Logo

   
Navigation
  • Home
  • Serie Nuove
  • Brit
  • Serial Moments
  • Serial Surfing
  • Serial Gif
  • Indice
  • Chi siamo

Watchmen 1×07: stupiamoci ancora

Un altro episodio eccezionale per una serie che ormai è un instant classic

di Diego Castelli | il 3 Dicembre 2019 | 50 Commenti
Copertina Olimpo On Air

SPOILER TOTALI SULLA 1X07

Siamo alla terza recensione di fila di Watchmen, e francamente non se ne può fare a meno. Se il sesto episodio è stato un gioiello stilistico e tematico, che ha lavorato soprattutto sul passato per delineare meglio il mondo in cui i personaggi già si muovono, il settimo è altrettanto potente, perché parte delle basi poste nella puntata precedente per costruire uno slancio in avanti fatto di grosse sorprese e allettanti promesse. Soprattutto, in un miscuglio calibratissimo fra spiegoni e invenzioni visive, è l’episodio che affronta quella che finora era la domanda più banale che poteva venire in mente a un lettore di Watchmen messo di fronte a una serie tv ispirata al capolavoro a fumetti: dove diavolo è Doc Manhattan?

La serie ha già fatto cenno al semidio bluastro che è uno dei simboli più conosciuti della storia immaginata da Alan Moore, ma ovviamente la sua mancanza si è fatta sentire soprattutto per i lettori del fumetto, che sanno bene quanto peso specifico (filosofico, fantascientifico, immaginifico) ci sia nella figura di uno scienziato trasformato nell’unico supereroe (più “super” che “eroe”, a dire il vero) di un mondo in cui gli eroi mascherati sono sostanzialmente persone normali. E intendiamoci, se n’è sentita la mancanza non perché la serie sia sembrata monca finora, ma semplicemente perché la sua figura è troppo importante nell’universo di Watchmen, per poterne fare a meno troppo a lungo senza far venire pruriti vari.

In realtà, nemmeno in questo episodio vediamo il Dottor Manhattan, ma la sua essenza pervade quasi ogni scena.
D’altronde la puntata inizia parlando proprio di lui, in un documentario d’annata in cui si ripercorre in breve tempo la sua epopea: una creatura ex umana nata da un incidente di laboratorio, che diventa così potente da consentire agli Stati Uniti di vincere la Guerra del Vietnam, trasformando la nazione asiatica nel 51esimo stato degli USA. Un eroe dai tratti divini che però, a un certo punto, decide di abbandonare l’umanità e trasferirsi su Marte.
Quello che vediamo, in un flashback con Angela protagonista, è un Vietnam dove la figura mitologica di Doc Manhattan si è trasformata in una gran mole di gadget, spillette e pupazzi venduti ai turisti. L’Angela bambina, nata e cresciuta lì con mamma e papà (lui è il figlio di William), assiste alla morte dei genitori in un attentato orchestrato dai ribelli che vogliono scacciare l’invasore a stelle e strisce. Sì insomma, che si tratti della realtà o del mondo di Watchmen, l’imperialismo statunitense non cambia mai troppo la faccia.

Quando Angela si risveglia scopre di essere attaccata a un tubo con cui Lady Trieu la sta curando dopo l’overdose di Nostalgia. Da quello che capisce, e che capiamo noi, all’altro capo del lungo tubo dovrebbe esserci proprio William, la cui biologia dovrebbe aiutarla a liberarsi dalle tossine. Ma la Trieu le impedisce di vederlo.
Dopo aver visto il marito di Angela tentare senza successo di fare visita alla moglie, ci spostiamo su Laurie, che dopo un breve cenno agli uomini della Settima uccisi da Wade (non sapremo altro di lui in questo episodio), va a casa della vedova di Judd per metterla a parte delle sue recenti scoperte sul passato di Angela.
E qui abbiamo la prima grossa sorpresa: informata da Angela sulla possibilità che il marito defunto abbia fatto parte della Settima, con l’idea di aiutare il senatore Joe Keene a diventare Presidente di una nazione in cui non sarebbe stato facile distinguere fra poliziotti buoni e poliziotti cattivi ( tutti accomunati dalla maschera), Jane fa l’ingenua giusto per un minutino, perché poi prende un telecomando abbastanza buffo e, dopo qualche tentativo, riesce ad attivare la botola sotto la poltrona di Laurie: non solo la detective ci aveva visto giusto, ma la moglie di Crawford era pure in combutta con la Settima.

Tornati da Angela, la vediamo fare test psicologici con la figlia della Trieu, che le impone qualche riflessione sulla sua scelta di fare la poliziotta, pur sapendo che avrebbe messo in pericolo i suoi figli, e poi le rivela di fare spesso sogni nei panni di una vecchia.
È comunque solo un intermezzo prima di una specie di intervallo più lungo, cioè la lunga scena del processo ad Adrian Veidt. Il nostro geniale ma folle miliardario è imputato in un dibattimento in cui sia il pubblico, sia la giuria, sia l’accusa sono formati dai suoi cloni, e sullo scranno del giudice è seduto il Game Warden, l’uomo che si stava assicurando che Veidt non fuggisse dalla sua prigione dimensionale. Veniamo a sapere che il processo va avanti da un anno (???) e che l’oggetto del procedimento è molto semplice: del fatto che Veidt uccida decine e centinaia di cloni non frega niente a nessuno, cloni compresi, perché l’unica cosa che gli importa è che Veidt abbia cercato di aggirare l’unica regola di quello strano mondo, cioè il fatto che non deve provare a fuggire.
Prima di tornare alla storia principale vediamo il giudice ordinare l’ingresso in aula di un branco di maiali che, secondo lui, sono una giuria più adatta a uno come Veidt, che come unica arringa finale aveva fatto partire un sonoro peto.
Vabbè, a un certo punto capiremo qualcosa di più di questa storia, per ora è tutta una deliziosa follia.

