22 Gennaio 2015 11 commenti

Shameless 5: come fai a non amare questa gente? di Diego Castelli

Sempre al massimo, mai un calo

Copertina, On Air

Shameless (3):
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OCCHIO, SI PARLA DEI PRIMI DUE EPISODI DELLA QUINTA STAGIONE
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Ieri sera (che poi è adesso per me che scrivo) ero pigramente alla ricerca di un postino pomeridiano mentre in sottofondo scorreva Mike & Molly. A un certo punto mi sono detto: ma perché non dire qualcosa del ritorno di Shameless? Anche perché devo fare un paio di domande.
È un po’ tardi, sono leggermente rincoglionito, quindi se ci sono più errori del solito vogliatemi bene lo stesso. Era o così o niente post, quindi suck it up.

Cominciamo col dire che Shameless è gioia. Non è più nemmeno una serie tv, è proprio entusiasmo sparato direttamente nell’occhio. Mai un calo, mai una scena fuori posto, mai un momento che venga di chiedersi quanto manca alla fine dell’episodio. Al massimo puoi chiederti quanto manca al prossimo.
Le due puntate andate in onda finora hanno ripreso entrambe la solita, inesauribile forza creativa dello show: non conosco bene il processo dietro la scrittura della serie, se gli autori lavorano per i fatti loro, se fanno sessioni di gruppo con davanti dei muffin, o se, cosa più probabile, scrivono subito dopo aver sniffato i fumi di un pastello a cera dato alle fiamme. Fatto sta che ogni stagione è una collezione infinita di serial moment e scene cult. Vogliamo parlare del nettare degli dei della premiere, o del pompino all’omofobo del secondo? E il brunch coi trapiantati? Roba da applaudire sul divano, da soli in casa.
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Shameless (2)

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Al netto della classica forza d’urto della serie, però, trovo che il secondo episodio sia già migliore del primo, perché subito riprende l’altro grande plus di Shameless: la capacità di affiancare il ricercatissimo trash a una profondità narrativa e psicologica che altre serie di sognano. Come spesso succede, protagonista di questo approfondimento è Fiona: dopo una quarta stagione passata tra droga, prigioni e sensi di colpa, l’ex primogenita Gallagher (“ex” perché nel frattempo ne è spuntata un’altra) aveva fatto i conti col suo lato oscuro, fino a quel momento sopito per badare a fratelli e sorelle, ma mai davvero messo da parte.
Questa stagione sembra procedere su un binario simile, con però una diversa sfumatura: l’anno scorso i guai della ragazza venivano da un incidente. Ok, magari non è il caso di lasciare della coca su un tavolino alto trenta centimetri mentre c’è in giro un bambino, però è sembrata la distrazione di un momento, un effettivo “incidente” come può capitare a tutti. Da quell’incidente sono scaturiti un sacco di problemi e un sacco di paranoie, ma non siamo mai riusciti a vedere Fiona come una “cattiva”, o comunque una da cui stare alla larga. Anche perché se avessi Emmy Rossum davanti l’ultima cosa a cui penserei sarebbe starle alla larga.

Quest’anno, invece, c’è Sean: Sean è il nuovo capo di Fiona, e tra i due c’è una simpatia piuttosto evidente. Dove con “simpatia” si intende una chiara voglia di strapparsi le mutande. Ebbene, nel secondo episodio stagionale Sean rifiuta le attenzioni di Fiona. Perché? Be’, perché è un alcolista che cerca di redimersi e di condurre una vita decente, e ha paura che Fiona non sia affatto la compagna migliore per un percorso del genere. Una paura pienamente giustificata, ai nostri occhi ma soprattutto a quelli di lei, visto che poco dopo Fiona si ritrova a fare a botte in un locale in cui era andata con la sorellina di quattordici anni vestita da zoccola.
Se l’anno scorso la storia della coca era un incidente, questa volta Fiona si ritrova duepiccata da un uomo che, semplicemente, ha paura di lei e del caos che potrebbe portare nella sua vita. Per la prima volta, una persona che Fiona stima personalmente la tratta, seppur a malincuore, come merce avariata. Inutile dire che la poveretta ci rimane parecchio male, e questo tema sembra essere già centrale in questa stagione.
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Shameless (6)

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Per il resto, al momento vorrei solo spendere una parola per Sheila. Sto provando per lei una pena infinita, lei che vorrebbe solo avere una vita normale, lei che ha dimostrato di saper addirittura gestire Frank (più o meno), e che adesso deve fare i conti con Sammi e Chucky, per i quali il titolo della serie non potrebbe essere più azzeccato: “shameless”, “senza vergogna”, sempre pronti a coprirsi di ridicolo e di imbarazzo per raggiungere i propri scopi, sempre indifferenti ai sentimenti delle altre persone. L’anno scorso sembravano quasi esseri umani carini, ora li odio con tutto me stesso, e vorrei che Sheila li picchiasse con uno dei suoi cazzi di lattice. Dai, Chucky le cagato sul tavolino, ma che brutta roba!

E poi ci sono Kevin e Veronica con le gemelle, Lip che torna dal college, le citate scorribandi anti-razzismo di Ian. Come sempre tanta, tanta, tanta roba.

E ora le due domande, che poi sono due nomi: Jimmy e Jeffrey Dean Morgan.
Jimmy è mancato tutta la quarta stagione, salvo una brevissima immagine dopo i titoli di coda del season finale. Quest’anno, quella stessa immagine è stata rimostrata nel previously del primo episodio. Però dopo due settimane ancora niente. Ma quindi? Lo vogliamo riportare dentro o no? Dai che sto fremendo!
E poi Jeffrey Dean Morgan, che invece è un mistero: cameo nel finale della scorsa stagione, le spettatrici già si agitavano sulle sedie al pensiero di un’intera season 5 con lui, e poi non c’è. Il capo di Fiona ora è Sean, interpretato da Dermot Mulroney, e di Morgan nessuna traccia.
Mi sono perso qualcosa io? Non sono ironico, dico sul serio: c’è una news che dovevo leggere e non ho letto? Morgan si è visto in un scena rapidissima mentre mi alzavo per prendere un bicchiere d’acqua?
Qualcuno mi dica qualcosa, perché non c’ho mica capito molto.

Per il resto, viva Shameless.
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Shameless (5)



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