6 Luglio 2012 1 commenti

Dead Boss – Anche gli inglesi sbagliano di Marco Villa

Non tutte le inglesate vengono con il buco

Brit, Copertina, Pilot

La prima volta che ho provato a guardare Dead Boss mi sono addormentato dopo dieci minuti. Diedi la colpa a Dead Boss stesso e non al ridicolo ammontare di ore di sonno su cui facevo affidamento. E così tra ieri e oggi ho cercato in ogni dove degli altri pilot da vedere e recensire. Ma non ho trovato alternative valide. Così mi ci sono rimesso da capo. E ho fatto bene. Perché Dead Boss non è certo una serie da bollino gran qualità, ma sarebbe stato eccessivo non parlarne nemmeno. E sappiatelo: per una serie un passaggio su Serial Minds vale quanto un’ospitata da Fazio per un libro. Escludendo ogni beneficio di vendite e aumento di popolarità, ovvio.

Serial Minds torna in Inghilterra per questa serie in onda dal 14 giugno su BBC Three. Racconta la storia di Helen, incarcerata per aver ucciso il suo capo. Lei si proclama innocente e tutta la serie sarà incentrata sul suo tentativo di dimostrare la propria estraneità dai fatti  e sulla sua vita in prigione.

Chiariamo subito: niente di drammatico. Dead Boss è una comedy, tra le più stupide arrivate dall’Inghilterra da quando esiste questo sito. E per stupida si intende proprio demenziale, con un umorismo molto semplice, personaggi al grado zero di psicologia e nessuna menata intellettualoide. E la cosa un po’ mi ha sorpreso e inizialmente deluso, perché se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi anni è che i titoli di inglesi sono sempre piuttosto sofisticati e di un certo livello. Anche per questo, lo spaesamento – dovuto ai primi dieci minuti di visione assonnata – mi aveva portato a un deciso rifiuto.

La seconda visione ha cambiato un po’ le carte in tavola: sì, tono e stile sono completamente diversi da quelli che caratterizzano di solito le serie british, ma non mancano alcuni colpi di genio. Colpi di genio che rispondono al nome di: personaggi. Intorno alla protagonista, si raccolgono infatti una serie di figure veramente idiote, ma ben studiate. Su tutte l’avvocato di Helen, che ricorda da lontano il personaggio di Henry Winkler in Arrested Development per totale incompetenza e assenza di dedizione alla causa. Come lui, tutti i personaggi fanno segnare un abbassamento netto del livello medio di sanità mentale, con conseguenti derive comiche.

Non si ride da star male in Dead Boss, ma alcune trovate buone ci sono e un paio di dialoghi vanno a segno. Non è la serie che vi svolterà l’estate, non è la serie che vi farà idolatrare per l’ennesima volta le produzioni inglese. Ma senz’altro vi farà capire quanto è lontana l’esperienza di comedy carceraria italiana, quella porcata con la povera Geppi Cucciari (povera perché lei è brava) e mille altri comici di Zelig che rispondeva al nome di Belli dentro. Brrr.

Dessimo i voti, saremmo un mezzo punto sotto la sufficienza. Ma i voti non li diamo. Quindi diciamo che sì, stavolta gli inglesi hanno toppato. Almeno a metà.

Perché seguirlo: per la splendida idiozia di alcuni personaggi, che hanno la loro bella ragione d’essere

Perché mollarlo: perché se seguite le serie inglesi lo fate per il livello di sofisticatezza ed eleganza. Qui mancano entrambe.



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