Torniamo ad Angela che fa un tentativo (fallito) di entrare nella stanza di William, e si becca invece un altro dialogo con Lady Trieu, che rivela un particolare inquietante: la figlia non è affatto sua “figlia”, bensì un clone di sua madre a cui la donna sta somministrando pillole di Nostalgia con dentro i ricordi della genitrice defunta. In pratica, Lady Trieu vuole che sua madre assista al suo trionfo nella costruzione del Millenium Clock, ma siccome la madre è effettivamente morta, lei la sta ricreando a tavolino. Diciamo che questa scena aumenta la nostra sensazione che non ci sia praticamente nessuno, intorno ad Angela e se vogliamo Laurie, a cui le rotelle girino nel modo giusto. A colpire è soprattutto la fiducia che la sciura Trieu ripone nella logicità delle sue scelte: vorrei che mia madre fosse qui, ma siccome è morta la clono, che problema c’è? Ecco, di problemi ce ne sarebbero parecchi, o per lo meno varrebbe la pena di farsi qualche domanda. Ma che si tratti dei “buoni” (come la Trieu e William) o dei cattivi (come la Settima) l’impressione comune è che in Watchmen ci sia poca gente che ragiona e molta disposta a tutto, anche a sovvertire le leggi della natura, per raggiungere i propri scopi.

Nel successivo dialogo fra Laurie e Joe Keene aggiungiamo un altro pezzo del puzzle. Laurie non vorrebbe sentire da Joe i dettagli del suo piano, fa un po’ troppo “cattivo che spiega” e Laurie ne ha piene le balle di ste sciocchezze da supereroi e supercattivi. Il racconto di Joe, però, riesce a stupirla lo stesso: quello che inizia come un classico discorso razzista in cui il bianco privilegiato crede di essere in balia di un inesistente lobby nera (un po’ come quando nel mondo reale milioni di bianchi sul divano hanno paura di qualche migliaio di poveracci su una barca che affonda), diventa in realtà tutt’altro quando Joe le confida che l’equilibrio che vuole ristabilire non è tanto quello fra bianchi e neri, bensì quello fra bianchi e blu. Nello sgomento di Laurie, Joe sta di fatto confessando di voler rubare i poteri e l’identità a Doc Manhattan (cosa poi farà con quei poteri, cioè verosimilmente sterminare tutti i neri, non è dato sapere, ma per ora fa niente).

Di nuovo da Angela, che ascolta il discorso pubblico di Lady Trieu pre-accensione del Millennium Clock (un discorso che parla di futuro e di abbandono dei traumi del passato), e poi irrompe nella stanza dove sperava di trovare William, e dove invece trova un elefante. Come e perché non lo so, mi sfugge, se qualcuno ci ha capito di più, lo dica.
Angela inorridisce di fronte al suo collegamento con l’animale e stacca il tubo dal braccio, facendo partire un altro flashback che ci mostra il tentativo, da parte di sua nonna June (la moglie di William), di prelevare l’Angela bambina e riportarla in America. Tentativo fallito perché la nonna muore non appena ha messo la bimba in auto.

Stordita e disorientata, l’Angela adulta girovaga per la base della Trieu e finisce in una stanza dove un mappamondo luminoso dà accesso a tutte le preghiere rivolte negli anni a Doc Manhattan, fra cui il monologo che avevamo sentito pronunciare da Laurie nel terzo episodio. Angela viene raggiunta da Lady Trieu che aggiunge ulteriori ingredienti a un episodio che è letteralmente una sbornia di informazioni: la miliardaria rivela ad Angela di essere da tempo in combutta con William, che le ha chiesto aiuto per un motivo molto specifico. In pratica, il Dottor Manhattan non riceve da tempo le preghiere dei suoi “fedeli”, perché molto banalmente non è più su Marte, bensì a Tulsa, dove si nasconde al mondo vestendo i panni di un umano. L’obiettivo della Settima, come a questo punto sappiamo, è quello di ucciderlo e prenderne i poteri (come, ancora non sappiamo, ma ovviamente i loro esperimenti sul teletrasporto qualcosa c’entrano), mentre la Trieu e William vogliono impedirglielo, perché non possono lasciare che i suprematisti bianchi abbiano accesso a una simile energia.

Angela sembra non credere a una sola parola di ciò che dice Lady Trieu, ma tradisce il suo “sapere qualcosa di più” evitando di porre alla donna la domanda che è venuta subito in mente a tutti: se Doc Manhattan si nasconde fra gli umani di Tulsa, chi è?
L’ultima scena, eccezionale, è dedicata all’ultima sorpresa: Angela lascia la base della Trieu e corre a casa, dove trova il marito che, nel vederla tutta trafelata, è sia sollevato che preoccupato. Quello che capiamo nel giro di poche battute è che Doc Manhattan è proprio lui, e che Angela lo sapeva da sempre, anzi, il fatto che il marito abbiamo dimenticato chi era dopo un incidente stradale (menzionato a inizio episodio) non era altro che una tecnica con cui il potentissimo super-umano era riuscito ad auto-limitarsi, così da vestire i panni di una persona normale. Per “sbloccarlo”, Angela fa una cosa che fino all’ultimo temiamo essere una pazzia indotta da un qualche scompenso mentale: lo prende a martellate, più e più volte, fino ad aprirgli in mezzo alla fronte uno squarcio da cui, infilandoci le dita senza riserve, estrae un piccolo oggetto di metallo che rappresenta l’atomo di idrogeno, famoso simbolo del Doc Manhattan. Quello che possiamo pensare è che si tratti di uno strumento per limitare i poteri dell’ex scienziato, tanto è vero che, appena viene tolto, permette alla creatura di riaccendere il famigerato colore blu, che si riflette sul volto di Angela.

