15 Ottobre 2013 4 commenti

The Walking Dead – La quarta stagione comincia con gusto! di Diego Castelli

Il ritorno dei nostri amici zombie

Copertina, On Air

The Walking Dead 4 (3)

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ATTENZIONE! CI SONO SPOILER SULLA 4X01 DI THE WALKING DEAD
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Se c’è una cosa bella dell’autunno, oltre al fatto che il freddo e la poca luce mi invogliano a tapparmi in casa a vedere telefilm, è il ritorno di The Walking Dead.

L’anno scorso ci eravamo lasciati con un duello sulla terza stagione, più mossa e spettacolare della precedente ma probabilmente meno rifinita per quanto riguarda le dinamiche tra i personaggi. Soprattutto, una stagione in cui il principale cattivo, il Governatore, non è riuscito a incidere come molti speravano, lasciando la scena in modo brusco e non particolarmente epico.

Queste piccole critiche ovviamente non bastavano a bocciare un prodotto che rimane di altissimo livello, e l’hype per la nuova stagione era comunque bello robusto.
Fortunatamente, la premiere è stata molto divertente. Che di certo non è l’aggettivo più usato per descrivere The Walking Dead, ma trasmette bene un certo senso di spettacolo che l’episodio ha voluto The Walking Dead 4trasmettere prima ancora di inserirci in storie più complesse e di più lungo periodo.
I nostri eroi vivono ancora della prigione, e ormai sono una comunità abbastanza numerosa, grazie al salvataggio dei molti profughi scappati dal Governatore. Rick è ancora il leader della combriccola, sembra aver superato certi patemi della stagione passata, e si permette di zappare la terra ascoltando un po’ di musica. Gli altri personaggi, dal canto loro, sono ormai ben organizzati e gestiscono la prigione come un villaggio  dove le sortite verso l’esterno vengono ridotte al minimo indispensabile (tanto c’è Rick che coltiva pomodori) e organizzate in modo metodico ed efficiente.
Insomma, tutto procede per il meglio, e questo inizio serve soprattutto a farci vedere come i protagonisti siano riusciti a raggiungere una forma di equilibrio (fisico e psicologico) sicuramente precaria ma comunque soddisfacente.

Questa tranquillità di fondo non si traduce in noia e banalità, perché al contrario c’è modo di mettere in scena un bel po’ di spettacolo: gli zombie in giro sono tanti, e la gita al supermercato si trasforma presto in una carneficina, con non-morti che piovono dal soffitto (bisogna sempre stare attenti alle infiltrazioni d’acqua), pallottole ovunque e l’immancabile perdita tra gli umani.
Da tutt’altra parte, Rick vive un’avventura tutta sua, in cui incontra una donna che in pratica è l’anello mancante tra zombie e umani, ancora capace di parlare e di pensare, ma ormai distrutta da una non-vita che l’ha prosciugata completamente. Una donna che serve soprattutto a confermare la ripresa di Rick, che in maniera esplicita (pure troppo) riconosce come il destino della poverina poteva essere il suo, se non fosse riuscito a scrollarsi di dosso il lutto per la morte di Lori.

In mezzo a questi due macroavvenimenti non mancano quelle finezze di scrittura e di regia che da sempre contraddistinguono la produzione di AMC: il già citato trucco della donna (che sembra zombie pur non essendolo); la lavagnetta con i giorni passati dall’ultimo incidente; i nomi dati a zombie e animali, alla ricerca di una forma di infantile normalità; l’accenno all’alcolismo del nuovo arrivato Bob; la lezione di fiabe & coltelli di Carol; l’occhialuto nerd che si complimenta con Daryl (non posso che vederci una rappresentazione di tutti noi nerd occhialuti che abbiamo proprio nel The Walking Dead 4 (4)Dixon il nostro personaggio preferito). Sono tutti dettagli che danno sugo all’intreccio principale, e consentono di mantenere alta la tensione in un contesto che non può permettersi di diventare troppo “felice”.

Ed è in quest’atmosfera di vaga serenità che si inserisce il finale, in cui proprio il ragazzo quattrocchi supera il momento di relativa tranquillità per farci ripiombare all’inferno. Perché finora la prigione era stata assediata e minacciata, ma era stata di fatto impenetrabile, un forte molto più sicuro rispetto all’esile fattoria della seconda stagione. Con la morte del ragazzo all’interno delle mura sta per iniziare una reazione a catena che probabilmente manderà tutto a puttane, buttando nuovamente Rick e compagni sulla strada e causando morte e distruzione (come in parte è suggerito dalla stessa locandina all’inizio dell’articolo).
Senza aver letto il fumetto, e senza aver cercato troppe informazioni (che sennò mi spoileravo troppo), le anticipazioni sul futuro della stagione piazzate dopo i titoli di coda lasciano pensare a un’annata molto più centrata sugli zombie e sui casini da essi creati, piuttosto che su beghe intra-umane come accaduto col Governatore (di cui per ora si sono perse le tracce). Senza contare che il giovane Patrick non è morto trafiggendosi per sbaglio con una limetta per unghie: è rimasto vittima di una malattia ancora misteriosa che oltre a lui sembra aver colpito anche Violet, il maiale di Rick.
L’equazione potrebbe dunque essere tanto semplice quanto gustosa:
Zombie dentro la prigione + Malattia mortale tra i sopravvisuti = Gioia per lo noi

Argomenti AMC, walking dead, zombie


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