30 Ottobre 2015 11 commenti

The Grinder: altro giro di elogi per Rob Lowe di Diego Castelli

E son due nel giro di un paio di settimane

Copertina, Pilot

grinder

Non ci capita spesso, o forse non è mai capitato, di elogiare uno stesso attore/attrice per due serie diverse nella stessa stagione televisiva.
Oggi l’onore tocca a quel gran simpaticone di Rob Lowe, che a Serial Minds amiamo dai tempi di The West Wing (quando Serial Minds neanche c’era) e che solo pochi giorni fa abbiamo applaudito per il suo prete cinico, fumatore e scettico di You, Me and the Apocalypse.
Succede infatti che il buon Rob, nello stesso periodo, sia in onda anche con un’altra serie, dove in realtà è assoluto protagonista (in Apocalypse è uno del gruppo, se possiamo dire così).

Stiamo parlando di The Grinder, nuova legal comedy di FOX che proprio un paio di giorni fa ha ricevuto l’agognato full season order, garantendosi la sopravvivenza fino a fine primavera con 22 episodi complessivi.
In The Grinder, creata da Andrew Mogel e Jarrad Paul, Rob Lowe interpreta Dean Sanderson, un attore diventato famoso com protagonista della serie tv The Grinder (appunto) in cui veste i panni di un bravissimo e instancabile avvocato. Quando la serie chiude i battenti, Dean si trova senza niente da fare e con una vaga voglia di riscoprire se stesso, così decide di tornare al paesello dove l’attendono il padre e soprattutto il fratello, che al contrario suo sono avvocati veri.
Forte di una fama indiscussa, di una parlantina scioltissima e di un entusiasmo del tutto ingiustificato, Dean si mette ad aiutare il fratello (che è un vero avvocato ma fa schifo nei dibattimenti) diventando parte integrante, benché non ufficiale, dello studio legale.

The-Grinder-FOX

Se anche non vi avessi detto che si trattava di una comedy, suppongo che a quest’ora ci sareste arrivati comunque: troppo assurda la storia dell’avvocato-per-finta che riesce a fare l’avvocato vero. Sarebbe come se Ellen Pompeo si mettesse a operare la gente giusto perché sono dieci anni e passa che fa Grey’s Anatomy (detto che probabilmente le verrebbe comunque meglio della recitazione).
Nel suo formato di venti minuti di minchiate, invece, The Grinder è sì assurda, ma anche deliziosa. Il 91,3% della serie è ovviamente sulle spalle di Rob Lowe, che non pare affatto intimorito dalla sfida e anzi ci sguazza come John Locke sull’isola deserta: tutta la sua verve è messa al servizio di un personaggio completamente fuori dal mondo, che conosce solo le finte dinamiche hollywoodiane e passa la vita a dispensare consigli sulla base di pezzi di sceneggiatura rubati al suo vecchio show.

Un modo di vita e di lavoro che incontra le resistenze del fratello, a cui un po’ dispiace di essersi fatto il culo all’università solo per trovarsi a fare da spalla a una celebrità un po’ suonata che i clienti e perfino i colleghi considerano un figo da paura a cui dare effettivamente un immotivato credito.
Tutto all’acqua di rose, ovviamente, non pensate a chissà quale faida familiare. Anzi, il giochino è proprio quello di vedere una famiglia che diventa più solida e forte proprio perché capace di integrare caratteri così diversi, che finiscono col completarsi a vicenda nel privato e sul lavoro.
C’è pure spazio per una probabile storia d’amore, visto che lo studio legale dei Sanderson ingaggia un’avvocatessa (ma si dice “avvocatessa? O è sessista?) che fa subito girare la testa a Dean anche perché è una delle poche persone che non è influenzata dal suo fascino tutto televisivo.

GRN_101_DeansBench

The Grinder non è un capolavoro, non è la comedy che svolta la stagione e che inventa chissà cosa. Però è un prodottino bellino che conosce i suoi punti di forza e li spreme fino all’ultimo, senza perdere alcuna occasione. Soprattutto, ci restituisce un attore che dopo qualche anno dedicato soprattutto alle comparsate e/o ai non-protagonismi (Parks and RecreationCalifornication) è finalmente pronto per riprendersi un ruolo da protagonista cucito apposta per lui. Sembra una cosa banale, ma non lo è.

Perché seguire The Grinder: Rob Lowe è un grande attore e la sceneggiatura gli sta a pennello.
Perché mollare The Grinder: se non avete alcuna stima particolare per il protagonista, oppure se non accettate comedy che non siano epocali tipo 30 Rock o capolavori simili.

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