Come si è visto, l’effettivo Dottor Manhattan non compare mai durante l’episodio, se non nei filmati di repertorio, e tutta la puntata diventa qualcosa a metà fra un episodio pieno di rivelazioni decisivi, e un teaser delle cose turche che vedremo negli ultimi due episodi.
L’avevamo già detto, ma tocca ripeterlo. Il lavoro che Damon Lindelof e compagni stanno facendo con Watchmen è clamoroso, perché più che seguirlo pedissequamente, come un copione che al massimo può essere messo in scena diversamente ma non modificato, lo stanno reinventando, mantenendo il suo cuore inquietante, cinico, riflessivo sulla natura umana, aggiornandolo a nuove epoche e nuove storie.
In questo episodio – in cui spiegoni e lunghi dialoghi non stonano proprio perché, dopo sei puntate molto misteriose, eravamo bramosi di informazioni – c’è spazio sia per la trama nuda e cruda, che ci ha tenuto col fiato sospeso fino all’ultimo, sia per riflessioni di più ampia portata. Di fatto, il tema del razzismo è stato ulteriormente sviscerato ma anche diluito in un altro, quello del rapporto con la divinità e con l’ignoto. Il Dottor Manhattan, che nell’universo di Watchmen diventa quanto di più simile a una manifestazione concreta di Dio (un Dio però creato dagli umani), diventa insieme entità da venerare ma anche dittatore da distruggere.
In un tentativo che, dal loro punto di vista, profuma di libertà e autodeterminazione, la Settima sta in realtà commettendo un errore che ha un che di biblico, che sembra richiamare il morso alla mela di Adamo ed Eva o la costruzione della Torre di Babele: il tentativo di ottenere il potere supremo, il livello divino, come atto di egoismo (non ci sto a essere inferiore e per questo sono disposto a non rispettare alcuna regola pur di elevarmi), non può che portare a conseguenze catastrofiche. E tutta Watchmen, fumettistica e televisiva, risuona di questa perniciosa arroganza: quella della Settima che vuole ottenere i poteri di Doc Manhattan, quella di Veidt che ha ucciso milioni di persone perché convinto della bontà del suo piano e che ora non vuole affrontare alcuna conseguenza, perfino quella di William e quella della Trieu che in teoria è una dei buoni, ma anche una che è disposta a clonare la madre e manipolare la ragazzina risultante a suo piacimento, solo per un capriccio.

E tutto questo, paradossalmente, a fronte di una divinità (il Dottor Manhattan) che ha deciso di farsi uomo (vi ricorda qualcuno?) per motivi che ancora non conosciamo bene, ma che rivelano comunque la consapevolezza del fatto che il livello divino non è per forza una benedizione o l’unico obiettivo possibile. Anche perché, e questo lo sappiamo dai fumetti, quello è un livello in cui la consapevolezza sulla natura del mondo, sul passato e sul futuro, non è necessariamente fatta per regalare “gioia”, anzi.
Insomma, tantissime sorprese, temi che da umani si fanno divini, ma anche tante domande che rimangono senza risposta, in attesa di capire come si disputerà lo scontro finale, ma anche cosa ci sarà davvero in palio per i personaggi e per noi tutti che guardiamo.
Il tutto condito dalla solita classe visiva, perché il documentario iniziale, il processo di Veidt, le martellate di Angela, il motivetto di “Life on Mars” che punteggia il risorgere della luce blu, sono tutte perle di una messa in scena che prende i grandi temi trattati dalla serie per dargli un corpo, una sostanza, quasi un odore e una consistenza, che rimangono impressi nella mente dello spettatore come se potesse toccare con mano la materia umana e divina di cui è composta la storia allucinante che sta seguendo.

Ok, quest’ultima considerazione può sembrare un filo ubriaca. Però ragazzi, il concetto è questo qui: questi sono episodi da cui esci col cervello in pappa. Se tutta la serialità fosse così, non usciremmo più di casa.
Non che già adesso… vabbè.

Taggato con: damon lindelofwatchmen



  • ciro mito

    È più difficile spiegarla che guardarla questa serie.
    Il dubbio la memoria dell’elefante penso sia la cosa più logica

  • feigemcu66

    Ok….troppa follia per i miei gusti…e Lindelof comincia anche a buttare lì cose a caso come fa sempre (es elegante….se fosse inteso per la memoria…oooookkkk, cadutina in basso)
    Non so se la Treu è buona onestamente, quello che è arrivato dai Kent non ci è ancora stato svelato.
    Non quoto “prima o poi ci capiremo qualcosa”…con Lindelof non sempre è così ed io non dò la mia fiducia facilmente
    PS se avessimo paura di una barca saremmo fuori, io ho paura delle migliaia di barche che sono arrivate e stanno arrivando. E gli arresti di oggi dimostrano che proprio poveri disgraziati non sono (rispondo alla tua semplicistica e assurda affermazione in articolo e solo a quella. Perché un semplicismo simile da parte tua mi stranisce. Del parere altrui in loco non mi interessa nulla)

    Visivamente interessante ma, onestamente, incomincia a non bastarmi più. Vedremo. Ormai manca poco

    • Diego Castelli

      Sulla faccenda-barche facevo un esempio che secondo me calza in relazione al razzismo espresso da Keene, che parlava di un riequilibrio che lì per lì pareva legato allo scontro bianchi-neri con l’idea (assurda) che i neri in america siano più privilegiati dei bianchi. Poi in realtà il suo discorso, con un twist, finiva sugli uomini blu. Quel razzismo, di cui la società americana è impregnata (per esempio in relazioni ai messicani) è lo stesso che c’è qui da noi, quello del tuo “gli arresti di oggi dimostrano che proprio poveri disgraziati non sono”, che è quella sì una frase semplicistica che punta a giudicare un intero gruppo di persone, necessariamente assai diversificato al suo interno, sulla base della condotta di alcune di quelle persone. Che è esattamente come quando gli americani pensano (o pensavano) che tutti gli italiani fossero mafiosi per definizione, tutto lì.
      Che poi un problema migratorio esista, cioè un problema di gestione di flussi anche molto robusti di persone, nessuno lo nega, ma al momento è tuttora più un problema per loro (che muoiono come mosche) che non per la stragrande maggioranza di noi che ce ne stiamo qui a giudicarli con i pop corn in mano, il divano sotto il sedere e Netflix davanti agli occhi.

