Tag: guida tv netflix
Tales of the City: Netflix racconta la comunità queer di San Francisco
Tales of the City di Netflix è la storia di una comune queer di San Francisco attraverso i decenni
When They See Us – Su Netflix una miniserie necessaria
Pugni nello stomaco, ma di quelli che fanno bene
Black Mirror 5 – La peggior stagione finora
Stavolta l’esimio Charlie Brooker non aveva tanta voglia
What/If – La serie Netflix con Renée Zellweger è una soap ispirata a un film mediocre
What/If contiene anche la scena di sesso più brutta e ridicola degli ultimi anni
The Society: gli adolescenti sperduti di Netflix lottano per sopravvivere
Una specie di versione liceale di Lost, da mettere in lista senza priorità
Dead To Me – Netflix: due ottime interpreti per una storia un po’ mediocre
A Christina Applegate e Linda Cardellini vogliamo bene da sempre, ma si poteva fare di più
Tuca & Bertie: su Netflix la disegnatrice di Bojack Horseman crea una serie completamente fuori di testa
Qualcuno ha deciso di dare a Lisa Hanawalt carta bianca, e lei non se l’è fatto dire due volte
Chambers: Netflix mette sul piatto una serie horror molto stilosa
Una ragazza riceve un trapianto di cuore e inizia ad avere visioni: Chambers parte benissimo a livello visivo, forse un po’ meno a livello di scrittura
Black Summer: Netflix propone la sua alternativa a The Walking Dead
Qui muoiono tutti e nessuno coltiva pomodori
Special – Su Netflix una comedy semplice e sincera, che si beve in due ore
Ryan O’Connell, gay e affetto da paralisi cerebrale, scrive una serie autobiografica, divertente e al passo coi tempi
Quicksand – Facciamo una raccolta firme contro i flashback?
Quicksand parte benissimo con un pianosequenza da brividi, ma poi diventa un polpettone teen raccontato in flashback
The Order – Tra inutilità e autoparodia
The Order, ovvero una serie tv che non sa se vuole essere seria o parodia. E finisce per non essere né l’una, né l’altra
Turn Up Charlie ha senso solo perché c’è Idris Elba
Può un solo attore reggere un’intera serie? Idris Elba e Turn Up Charlie sono lì a dimostrare che sì, è possibile