26 Settembre 2013

Welcome to the Family – Quando il caruccio non basta di Francesco Martino

Una sitcom troppo normale per farsi largo nella giungla seriale

Copertina Pilot, Pilot

Welcome to the family

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Nella lunga lista dei mali che affliggono il nostro pianeta trova posto, tra la fame nel mondo e la guerra, l’elevatissimo numero di comedy-pilot brutti, girati e trasmessi ogni anno dai network americani. La cifra di soldi spesi è abbastanza alta da permettere, con molta probabilità, la soluzione di almeno uno dei due problemi sopra citati; capirete subito quindi il motivo per cui il mio approccio con Welcome to the Family (la nuova comedy targata NBC, prodotta da Eva Longoria e in onda dal 3 ottobre) sia stato accompagnato da un grande alone di pessimismo e preoccupazione.

La serie racconta lo scontro culturale tra due famiglie: quella di Junior, brillante studente di origine latinoamericana, e quella della bionda Molly, formata da due genitori che rappresentano welcomeprobabilmente il più irritante cliché del cittadino americano. I due ragazzi, fidanzati e pronti a lasciare le rispettive famiglie per andare al college, scoprono di aspettare un bambino obbligando così i due nuclei familiari a condividere questa (dis)avventura.

Le intenzioni di Welcome To The Family sono chiare sin dalla prima scena: evidenziare e portare all’estremo i tratti stereotipati e riconoscibili dei personaggi. Nei venti minuti di questo pilota gli autori cercano di muoversi proprio in questa direzione, inserendo i protagonisti in situazioni concepite appositamente per sottolineare le loro nevrosi o le loro bizzarrie. Purtroppo quella che dovrebbe essere la forza dello show si rivela essere la sua più grande debolezza. Le differenze culturali tra gli Yoder e gli Hernandez non funzionano come dovrebbero, risultando scontate già nella prima puntata e scadendo inevitabilmente in una patetica morale “siamo diversi, ma vogliamoci bene”.
Mike O’Malley, che qui vediamo nel ruolo del capo famiglia degli Yoder – la moglie è Mary McCormack di In Plain Sight e West Wing, mentre il consuocero è Ricardo Chavira di Desperate Housewives – potrebbe risultare senza dubbio l’arma vincente dello show, purtroppo però il suo Dan è prigioniero delle dinamiche viste sopra, che trasformano la performance dell’attore in una versione parodistica del genitore stanco ed enfatizzano troppo la vena ironica facendolo diventare quasi odioso.

Probabilmente è troppo presto per giungere a considerazioni definitive, ma Welcome to the Family non sembra avere le carte in regola per andare avanti nella programmazione NBC, soprattutto nella giunga delle commedie dove anche prodotti ben superiori a questo, penso al buon Go On sempre del canale del pavone, vengono cancellati senza la minima esitazione. E’ proprio vero che la commedia welcome2 è la cosa più difficile da scrivere per un autore e, purtroppo per quelli di Welcome To The Family, hanno deciso di gettarsi su un genere i cui standard sono dettati da fuoriclasse come Community e New Girl. Chi scrive non vuole certo “gufare” per una serie, ma il destino di questa comedy sembra già scritto.

Perché seguirla: Mike O’Malley regala qualche momento divertente
Perché mollarla: al di sotto degli standard di genere attuali



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