      Per il resto, non mi interessa che Lindelof spieghi TUTTO, mi interessa che spieghi quello che conta, e di solito lo fa. Peraltro trovo difficile fare le pulci a questo episodio sulla base di quel parametro, a sto giro ci ha spiegato un botto di cose, più di così diventava wikipedia.

      • feigemcu66

        Magari fosse così
        Almeno per me e per molti altri, non lo è sempre più semplicistico il tuo ragionamento (vorrei vivessi un gg in un PR….e fossi donna….altro che giudicare a vuoto)
        Io non giudico affatto quelle persone, lo fanno i loro stessi connazionali in molti modi…e, ripeto, sei tu che vivi con i pop corn e Netflix.
        Inoltre anche basta considerare gli Usa solo per quello che di brutto hanno…hanno anche tanto di bello, tra cui persone che fanno liberamente queste serie TV di “condanna”. Cosa che in molti Paesi non esiste
        Comunque è inutile continuare a discuterne….ormai sono anni che lo faccio e non sto raggiungendo nulla….ripeto, vai un gg in un PR e stai lì, ricordandoti che sei uomo, io sono donna e credi, nel 2019, per certe “persone” è il peggio che potrei essere.
        Solo quando tutto questo esploderà in faccia a chi ci crede come te, capirete l’errore.

        • Anna Monti

          Fuori da ogni intento polemico giuro che non capisco.
          Scusa la mia ignoranza ma cos’è un PR? Io conoscevo solo le Pubbliche Relazioni. E quali “persone” trovano che le donne sono il peggio che ci possa essere? (io sono una donna)
          Ripeto, mi sfugge del tutto la materia del contendere.

          • feigemcu66

            Pronto soccorso e per il resto non rispondo
            Non è il luogo
            E, come detto sopra, ho risposto solo a Castelli e degli altri non mi interessa il parere. Sono solo stufa che non si cerchi di capire paure legittime di più di metà della popolazione italiana…e che cavolo!
            Non dico essere d’accordo, ma rispettarle.
            PS non hai un intento polemico come io sono.un uomo …ma vabbè

          • Diego Castelli

            Io ho pieno rispetto delle paure della gente. Semplicemente, ritengo alcune di quelle paure infondate, quindi tutt’altro che legittime, perché quelle paure nascono in buona parte da informazioni e notizie che sono semplicemente false, veicolate apposta per alimentare paure che portano a determinati comportamenti. Se parliamo del trattamento delle donne, di storie terrificanti ne possiamo sentire tutti i giorni, in ogni parte del mondo, e noi italiani stupriamo, meniamo e insultiamo le donne in continuazione. Poi sono certamente d’accordo che ci siano differenze anche profonde tra Paesi e culture (son mica qui a dire che fra Italia e Arabia Saudita non ci siano differenze culturali nel trattamento delle donne), ma un conto è parlare di cultura, di educazione, di leggi, e un conto è parlare di razze. Presupporre che una persona sia buona o cattiva solo in base all’etnia a cui appartiene e al paese da cui arriva è una semplice follia, e ribadisco, vai a Ellis Island, dove arrivavano i migranti che andavano in America a inizio Novecento. Ci troverai volantini e libricini propagandistici che parlavano degli italiani, degli olandesi, degli irlandesi, e sai cosa dicevano dei nostri nonni e bisnonni? Le stesse identiche parole che da noi si sentono su libici, tunisini, marocchini e quant’altro.
            Io sono tutt’altro che anti-americano, sono qui a parlare di serie tv americane tutti e giorni, e sono convinto che una delle loro migliori qualità sia proprio quella di sapersi guardare allo specchio e criticarsi quando è necessario. Ma sono anche il popolo che vende armi a chiunque e in cui i neri sono oggetto di un razzismo che perservera da secoli. Entrambe le cose possono esistere, le società sono complesse, tentare di ridurre tutto a “noi buoni, loro stupratori”, o “noi lavoratori, loro ladri”, è una roba che dovremmo semplicemente smettere di fare, chiunque siano i “noi” e i “loro”.

