Serial Kids in Gif di Diego Castelli
Piccoli ma saggi
Quando lunedì hai un esame importantissimo ma tre giorni prima Netflix fa uscire tredici episodi che decretano il tuo fallimento come studente e membro attivo e responsabile della società.
Quando in 24 rimasero così a corto di idee che anche Tony Almeida dovette diventare almeno in parte un traditore.
Quando promettono che sarà la serie dell’anno e tu già sai che stanno mentendo, ma una parte di te non può fare a meno di sperarci e alla fine te la pigli in… diciamo che rimani deluso.
Com’è che si chiamava quella vecchia serie italiana con Federica Moro, quella che guardavamo assiduamente ma non senza una punta di vergogna?
Quando una maratona seriale di due giorni ha prodotto occhiaie, briciole, disordine, puzza di chiuso e un vago eppure percepibile distacco dalla realtà.
Quando sulla tua pagina facebook piazzi cose tipo “A me Twin Peaks fa cagare”, oppure “Mollato Breaking Bad dopo venti minuti”, giusto per vedere il bordello che vien fuori.
Quando Rick dice a Carl “Ma va, tranquillo, ora ci sistemiamo qui tutti insieme e staremo benissimo, non ci saranno problemi.”
Quando la fidanzata ti ha portato all’Ikea dicendo “facciamo presto, promesso” ma poi arrivi lì e vedi la gente in coda manco fossi a Gardaland.
Due ore dopo, quando ormai vedi la Madonna che serve polpette alla mensa, e decidi che è il momento di prendere posizione.
La reazione di lei che tanto ti conosce come le sue tasche e sa che non la lasceresti certo lì a piedi.