27 Giugno 2013 3 commenti

Under The Dome – La serie tv tratta da Stephen King è a tanto così dallo svacco di Marco Villa

Tantissime cose in questa serie, pure troppe

Copertina Pilot, Pilot

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La premessa è che non ho letto il libro di Stephen King e non so nulla di Under The Dome, se non quello che è emerso dalla pilot della serie tv. Questo per dire subito che no, non mi interessa se nel libro di Under The Dome una tal cosa era trattata in un certo modo. Qui si parla di Under The Dome versione serie tv. E basta. E la serie tv è il primo cacatone estivo del 2013, dove per cacatone, dalle parti di Serial Minds, si intende una serie prettamente estiva (tutto discende da Harper’s Island – ah, quanti ricordi) che punta altissimo tirando dentro di tutto e rimanendo sempre a un passo dallo svacco. Che poi è come dire che prima o poi svaccherà.

UNDER-THE-DOME-First-Look-600x325Ecco, Under The Dome (in onda su CBS dal 24 giugno e dal 14 luglio su Rai 2 – menghia, Rai 2) rientra alla perfezione in questa categoria. Il primo episodio carica uno sull’altro una quantità di elementi ai limiti della legalità, mischiando tutto e di tutto. Ma andiamo con ordine. Siamo a Chester’s Mill, paesino americano di piena campagna, dove non c’è nulla, i vecchi stanno tranquilli e i giovani vogliono scappare. Di colpo, dal nulla, una gigantesca cupola trasparente cala sulla città, separandola dal resto del mondo. Così, senza spiegazioni, senza nemmeno troppa tensione. Semplicemente, cala. Qui inizia la storia. C’è il mistero sulla natura della cupola, con tanto di esercito che pattuglia le strade esterne e personaggi che cadono in trance e ripetono frasi che parlano di stelle rosa. Ma ci sono anche le vite di chi continua a vivere a Chester’s Mill, magari con una parte della famiglia rimasta tagliata fuori. E tra queste ci sono storie di ogni tipo: la tensione erotica tra la bella giornalista e il forestiero misterioso, il difficile rapporto tra il consigliere comunale/capo del paese e lo sceriffo, il giovane ragazzino, la famiglia in viaggio rimasta intrappolata perché si è fermata a fare benzina, fino al pazzo furioso che sequestra una giovine e la tiene segregata. Tanta roba? Ecco, sì.

È questo il tratto da cacatone che è innegabilmente presente in Under The Dome. C’è troppa, troppa roba in questo pilot. È una serie, non un film: ci sono puntate e puntate per fare emergere storie e situazioni, qualcosa poteva anche essere lasciato fuori, evitando così un effetto accumulo che suona davvero eccessivo. La storia del giovine pazzo, per dire, poteva tranquillamente venire fuori dalla seconda puntata, senza alcuna fretta.

o-UNDER-THE-DOME-PROMO-facebookDetto questo, il pilot di Under The Dome è qualcosa che tira dentro. L’idea è potente e ha la capacità di tenere legati alla storia fin da subito, contando anche su volti noti e validi come Dean Norris (Hank, il cognato di Walter White in Breaking Bad) e Jeff Fahey (il pilota Frank Lapidus di Lost). Se da un lato l’eccesso di carne al fuoco fa storcere il naso, dall’altra va riconosciuto ad Under The Dome la voglia di puntare in alto, senza farsi troppe menate. Under The Dome è una serie di intrattenimento, punto. Non è una definizione sminuente, anzi. Del resto l’intrattenimento è il cuore dei cagatoni estivi, che da queste parti amiamo da sempre, anche se con una sottile paura che non ci abbandona mai. La sottile paura per lo svacco, sempre in agguato.

Perché seguirlo: perché ogni estate ha bisogno di una serie come Under The Dome

Perché mollarlo: perché è proprio quella roba lì a un passo dallo svacco



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