26 Giugno 2025

Adults – Tutta questione di chimica di Diego Castelli

Su Hulu (e speriamo presto su Disney+) è arrivata una comedy fra amici che ci fa stare bene come in tempi bellissimi

Pilot

Tradizionalmente, a Serial Minds non ce n’è mai fregato granché del fatto che una serie fosse disponibile in Italia o meno: si recensisce quello che si vuole, dando per scontato che lettori e lettrici se la sappiano cavare.
Poi è anche vero che negli ultimi anni, causa proliferare delle piattaforme, è venuto quasi naturale concentrarsi su ciò che effettivamente era disponibile nel nostro paese, perché era già molto di più di quanto un normale essere umano potesse assorbire nel corso di una settimana.

Talvolta, però, si impongono ancora delle eccezioni, soprattutto quando vengono da un fastidio.
Adults, nuova serie di FX e disponibile negli Stati Uniti anche su Hulu (entrambi marchi di proprietà di Disney), sembrava potesse arrivare in contemporanea anche in Italia su Disney+, al punto che qualche testata più autorevole e professionale di questa l’aveva annunciata come nuovo arrivo di fine maggio.

Invece Adults non è qui, ma nel frattempo l’abbiamo vista, e si merita degli elogi. Quindi facciamoli, dicendo pure a Disney+ di spicciarsi, su su.

EDIT: il tempo di pubblicare l’articolo, e mi è stato fatto notare che in effetti una data per Adults su Disney+ c’è: 2 luglio 2025.
A posto così!

Che poi la cosa era iniziata in maniera pure rischiosa, con un paio di siti americani che ne parlavano come della nuova Friends, forse perché in America non conoscono il detto “scherza con i fanti ma lascia stare i santi”. No, Adults non sarà la nuova Friends perché, molto semplicemente, non ne avrà la portata mondiale ed epocale, non imporrà i suoi protagonisti come star riconosciute in ogni angolo del pianeta, e perché parte da premesse anche “logistiche” differenti, come serie da pay tv e non da generalista (anche se, lo sappiamo, questo non è più un ostacolo così grande alla diffusione).

Ma questo non significa che non si possano capire i motivi per cui, ai giornalisti americani, è venuta voglia di fare quei titoli clickbait.
Perché Adults, creata da Ben Kronengold e Rebecca Shaw, racconta di alcuni amici nei loro vent’anni, non più ragazzi ma ancora non del tutto adulti, che però la vita da grandi la devono affrontare veramente, cercando di capirci qualcosa, di non fare troppe gaffe, e qualche volta, molto banalmente, provando ad arrivare alla fine del mese.

Pur partendo da una premessa filosofica differente (fin dal titolo si riferisce più all’età dei protagonisti che alla relazione fra di loro), e pur raccontando tematiche diverse (in Friends la domanda “cosa farò della mia vita?” riguardava praticamente solo il personaggio di Rachel), Adults appartiene a un gruppo di cui fa parte anche la mitica sitcom di NBC: quello delle comedy che vogliono essere generazionali, che mettono insieme un gruppo di persone più o meno sfigatone e adorabili, che diventano specchio (ora ottimista ora semplicemenbte deformato) di un’intera generazione che li guarda.

La cosa bella, la cosa importante, è che Adults funziona, e per un motivo molto specifico.
I protagonisti sono sostanzialmente cinque: Samir (Malik Elassal), proprietario della casa dove vivono anche gli altri, teoricamente quello più adulto e responsabile, ma in realtà molto goffo e sempre pronto alla gaffe; Billie (Lucy Freyer), biondina buona e incasinata con una carriera che stenta a decollare; Anton (Owen Thiele), nero, gay, teoricamente il più scaltro e saggio, ma facile al panico; Issa (Amita Rao), che pensa di saper risolvere ogni problema e non ne risolve nessuno; e infine Paul (Jack Innanen), che entra nel gruppo come fidanzato di Issa, stupidone e bamboccione ma anche tanto buono e simpatico.

Ebbene, questi personaggi, che in realtà sono meno definiti e macchiettistici rispetto alla media delle comedy (si guadagna in realismo e si perde in riconoscibilità immediata, sono scelte…), avevano un compito molto preciso, fondamentale per questo tipo di prodotti: creare una chimica.
Se anche ripensiamo a Friends, è chiaro che la qualità della scrittura e delle gag è importantissima, ma l’altro tassello fondamentale del puzzle è che nel cast ci sia la chimica giusta, che consenta di prendere la sceneggiatura (per buona che sia) ed elevarla a un livello successivo: ancor più che in altri generi, che i personaggi di una comedy funzionino non dipende solo da quello che dicono, ma anche da come lo dicono e da come si rapportano a chi, accanto a loro, le gag le deve innescare, sostenere, potenziare.

Da questo punto di vista, la struttura comica di Adults tende a essere sempre la stessa, con un problema da risolvere, il tentativo di uno dei personaggi di affrontarlo con decisione e ottimismo, e il naufragio di quel tentativo con conseguente necessità, per qualcuno degli altri amici, di offrire un qualche tipo di supporto.
Un modo semplice e funzionale proprio per costruire la forza della connessione fra i protagonisti, di fatto incapace di affrontare da soli la vita adulta, ma pronti ad aiutare e farsi aiutare per riuscire a superare le sfide più complicate.

Ecco, è proprio in questo meccanismo che emerge la forza di Adults: la serie è divertente proprio perché i protagonisti riescono a immergersi nelle scene comiche aggiungendo un’energia che si potenzia nella loro interazione, come se la loro forza comica, insieme, fosse ben più della somma delle parti.
Ogni volta che uno dei personaggi di Adults sbaglia e rischia il ridicolo, ne arrivano altri a dare una mano moltiplicando quel ridicolo, ma riuscendo al contempo a fornire effettivamente un qualche tipo di soluzione, per un divertimento fresco, veloce, molto semplice e alla portata di tutti, nonostante alcune comprensibili specificità da Gen Z.

Ed è altrettanto chiaro che, insieme alla risata, la forza di quella chimica fra i membri del cast è utilissima per creare proprio quel senso di amicizia che ha fatto scomodare paragoni arditi ai giornalisti americani. Una serie come Adults funziona non solo o non tanto perché “fa ridere”, ma perché scalda il cuore, puntando tutto su quel tipo di amicizia incondizionata, disinteressata, senza costrizioni, che diventa il modo di affrontare le sfide della vita con un po’ meno angoscia, perché qualcuno che ti aiuta e ti sostiene lo trovi sempre.
Un’amicizia che, così ben rappresentata, colpisce tutti, anche se magari in modi diversi: chi ci rivede con nostalgia qualcosa che ha vissuto, e chi invece prova a viverci qualcosa che gli è sempre mancato.

Resta il fatto che, per via di quella chimica che tutto esalta e tutto arrotonda, fra le comedy degli ultimi tempi Adults è forse quella che più di altre ti lascia il sorriso sulle labbra. Non perché faccia ridere di più, ma perché fra questi simpatici disagiati è semplicissimo sentirsi a casa propria.
Non è mica poco, eh.

Perché seguire Adults: il feeling fra i personaggi è quello delle comedy migliori.
Perché mollare Adults: di per sé, nel concept non c’è niente di particolarmente originale.



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