26 Febbraio 2015 7 commenti

Parks & Recreation series finale: e tocca piangere di nuovo di Diego Castelli

Vabbe’ però basta tutti sti finali, sono una persona fragile!

Copertina, Necrologi, On Air

Parks & Recreation series finale (2)

 

OCCHIO CHE CI SONO SPOILER SUL FINALE DI PARKS!

 

 

E io questo articolo non lo voglio scrivere, come la mettiamo?

Sciopero. Serrande chiuse.

Che è quest’anno, che bisogna dire addio a così tanta gente, e ancora non è manco finita?!

Visto che comunque ha il decreto facile, perché Renzi non piazza lì due fogli di carta in cui venga espressamente proibito di far finire più di una serie della madonna all’anno? Oddio, bisognerebbe in realtà rivolgersi alle autorità americane, ma magari si può fare un’interrogazione all’ONU, insomma qualcosa che ponga fine a questo scempio. Secondo me ci van di mezzo i diritti umani, mica robetta.
Anche perché le statistiche non le conosco, ma immagino ci siano molti casi di sofferenza cardiaca dovuta al fatto, ad esempio, che gente che non ha ancora assorbito del tutto la fine di Sons of Anarchy, ora si ritrova a dover gestire l’addio a Parks & Recreation. Siamo persone anziane, non si può giocare così con la salute degli spettatori…

Parks & Recreation series finale

 

Vabbe’, visto che qualcuno deve pur farlo, parliamo (sob) del series finale (sigh) di Parks.
Capita abbastanza di frequente, specie con le comedy di lungo corso, che i finali non siano necessariamente gli episodi più belli. Vuoi perché la comicità è sporcata dalla nostalgia, vuoi perché dopo tanti anni il meglio sembra essere già passato, anche il finale di Parks non è di per sé una clamorosa gemma comica, o la summa stilistica di quello che la serie ha regalato in questi sette anni. Curiosamente, il confronto è particolarmente impietoso con i due episodi direttamente precedenti, che come detto nei serial moments di lunedì sono due assolute botte di vita.

Ma quindi che è successo, è un brutto finale? Ma va, ma no, che hai capito. Il discorso è diverso: l’obiettivo di un finale di questo tipo, che arriva dopo anni di affetto illimitato per un numero piuttosto grosso di personaggi, non può essere quello di alzare ancora il tiro, sforzandosi ad ogni costo di immaginare nuovi fuochi d’artificio e trovate mirabolanti.
O meglio, si può fare, ma in fondo non serve. Quello che i fan desiderano, in casi come questi, è semplicemente un addio, una spolverata di zucchero conclusiva che non deve aprire nuovi fronti di racconto o tenere alta chissà quale tensione narrativa, ma semplicemente farci sentire abbracciati e coccolati, in questo momento di lutto.
Per raggiungere questo obiettivo, gli autori di Parks decidono di chiudere tutti ma proprio tutti i conti. E il modo più semplice per farlo è costruire un episodio in cui un pretesto qualunque (come la riparazione di un’altalena) diventa palcoscenico per una serie di flashforward dichiaratissimi, con tanto di targhetta per il nome, in cui ci viene mostrato il futuro di tutti i protagonisti. Il fatto poi che Parks sia una sitcom toglie qualunque ipotetica sega mentale su un equilibrio della fortuna: finisce bene per tutti, e non avremmo accettato niente di meno.

Parks & Recreation series finale (6)

 

Andy e April mettono su famiglia (anche se lei ha preteso di partorire truccata da zombie per mantenere una certa dignità), Garry muore a cento anni nella felicità più totale e circondato dalla enorme famiglia (anche se scrivono male il suo nome sulla lapide), Ron torna a lavorare per il governo ma facendo una cosa che gli piace da matti, Donna diventa donna di successo (perdonate il gioco di parole) e il suo matrimonio va a gonfie vele. C’è perfino spazio per il futuro di due personaggi secondari ma amatissimi come Jean Ralphio e Craig (forse l’unico a cui va bene, ma non benissimo). E ovviamente c’è lei, Leslie, che diventa governatore dell’Indiana e rimane sul piedistallo come protagonista vera dello show, l’anima ottimista e unificatrice che ha permesso a questa accozzaglia di mentecatti di rimanere insieme fino alla fine della storia (e anche oltre).
La ciliegina è poi il ritorno di Chris e Ann, che non potevano mancare in una reunion finale necessariamente monca senza di loro. Per i puristi della prima ora, forse l’unica piccola aggiunta in cui si poteva sperare era quella di Paul Schneider, alias Mark, scomparso per sua stessa scelta dopo le prime due stagioni e mai più ricordato. Pensare a lui in questo momento mi dà quasi le vertigini, come se la sua distanza nel passato mi desse il vetro metro del tempo speso a vedere Parks

Cosa volete che vi dica, in conclusione? Con tutti questi addii ormai il mio cuore è indurito, sono come uno dei quei vecchi marinai della letteratura, quelli che vivono su una casetta in mezzo agli scogli rispondendo a monosillabi e versandosi la zuppetta sulla barba grigia. C’ho il cuore arido, ho paura a lasciarmi andare, troppe ferite non ancora rimarginate.
Ma Parks è Parks, una di quelle comedy (non sono tante), in cui l’aspetto meramente tecnico, di scrittura, di messa in scena, finisce per passare in secondo piano, semplicemente perché hai la nettissima impressione che quelle persone (i Ron Swanson, le Leslie Knope) esistano sul serio, e anzi siano proprio tuoi amici. Poche sono le serie capaci di creare e ficcare con forza nella mente degli spettatori un numero così elevato di tormentoni e di icone, di “segni” – detto nel senso più generale del termine – che i fan sanno riconoscere a prima vista, rispondendo con un immediato sorrisone.
Sono anche le serie che spazzano via tutto quello che i loro attori hanno fatto prima, e in parte ciò che faranno dopo, per cui Nick Offerman potrà pure vincere l’oscar in ruolo drammatico fra dieci anni, ma per chi ha visto Parks sarà sempre Ron Swanson. E anzi, ci sarà sempre fastidio vederlo senza baffi.
Ma in fondo non credo che se ne abbiano troppo a male per questa sorta di gabbia dorata in cui Parks li ha cristallizzati per sempre. Quando hai passato sette anni a far felici così tanti bambini in tutto il mondo, credo tu possa camminare a testa alta un po’ ovunque…

Parks & Recreation series finale (3)

PS
Una domanda per voi: durante il funerale di Garry si vedono Ben e Leslie attorniati da tre-dico-tre guardie del corpo. Non è un po’ troppo per un deputato e un governatore? O meglio, magari non è troppo (che ne so io) ma non vi ha dato la sensazione che ci fosse qualcosa di più? Nessuno ce lo dice, ma ve lo dico io: secondo me uno dei due è Presidente.
E se qualcuno di voi ha prove certe del contrario, non le voglio vedere. Voglio vivere così, nell’ignoranza e della beatitudine…
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