          • feigemcu66

            Non lo fai Castelli…questa risposta è la solita risposta….una risposta sbagliata. Io lì ci sono stata eccome, sia in Africa che in un centro accoglienza
            E nessuno parla di razze da anni e anni, se non quelli che vogliono tenere vivo un nemico che è morto 80 anni fa….
            Si parla di persone che muoiono di fame non aiutate, perché non in grado di partire (vedi recente rapporto UNICEF sui morti di fame in Africa nell’ultimo anno) ed è una cosa mostruosa da vedere….
            E di altre che sono anche troppo in forma per chiedere aiuto
            Non voler vedere la realtà rende persone pericolose molto vicine a centri di potere…non accettare la non sicurezza nel proprio Paese di tante persone anche di più…ma vedo che insistete….
            Inoltre vorrei ricordare che qui si punisce chi attacca le donne, o i magistrati dovrebbero farlo (e non sono quelli che hanno paura a guidare i magistrati, ma coloro che si definiscono democratici). Loro invece pensano che per diritto religioso e di nascita nulla è dovuto ad una donna….e sono arrivati a convincere le donne stesse di questo (vista infibulazione una volta e prego il karma,sono atea, di non vederne mai più una)
            Magari capire che chi ha paura ha visto, vissuto realmente le cose descritte e per questo ha paura, come me, per il futuro dei suoi figli e ringrazio ogni gg di avere due maschi, che non segue un’onda
            Non esiste incontro finché le religioni comandano…specialmente con una che è così inclusiva da guidare tutta una società
            Non esistono morti di fame sui barconi, perché non ci possono arrivare…magari potessero
            E anche la cara Italia e l’Europa vende armi a tutti….è meno onesta degli Usa nel dirlo.
            Sui neri Usa concordo…ma sta di fatto che un Presidente nero lo hanno votato….cosa assolutamente impossibile se lo dici ad uno di 40 anni fa. Quindi passi avanti ne fanno. Faticosamente ma coraggiosamente
            Nessuno che cita mai Honk Kong, Venezuela, Corea del Nord sui diritti civili…eppure vediamo gente morire….per strada…ma gli Usa sono i cattivi
            Ed ora chiudo sul serio. Tutto sto casino nasce dalla vostra non comprensione di paure reali che vive la gente reale che non può vivere solo con Netflix et similia….la storia dovrebbe insegnare cosa succede…ma vi ostinate a non capire….ed io sono stufa di urlare per farvi capire….a questo punto succederà ciò che deve succedere. Ne sono felice? No
            Mi renderà più sicura? Sì
            La sicurezza vale la libertà? Fino a due anni fa avrei urlato no….dopo ciò che ho vissuto e vivono ogni gg i miei colleghi… si…la vale
            Tanto la mia libertà non riesco a esercitarla lo stesso per troppo buonismo in giro….e soprattutto i miei figli devono essere al sicuro. A qualsiasi costo. Ed ora non lo sono….

          • Anna Monti

            PR sta per Pronto Soccorso?
            Non ci sarei mai arrivata. Grazie del chiarimento.

            P.S. l’intento polemico se lo vuoi trovare lo trovi dappertutto ma è un problema tuo, non mio.

      • ArtBel

        “…è tuttora più un problema per loro (che muoiono come mosche) che non per la stragrande maggioranza di noi che ce ne stiamo qui a giudicarli con i pop corn in mano, il divano sotto il sedere e Netflix davanti agli occhi.”

        Ti metterei un cuoricino ma non so come si fa

  • Marconero

    A parte la potenza visiva, la costruzione di una mitologia e la narrazione di un’epica, Watchmen è una serie POLITICA. Tutto in questa serie è politica, scontro tra visioni antagoniste e inconciliabili tra gruppi di interessi (in questo caso, razziali) su come debba essere costruita una società nazionale. Castelli, la tua osservazione sui bianchi sul divano e neri sui barconi è assolutamente pertinente, non ha nulla di gratuito o di “propagandistico”. Se non si capisce questo, è inutile guardare Watchmen. Se volete vedere esseri azzurri, guardate i puffi…

    • ciro mito

      Ora mi sta piacendo .. perché ha toccato il tasto , non noto ai più , del “privilegio” .
      La vedo come un’aspra critica alla cultura bianca americana sul quanto siano avvantaggiati rispetto ai neri.

      • Marconero

        Serie straordinaria, con molti piani di lettura.

    • @.@

      Normalmente mi astengo dal commentare le serie nei loro contenuti politici, perché alla fine, come tutti i prodotti di intrattenimento, sussiste sempre la scelta se fruirne o no e quindi il problema non si pone. Ma credo che questa cultura “woke”, questo voler parlare di razzismo in assenza di razzismo oggettivo, di sessismo in assenza di sessismo ecc, stia francamente travalicando i limiti del ridicolo. In un paese che ha avuto un presidente nero, il quale si è recentemente espresso contro il parossismo culturale dell’universo JSW, davvero questi prodotti sembrano fuori luogo. E’ il razzismo il vero problema? Non potrebbe essere magari quel capitalismo, che ultimamente si propone come antirazzista, antisessista, ambientalista, contro cui però i veri oppressi in ogni parte del mondo continuano a combattere? Quel capitalismo che guarda caso, è la bandiera di tutti questi paladini “woke”?

      • Marconero

        Questa serie parla di questo, di conflitto razziale centenario, violento, inestinguibile. Certo, lo declina in un modo e in un mondo simile al nostro, non identico. Ma di questo parla. Dei conflitti nella nostra realtà ognuno di noi si fa la propria idea. Ma qui parliamo di Watchmen.

      • ArtBel

        Guarda, secondo me hai mancato il bersaglio, stai criticando un prodotto televisivo americano che riflette sulla storia degli Stati Uniti, se vogliamo una specialità di tutti i prodotti di intrattenimento che producono da quelle parti, film e videogiochi compresi. Insomma, davvero niente di nuovo

        Il problema è nostro onestamente, prova a immaginare una serie tipo Watchmen (con supereroi, elementi fantastici, ecc.) ambientata in Italia durante il ventennio, oppure durante gli anni di piombo. Fatto? Beato te, io non ci riesco, perché da noi anche parlare male del fascismo sembra brutto perché sai, poi magari qualcuno s’offende.

