è ambientata in un ospedale: la Carol del titolo è Patricia Heaton (The Middle), che interpreta una donna che si reinventa post-divorzio, studiando medicina e finendo a fare la specializzanda a un’età in cui di solito si tende ad andare in pensione. Scontro generazionale, saggezza dell’età, esuberanza della gioventù. Nota di colore: c’è Kyle MacLachlan che interpreta un primario.

Due comedy che si fatica a pensare come possano andare in onda insieme, non nel senso del medesimo network, ma del medesimo decennio. Carol’s Second Act ha le risate sotto e uno stile che 15 anni fa si sarebbe definito classico, ma che ora è del tutto fuori dal tempo: battute sulla differenza d’età come argomento principale, buoni sentimenti a mitigare ogni spigolosità. The Unicorn è invece una comedy contemporanea, che vuol far ridere, ma che non ricorre a schemi già stravisti e che sa concedersi sfumature di amarezza: non è niente di eccezionale, è semplicemente una serie che fa il suo, ma con la consapevolezza del panorama che la circonda e del contesto in cui vive.

L’abbiamo detto, lo ribadiamo: serie che provengono da ere televisive differenti, con obiettivi differenti, che finiscono per trovarsi all’interno dello stesso ecosistema. Tornando alla similitudine iniziale: comprarsi un telefono non all’ultimo grido è una scelta sensata e condivisibile, a patto di sapere che esistono prodotti migliori. Comprarsi il telefono dei nonni è invece piuttosto insensato a meno che non siate tra quelli che hanno bisogno di sfoggiare in ogni istante la propria radicale diversità. Però no, dai, anche in quel caso: lasciate perdere Carol’s Second Act

MiglioreNuoveSerie1

Taggato con: the unicornwalton goggins



  • Ayanami

    Sono una donna semplice: se c’è Kyle McLachlan, lo guardo.

  • Giovanni (Travis)

    E invece no: è strafico che entrambe i prodotti coesistano ed entrambe i prodotti siano validi in questa epoca. Con Unicorn si sorride e si riflette su un tema (abbastanza ) attuale, con Carol second Act si ride e si ritrova la sicurezza di una serie che sai come sarà anche alla (eventuale) decima serie. Coesistono ed è giusto che sia così. Pura questione di gusti.

    • Hugo Drodemberg

      Son d’accordo, anche se non mi sembra strafico, ma semplicemente un atteggiamento sensato per un network che non voglia escludere a priori fasce d’ascolto

      • Giovanni (Travis)

        Strafico per me. Mi piacciono entrambi i modi di fare una comedy ed è strafico che la tv americana stia mandando avanti tutti e due in maniera ‘quasi’ uguale

  • Anto

    Fun fact (non così fun): rischiano entrambe la cancellazione, soprattutto Carol’s Second Act.

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