9 Luglio 2013 5 commenti

Dexter 8 – Rimettiamoci in pari di Chiara Longo

Serial Minds recupera il tempo perduto

Copertina, On Air

Dexter 8

No, io e il Villa non abbiamo fatto un recuperone in extremis di Dexter. E no, non abbiamo intenzione di farlo a breve. Però sì, ci sentiamo in colpa per il fatto che una serie così importante e amata non ha più trovato spazio sulle nostre pagine ormai da diverso tempo. Ecco perché ci viene in aiuto Chiara, che ci parla dell’ottava stagione e anche un po’ di quello che ci siamo persi finora. Tra l’altro dev’essere la terza Chiara a scrivere per Serial Minds, garantisco che è una coincidenza e non una strana ossessione del Villa.

Su Serial Minds non si è più parlato molto di Dexter da quando Rita, sua moglie, è stata trovata immersa in una vasca di sangue col piccolo Harrison ad assistere allo scempio, proprio come era successo a Dexter anni prima. Opera di Trinity, l’ultimo grande cattivo della saga. Perché poi, chi ha seguito lo sa, le nemesi di Dexter sono state alquanto deludenti: si è tentata per ben due volte la strada del nemico/amante (Lumen nella quinta stagione, Hannah nella settima), con un guizzo che io ho apprezzato molto nella sesta stagione sul/i personaggio/i Travis Marshall/James Gellar, e che metteva in campo una nuova questione poco affrontata precedentemente, ovvero il rapporto di Dexter con la fede. Di certo c’è che, alla fine, della sesta stagione ricordo molto meglio gli spettacolari omicidi inscenati dai tableau biblici, piuttosto che la presunta crisi di coscienza dexteriana.

evelynIn ogni caso, sgomitando tra mille situazioni improbabili (Debra innamorata di Dexter), omicidi improvvisati (Maria La Guerta), fidanzate serial killer, storie di sesso, papponi, mafia russa, e chi più ne ha più ne metta, siamo arrivati all’ottava stagione. Faccio il punto della situazione: Dexter è scampato alle indagini di La Guerta sul suo conto; Debra, diventata di punto in bianco tossicodipendente e alcolizzata, è passata a uno studio di investigazioni private, così può lavorare quando le pare e scoparsi i ricercati, che già che ci sono le procurano la droga. Harrison cresce bene e ha imparato a parlare discretamente. Quinn ha smesso di desiderare le donne dei papponi russi e tenta due sfortunate serate di sesso con Jamie, la sorella di Batista. Batista affronta il lutto per la perdita di La Guerta e Masuka, beh, almeno Masuka è sempre Masuka.

In perenne compagnia del padre, già nel primo episodio Dexter salva la vita a Debra da un sedicente ricettatore, El Sapo, che è in realtà un cecchino mandato ad ammazzare il suo amante/ricercato, che ha svaligiato la gioielleria di un mafioso. Disinformati, questi ladruncoli eh?
Inoltre, nel mondo di Dexter non esistono gli sms e i Whatsapp, il che rende tutto molto complicato, visto che Dexter si ostina a telefonare alla segreteria di Debra che è piena e quindi non registra i messaggi, e non sempre Debra può rispondere al telefono visto che è impegnata a tirare di coca. Ci si mette pure Harrison, che al posto di starsene buono buono come ogni bambino biondo americano che si rispetti, se ne va in giro per il parcheggio del Pink Motel.

La serie di omicidi su cui si lavora in questa stagione è incentrata su un serial killer che dopo aver ammazzato le vittime, taglia con precisione chirurgica scatola cranica e cervello per estrarre una ghiandola (non chiedetemi il nome) che sarebbe quella necessaria agli uomini per provare empatia. Per risolvere il caso si offre una nuova investigatrice, Evelyn Vogel, neuropsichiatra esperta in serial killer. E sorpresa sorpresa: lei sa benissimo chi è Dexter, cosa fa, conosce il codice di Harry e mette il nostro eroe immediatamente alle strette, consegnandogli una busta contenete degli inquietanti disegni realizzati da Dexter da bambino. E mette subito le cose in chiaro: caro Dexter, non puoi ammazzarmi, io non ho mai ammazzato nessuno.

dexterharrisonIl ritmo è piuttosto alto e anche la situazione climatica è del tutto nuova per la Miami di Dexter: cieli grigi e pioggia, vento e nottate umidicce; e la fotografia si adatta: non più i grandi contrasti tra le notti scure da serial killer e le esplosioni di colore del Dexter ematologo, ma un mondo chiaro/scuro in cui la doppia personalità di Dexter non è più così distinta.
Niente male come inizio per la season finale…

La recitazione di Michael C. Hall è molto cambiata: non è più un uomo incapace di provare sentimenti che deve a sua volta recitarne alcuni (sorridere, commuoversi, arrabbiarsi, provare piacere), ma è un uomo vero, con preoccupazioni vere, ansie reali e soprattutto, grandissime incazzature. Dexter ora prova dei sentimenti, molto forti e quindi per lui ingestibili, che si presentano con scatti d’ira esagerati: una nuova psicologia che lui stesso non riconosce e fatica a tenere a bada. Le cose gli stanno sfuggendo di mano da tutte le parti e si sta sgretolando il serial killer, facendo emergere l’uomo. Non so voi, ma io lo preferivo quando ammazzava a destra e a sinistra senza farsi grossi problemi, tornava a casa e si faceva una bistecca e una birra. Certo, l’evoluzione è naturale, ma il primo omicidio commesso da Dexter nell’ottava stagione è un omicidio casuale, dettato da uno scatto di violenza fisica, non il sacrale rituale del serial killer. Un uomo qualunque che ammazza un altro uomo, insomma. Qui sta la chiave di lettura di questa stagione, resta da vedere se vincerà Dexter Morgan o Dexter Dark Passenger.



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