      • Diego Castelli

        Che Watchmen colpisca o meno il punto centrale della politica dell’universo è per me un non-problema, nel senso che un autore vuole parlare di un tema, ne parla, e noi vediamo come ne parla e se ci piace quello che dice e come lo dice. Da questo punto di vista non mi sembra che LIndelof stia dicendo “il razzismo è il primo problema dell’umanità”, sta dicendo che è un tema di cui vuole parlare, e ne parla. Se poi qualcuno vorrà parlare di capitalismo ecc ecc, ascolteremo anche lui.
        Più che altro, e te lo dico col cuore in mano, la frase “razzismo in assenza di razzismo oggettivo, di sessismo in assenza di sessismo ecc” mi sembra completamente assurda. Che esistano delle esagerazioni sono d’accordo, e non sono uno che dice che il politically correct nella sua accezione più spregiativa non esista in alcun modo. Però dai, che non esista razzismo o sessismo negli Stati Uniti e pure da noi mi sembra davvero difficile dirlo.

      • Hugo Drodemberg

        …normalmente non ti astieni affatto dalla politica, caro Antonio Benedetto (la firma che hai messo al tuo ultimo commento): ti astieni piuttosto dall’argomentare le tue affermazioni, quando, piuttosto che gli insulti che -sotto sotto- aspetti e speri, ti si chiede gentilmente (e, almeno da parte mia, con sincera curiosità) di approfondire affermazioni che lette lì per lì lasciano il tempo che trovano. Perchè non sei il solo a pensare che il politiclly correct stia rovinando tanti racconti, anzi questo mi sembra il posto giusto per tirare fuori le tue idee e non capisco questi tuoi “commenta-e-scappa” degni di un troll (scusa ma inizialmente mi hanno dato proprio quell’impressione, poi ho realizzato che probabilmente si solo un po’ timido ;)
        PS razzismo e capitalismo sono due argomenti distinti, per quanto interconnessi. Non è che se fai una serie tv devi metterci dentro per forza tutti i probemi del mondo

      • Hugo Drodemberg

        PS razzismo e sessismo non sono problemi veri, sono condizione atavica dell’uomo, della sua naturale paura del diverso che contraddistingue comunque ogni forma di vita. Il capitalismo ha appena qualche secolo di vita

  • Anna Monti

    Io che non ho letto il fumetto finora ci ho capito ben poco ma lo trovo perversamente affascinante.
    Del resto Lindelof è così, si capisce solo lui, se si capisce, però mi cattura come pochi.

    • Hugo Drodemberg

      Mo’ Anna, te che dai commenti si vede che sei persona curiosa e hai gli occhi ben aperti, mo’ leggiti ‘sto Watchmen! E’ davvero la chiave di lettura di questa serie, e (a meno che tu non sia proprio allergica ai fumetti) te ne innamorerai dalla prima pagina. Va’ in biblioteca, o in libreria, leggiti una pagina e poi scrivimi che non te lo sei letto tutto ;)

      • Anna Monti

        Allergica ai fumetti sicuramente no, anzi.
        Li ho sempre amati molto e li amo tuttora.
        Sono piuttosto fuori target, ecco.
        Ai tempi non avevo più l’età e adesso…
        Comunque ci proverò.
        Di te mi fido, se dici che ne vale la pena …

  • Luca Willie Colombo

    Ma anche il tema della maschera viene fuori in maniera splendida, con il contrasto tra il pensiero del padre di Angela e quello che è diventata. Serie assurda. Lindelof non ha ancora sbroccato nonostante tutto quello che ha in mano, lo ritengo un miracolo.
    Jeremy Irons clamoroso. Senza fare nulla di sensato.

  • Alberto

    Mah… sto leggendo queste recensioni (cercando di non spoilerarmi troppo) per decidere se iniziare la serie o no, dato che Serialminds è uno dei siti di cui più mi fido, ma sinceramente sia le rece che i commenti mi stanno facendo passare la poca voglia che avevo. Io sono un vecchio appassionato del fumetto che comprai credo nella prima edizione italiana in volume (c’erano ancora le lire) e francamente mi sembra che questa serie in comune con quello abbia solo il nome. Per carità, va benissimo così, io sono il primo a dire che una serie tv o un film devono essere giudicate di per sè e non in base all’eventuale opera a cui sono ispirate, però a sto punto io mi tengo il fumetto, e lascio che per me Watchmen rimanga esclusivamente quello.
    A lasciarmi più perplesso è soprattutto tutta quest’enfasi sulla politica, che oramai viene tirata in mezzo a forza praticamente in tutti i film e serie TV (ovviamente facendo ben attenzione a schierarsi apertamente dalla parte “giusta”, quella in cui stanno in genere i critici, il web e la stampa più “hip” e gli intrepidi guerrieri da social media). Il Watchmen di Moore era ben altro. Certo, tra i vari piani di lettura c’era anche quello sociopolitico, ma evitando di declinarlo in un momento storico reale (infatti sono degli anni ’80 “alternativi”) o secondo un preciso orientamento. Il “messaggio” era soprattutto quello di guardarsi dal riporre una fiducia eccessiva nei leader.
    Invece questo Watchmen TV mi sembra proprio perfettamente tagliato sulla realtà americana attuale e ho l’impressione che questo lo renda enormemente meno potente, meno universale e lo esponga al rischio di invecchiare molto presto.
    “Non c’è nessun messaggio politico esplicito. È un’estrapolazione di fantasia di qualcosa che potrebbe accadere, e se la gente può vedere in esso delle cose che si applicano all’America reale, è una loro lettura” ha detto Dave Gibbons.
    E Moore: “Abbiamo cercato di creare quattro o cinque modi radicalmente opposti di vedere il mondo e lasciare che i lettori ci riflettano da soli; Troppi scrittori scelgono di imbeccare il pubblico come uccellini infilandogli in gola una morale rigurgitata”,. Ecco, ho l’impressione che Lindelof e molti suoi colleghi in questo momento stiano proprio facendo quello.

