16 Settembre 2025

The Girlfriend su Prime Video – Una grande ispirazione per gli orfani single di Diego Castelli

Robin Wright dirige e interpreta un thriller morboso e violento che racconta lo scontro fra due donne ehm… peperine?

Pilot

QUALCHE SPOILERINO GENERICO

Al momento di scrivere questo articolo, io sono single e mia madre è una cara signora molto simpatica, poco invadente, e che è sempre stata molto affettuosa nei confronti delle ragazze che ho portato a casa nel corso degli anni.
E se vi state dicendo “sì ma a noi cosa ce ne frega?”, beh, dovete sapere che questa condizione, probabilmente comune a moltissime persone e forse anche detestata da alcune di esse (per la singletudine intendo), dopo la visione di The Girlfriend, nuova serie di Prime Video, sembrerà una specie di paradiso sulla Terra.

Creata da Naomi Sheldon e Gabbie Asher a partire dal romanzo di Michelle Frances, ma soprattutto diretta e interpretata da Robin Wright (che non ha bisogno di grandi presentazioni), The Girlfriend è un ottimo antidoto all’ansia da matrimonio, un piccolo riassunto di tutte le cose che possono andarti male nel processo di scelta di una fidanzata e relativa introduzione in famiglia.
Al termine della miniserie di sei episodi, avrete solo voglia di fare come ho fatto io: girarvi, guardare i gatti e dire “ma non stiamo benissimo solo noi?”

Il concept è presto fatto, e non sarebbe nemmeno particolarmente originale, perché rimanda a molte situazioni da barzelletta o da commedia d’altri tempi: il giovane e belloccio Daniel (Laurie Davidson), figlio del ricco Howard (Waleed Zuaiter) e dell’ambiziosa gallerista Laura (Robin Wright), vive una vita di agi e pochi problemi, finché incontra una ragazza che gli fa girare la testa, Cherry (Olivia Cooke).

Daniel è entusiasta di Cherry, pensa potrebbe essere la donna della sua vita, e non vede l’ora di invitarla a conoscere i suoi genitori.
Sfiga vuole, però, che qualcosa vada storto: fra suocera e nuora, come da copione vecchio come il mondo, non scatta la scintilla, e anzi nasce fin da subito un alone di sospetto.

La madre di Daniel, che intrattiene con il figlio un rapporto di attaccamento quasi morboso che ha precise radici in certi tragici eventi del passato familiare, vede la nuova e provocante fidanzata come una tentazione potenzialmente pericolosa per il figlio. Cherry, dal canto suo, percepisce la cappa di controllo che la madre di Daniel ha calato su di lui, e sente di essere improvvisamente, e inaspettatamente, in territorio nemico.

Fin qui, come detto, niente di particolarmente nuovo sotto il sole.
A cercare di dare originalità e freschezza al tutto, però, arrivano alcune scelte narrative e di punto di vista abbastanza precise.
La storia, per esempio, è raccontata sia dal punto di vista di Laura sia da quello di Cherry, e il trucco è esplicito: nel corso delle puntate, in maniera sistematica, rivediamo molte scene per due volte, una attraverso gli occhi di Laura e una attraverso gli occhi di Cherry.
Ovviamente, nel primo caso vedremo una madre amorevole, magari giusto un po’ apprensiva, che osserva con orrore le trame malvage di un’arrivista senza scrupoli; nel secondo, invece, una ragazza giusto un po’ frizzante si vedrà vessata da una suocera manipolatrice e ossessiva.

In termini di narrazione pura, poi, The Girlfriend costruisce un buon numero di twist e sorprese, per non rimanere sul puro piano del drama psicologico e punteggiando invece la sceneggiatura di eventi d’impatto, roba grossa che scombina continuamente le carte in tavola.

Per essere chiari, nemmeno l’alternanza esplicita dei punti di vista rappresenta chissà quale novità, anzi (basti pensare a The Affair, solo uno dei molti esempi), ma la tecnica è usata in modo molto consapevole, perché il suo obiettivo non è tanto quello di creare un dubbio su chi sia la vera cattiva della storia, quanto quello (piccolo spoiler) di mostrare che nessuna delle due è del tutto centrata.

Se anche consideriamo la diversità di prospettiva su alcuni avvenimenti, al punto che di certi atteggiamenti e porzioni di dialogo siamo costretti a chiederci come sia andata veramente, ci sono altri momenti cardine della trama che invece, in termini di fatti puri e semplici, non sono equivocabili, sono andati in un certo modo e non in un altro.
Ovviamente, anche su questi avvenimenti “validi per tutti” ci possono essere valutazioni diverse su cause, gradi di colpa e responsabilità, ma sono comunque azioni che gettano ombre scure ora su una ora sull’altra protagonista, in un costante gioco a chi è messa peggio.

Quella che ne deriva è una tensione piuttosto efficace per gli spettatori, che se non riescono ad empatizzare chissà che con Daniel (un bamboccione stupidone di cui ci interessa il giusto), in compenso vorrebbero tantissimo poter tifare per la madre o la fidanzata, alla continua ricerca di una buona e di una cattiva i cui ruoli siano ben definiti, al massimo solo da svelare.
La serie però gioca proprio su questa aspettativa, creando una situazione di continue promesse e tradimenti, in un sistema di relazioni completamente disfunzionale da cui non esce pulito quasi nessuno.

Forse non è una serie molto “da 2025”, visto che mette in scena un povero maschio manipolabile conteso fra due arpie, ma l’obiettivo di The Girlfriend non sembra essere quello di descrivere uno scontro fra generi o fra generazioni. Piuttosto, è il racconto dell’individualismo esasperato di persone il cui unico obiettivo è avere ciò che vogliono e come lo vogliono, anche in relazioni familiari o romantiche dove si suppone che altre persone dovrebbero avere voce in capitolo. E questo, naturalmente, unito all’incapacità, figlia di quello stesso indivualismo egoriferito, di leggere la realtà esterna in un modo che non sia esclusivamente il proprio. Nessuna possibilità di mettersi nei panni degli altri, meglio anzi fare tutto il possibile affinché questi altri spariscano appena creano mezzo problema.

Come dicevo all’inizio, non ho intenzione di trarre da questa miniserie – un prodotto non da primissimi posti in classifica, ma tutto sommato appassionante – chissà quali interpretazioni sulla vita e l’esistenza. Però insomma, una carezzina affettuosa a due gatti innocui, nel silenzio di una casa solo mia, mi è proprio venuto di farla.

Perché seguire The Girlfriend: è un thriller morboso con qualche buona idea, un cast efficace, e una discreta capacità di creare suspense.
Perché mollare The Girlfriend: nonostante provi a darsi una generosa spolverata da Ventunesimo Secolo, il concept resta super super classico.



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