14 Giugno 2017 5 commenti

The Loch – Sarebbe potuta essere una nuova Broadchurch e invece… di Marco Villa

Quando una cattiva scrittura incontra una cattiva regia, lo spettatore sul divano è un uomo morto

Brit, Copertina, Pilot

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Hai presente quando hai tutto perfetto, tutto predisposto, gli elementi davanti a te in maniera ordinata, ti metti al lavoro e alla fine guardi quello che hai prodotto e ti chiedi come è possibile che non sia venuto tutto come dio comanda? Vale per qualsiasi cosa: dalla cucina alle squadre di calcio. E vale anche per le serie tv come The Loch.

The Loch è una nuova serie di ITV, in onda dall’11 giugno. Il Loch del titolo è il lago più famoso di Scozia, ovvero Loch Ness, quello del mostro. Non si parla però di improbabili creature sottomarine, ma di quello che accade sulle sponde del lago, per l’esattezza nell’ameno paesino di Lochnafoy. Pochi abitanti, molti dei quali portano a casa lo stipendio con attività legate al leggendario mostro di Loch Ness, tipo tour guidati e simili. Una comunità tranquilla, in cui tutti si conoscono. Per questo ha un effetto dirompente il ritrovamento di un cadavere: in apparenza si tratta di un suicidio, in realtà si scopre presto che si tratta di omicidio. C’è di più: dall’autopsia si scopre che alla vittima è stato rimosso un pezzo di cervello e poche ore dopo viene ritrovato un cuore umano, appartenente a un corpo non ancora scoperto.

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Tutti vanno un po’ nel panico e qui partono le indagini: le conduce una poliziotta che arriva da fuori insieme a un esperto di psicologia criminale, ma la vera protagonista è la poliziotta locale, che viene estromessa dalle indagini per motivi famigliari.

The Loch ha tutto per essere una serie stile Broadchurch, in cui ogni puntata offre lo spunto per scoperchiare un segreto del paesino che sembra tanto innocente e per trovare un presunto colpevole da scagionare nell’episodio successivo. La similitudine con Broadchurch, però, si ferma qui, perché siamo lontanissimi da quei livelli. La storia di Miller e Hardy è un modello che The Loch non riuscirà mai a raggiungere, fermandosi allo stadio di “thriller estivo da guardare con mezzo occhio chiuso dopo una giornata in spiaggia”.

The Loch è scritta con poca cura, con tempi gestiti male: lunghe scene di dialoghi inutili seguite da scene brevissime in cui si danno informazioni didascaliche altrettanto inutili. Robe del tipo: poliziotta sul lago che prende il telefono e dice che sta tornando a casa. Durata netta: 7 secondi, grado di utilità: -7. La cattiva scrittura è degnamente accompagnata da una cattiva regia, con scene che terminano puntualmente con il primo piano di uno dei personaggi, intento a mostrare con espressione facciale quanto sia basito (F5).

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Quando una brutta scrittura incontra una brutta regia, lo spettatore è un uomo morto, perché a quel punto qualsiasi spunto positivo viene annientato. È quello che succede a The Loch, che finisce per essere lontanissima dagli standard dei crime inglesi. Dice: ma gli ingredienti c’erano tutti. Eh, ma a volte va così.

Perché seguire The Loch: per la speranza di una clamorosa ripresa e di un’effettiva valorizzazione degli elementi a disposizione

Perché mollare The Loch: perché siamo troppo dalle parti di una brutta fiction

Argomenti Crime, ITV, the loch


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