    • ciro mito

      Secondo me dovresti provare , anche se poi non ti dovesse piacere ci sarebbe comunque.
      Alla fine non un’operazione a cuore aperto che potrebbe segnarti la vita .
      Ti faccio un esempio ” The Boondock Saints ” è uno dei film , per me , più fighi mai fatti , questo ha un seguito … che è una delle cose più terribili mai prodotte … Non cancella comunque il fatto che il primo sia un grandissimo film e non mi si è creata una cicatrice interna .

      • Alberto

        Ti ringrazio per il consiglio, ma le cicatrici non c’entrano, proverei ancora meno interesse per questa serie se non si chiamasse Watchmen. Mi respinge proprio il mettere tanta enfasi (anche nelle dichiarazioni di Lindelof) su questo concetto del “privilegio bianco” che tanto va di moda in questo momento, semplicistico, autopunitivo e autoconsolatorio, e in definitiva inutile alla causa delle minoranze, se non addirittura controproducente. Non fa altro che rinfocolare le differenze e le diffidenze, e secondo me finisce per rafforzare, invece che indebolire, come sarebbe nelle intenzioni degli autori, le convinzioni degli americani pro-Trump. E’ semplicemente predicare a chi è già convertito. Mi spiace metterla in termini esclusivamente politici, ma mi sembra che la serie non sia fatta d’altro.
        E poi mi è già bastato aver assistito allo scempio fatto con l’ultimo Doctor Who (per quanto immagino che almeno formalmente Watchmen sia ben superiore alla bruttura confezionata da Chibnall & BBC)

        • scanziani61

          Io la penso esattamente come te. In particolare sulla schifezza dell`ultimo dr.Who. E, credimi, questo watchmen non ha nulla a che fare. Non ti far fregare dala recensione, quella si` orientata in modo fuorviante. Guardalo e poi sappimi dire. E, come dissi gia`la scorsa settimana (e avevo ragione,ma era fin troppo facile) le sorprese non sono di sicuro finite.

        • Diego Castelli

          Scusami Alberto, ma secondo me tu commetti un errore di fondo. Hai detto che leggi recensioni e commenti per capire se vuoi guardare o no la serie. Ma scusa, ma con tutto il tempo che perdi a leggere recensioni e commenti, non faresti prima a guardarti sti sette episodi, o anche solo uno, e vedere che effetto ti fa?
          No perché, lo dico senza alcuna polemica, parlare di ciò che una serie fa o non fa, dice o non dice, senza averne visto manco una scena, lascia un po’ il tempo che trova. Anche perché potresti trovare giusta la mia analisi, o magari no, come dice scanziani qui sotto che parla di una mia “recensione orientata in modo fuorviante”. Potresti avere qualcosa da aggiungere, o obiettare, o magari no. Ma non si può creare un dialogo vero se uno l’ha vista e l’altro no, non credi?
          Poi capisco se fossero 8 stagioni da 22 episodi, ma al momento sono 7 episodi e basta, almeno uno per capire se banalmente ti diverte io lo guarderei :D

  • Davide G.

    Magistrale fino ad ora. Lindelof ha già una certa esperienza sotto il profilo “mistico/religioso” partendo da Lost a Leftovers, non mi sorprende che anche in questa serie si percepiscano certe analogie.

    Per quanto riguarda l’elefante, l’unica spiegazione che mi sono dato è che la Trieu utilizza questi animali per immagazzinare informazioni dal momento che hanno una capacità mnemonica eccezionale.

    • ciro mito

      Infatti la famosa ” memoria dell’elefante”

      • Davide G.

        Iep:)

        imho non daranno spiegazioni nella serie su questo dettaglio… però mi sembra la risposta più sensata

    • Loris Piasit Sambinelli

      spero proproi che non diventi l’orso polare di lost:(

  • ArtBel

    Da semplice estimatore del fumetto (e da detrattore del film) arrivati all’episodio n 7 posso dire che, opinione personale, la scommessa è stata vinta.

    Va detto che è comunque un telefilm di e sui supereroi quindi se si è allergici (e ci può stare) al tema probabilmente non piacerà però, cercando di dare una valutazione il più possibile oggettiva funziona: la trama, la sceneggiatura, la fotografia, le scenografie, le musiche (mio dio!), fin anche agli effetti speciali; Watchmen è un prodotto di qualità, pur parlando di scenari distopici riesce ad essere credibile e Lindelof fa quello che gli riesce meglio: mostrare come gli eventi della Storia (intesa come tempo storico ma anche come vicende del racconto) impattano su ogni singolo personaggio, sul suo presente e anche e soprattutto sul suo vissuto.

    Ho solo due perplessità: il finale (da sempre non il pezzo forte dei membri del team di Lost e non lo dico solo per il finale di quest’ultimo) e la possibilità di una seconda stagione (già qui sono stati fantastici, ma penso che questo mondo e questi personaggi e la coesione del tutto faccia fatica a reggere per un altra stagione)

    Non sono di quelli che grida al capolavoro (Westworld per dire rimane un gradino sopra secondo me, anche per la capacità di trattare in maniera convincente concetti effimeri e quasi metafisici) ma serie così non ce ne sono tante e questa qualità (con buona pace di Netflix) anche e soprattutto di scrittura è roba solo di HBO.

  • Anna Monti

    Sì, hai ragione, ma io non credo che sia polemica, credo che sia proprio il contrario e cioè spiegarsi proprio per non risultare aprioristicamente polemici.
    Castelli spiega e fa bene secondo me perché tanti leggono e non tutti sono irraggiungibili alle ragioni della ragione (dai, di’ che questa ti piace!).
    Ci accusano di non tener conto della sensibilità, delle paure o delle opinioni di metà degli italiani (chissà perché io sto sempre nell’altra metà, devo proprio essere sbagliata) e allora ben vengano le spiegazioni.
    (Hai notato che ho accuratamente evitato le virgolette ? Eh, sì che me ne venivano tante…)

  • IlGigi

    Tutto bellissimo, ma se entro l’ultima puntata non danno una soluzione a tutti i misteri faccio davvero un casino.

    • Diego Castelli

      Stanno già dando soluzione a un sacco di misteri, e sicuramente non li sveleranno tutto alla fine della prima stagione, sennò che serie tv è? :D

      • IlGigi

        Però l’avevano pensata come una stagione sola, per quello spero non lascino troppi enigmi in sospeso. Uno su tutti è la storia di Ozymandias, devo capire come cacchio ci é finito lì in mezzo.

        • Diego Castelli

          Sì sì è vero che l’avevano pensata come stagione sola e per ora non hanno detto altro su possibili seguiti, diciamo che però, a fronte di tutto sto popo di roba, ci spero…
          Detto questo, era anche per dire che un sacco di roba la stanno dicendo, e che confido nel fatto che, se qualcosa rimarrà non spiegata, sarà giusto così. Poi ecco, sono d’accordo con te nel dire che la storia di Veidt difficilmente può rimanere così, ma francamente dubito che succeda.

    • pakocero

      Con i precedenti che ha Lindelof, resterai deluso :-)

    • Ciccio Baciccia

      Stai fresco con Lindelof. Continuerà ad aggiungere una marea di carne al fuoco fino al limite della mia frustrazione…e poi si spingerà oltre.

  • Dennis Pada

    Peccato che ci si debba infilzare il commento da “sardina”.

    • Diego Castelli

      Non è che si “deve”, ma se una serie (o un film, o un libro) mette in scena una riflessione sul presente, o la ispira, lo si dice. Poi si può essere o meno d’accordo (con la serie, con me, con chiunque), ma non si può far finta che una serie tv, e in particolare una serie tv come questa, non abbia alcun collegamento con la realtà, sarebbe un po’ riduttivo per il lavoro che c’è dietro.
      Poi sospetto che se avessi fatto un commento da “Capitano” non avresti avuto nulla da ridere, ma magari mi sbaglio ;)

    • Loris Piasit Sambinelli

      prima erano i pdioti ora sardine chi non la pensa come il capitano? suvvia dai siamo in un cineblog non tiriamo in ballo la politica sempre.
      p.s. l’autore ha scritto un commento filo politico perchè è la base dei temi trattati di questa serie.

  • Mastermind

    Dopo 7 puntate io sono arrivato a tre conclusioni: 1) non c’entra nulla con il fumetto Watchmen; 2) ha una sua agenda politica molto chiara (“è sempre colpa dei suprematisti bianchi” mi andava bene come pretesto non come causa di tutto) tanto da sembrare un fumetto propagandistico degli anni ’40 contro i nazisti; 3) non è male come serie TV. Capolavoro no di certo.

  • Lilith

    Quando Lady Trieu accenna che anche il padre arriverà presto, a qualcun altro è venuto in mente che si stesse riferendo a Veidt? Ho come la sensazione che il *save me* scritto con i cloni morti fosse per lei. E qualcosa mi dice di guardare bene la statua dorata.

    • Diego Castelli

      Sì fra l’altro c’è una bella transizione, a un certo punto, fra il volto di Veidt e la statua, che sembrano proprio collegate al di là dell’ovvio fatto che la statua lo rappresenta hehe.
      Detto che quello lancia cloni con le catapulte, chissà cosa diavolo possono inventarsi…

  • Diego Castelli

    Oddio, non mi sembrava una “polemica da quattro soldi”. Una persona ha espresso un giudizio su quello che ho scritto, avanzando una sua opinione, e siccome non sono d’accordo con quella opinione dico la mia e cerco di argomentare, magari aggiungendo qualcosa rispetto all’articolo che per il 99% non parla di quell’argomento lì. Nelle sezioni dei commenti di solito si fa così.
    Sul fatto che poi non servano spiegazioni… beh mi pare che invece servano proprio, e pure tante.

  • Anna Monti

    Mi piace come argomenti (!), Ciro, sei così tranchant!

    • ciro mito

      Non amo lo spiegone , tanto nelle serie tv quanto nella vita , soprattutto quando i concetti sono chiari .
      Mi rompe le palle questo nuovo modo di fare che implica il cercare l’ago nel pagliaio per poi piangersi addosso .
      No grazie , ben felice di essere rurale .

      • Anna Monti

        Anch’io ne sono felice.
        Amo la campagna!

Ultimi commenti

  • See – Apple TV+, Jason Momoa e una serie che prima zoppica e poi cresce

    12 Dicembre 2019 - Heydy
  • Serial Moments 406 – Dall’1 al 7 dicembre 2019

    11 Dicembre 2019 - Davide G.
  • Serial Moments 406 – Dall’1 al 7 dicembre 2019

    11 Dicembre 2019 - Davide G.

Categorie

Brit Copertina Copertina Pilot Curiosità Completamente a Caso Duello Imperdibili Interviste I perché del mondo La versione di Tina Manuale del perfetto serialminder Necrologi Olimpo On Air Orrori Pilot Re-Pilot Salvati dall'oblio Segreteria telefonica Senza categoria Serial Comics Serial Gif Serial Moments Serial Moments al Contrario Serial News Serial Quotes Serial Surfing Serial Tweets Serial Twitter Tripilot Web Series

Calendario

Dicembre: 2019
L M M G V S D
« Nov    
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
3031  

Siti Imperdibili

  • DailyBest.it
  • iMAG
  • Rockit.it
  • Socialmaps.it
  • Home
  • Contatti
  • Chi siamo
  • Indice
SerialMinds.com - Created with love by BetterDays.it