12 Novembre 2015 7 commenti

Grandfathered, Dr. Ken e Truth Be Told: tre pilot inutili in 42 secondi di La Redazione di Serial Minds

Leggere qui per risparmiare tempo

Copertina, Pilot

Lo sappiamo noi, lo sapete voi: ci sono tante serie e tantissimi pilot. Troppa roba, soprattutto roba così così, di cui francamente interessa davvero poco. Serie che si cancellano dalla lista dopo aver visto la prima puntata, con la certezza che non ci torneremo più sopra. Però per vedere quelle serie comunque usiamo del tempo, in media 42 minuti. Ecco, oggi inauguriamo una nuova serie di post in cui vi offriamo mini-recensioni di pilot piuttosto inutili. Recensioni che a velocità normale dovreste impiegare 42 secondi a leggere. Capito il giochino? 42 secondi invece di 42 minuti. Voi non perdete tempo a vedere cose irrilevanti, noi non perdiamo tempo a scriverne. Win Win e tutti contenti.

 

Grandfathered

Grandfathered

Grandfathered è andata in onda il 29 settembre su Fox e quindi è passato più di un mese senza che sentissimo il bisogno di dedicarle un post ad hoc. Meglio: è passato un mese in cui ogni giorno avevamo qualcosa di più interessante di cui scrivere. Grandfathered è una comedy di quelle insipide, fatta anche bene, recitata anche bene. Ma che ti lascia in testa davvero il nulla. Racconta la storia di un uomo di successo, proprietario di un ristorante e nel giro giusto che si vede arrivare di fronte un figlio che non sapeva di avere. Tutto già stravisto, se non fosse che il figlio non solo pare mezzo rincoglionito, ma è anche da poco diventato padre. Il nostro protagonista (John Stamos) si ritrova così di colpo a essere nonno e passare dalle strappe ventenni alle pappe per la nipotina non è roba facile. Così come non è facile riallacciare i rapporti con la donna (Paget Brewster, super) con cui a suo tempo concepì il figlio. Il pilot di Grandfathered scorre via leggero, così come il secondo episodio, ma è piuttosto evidente che siamo di fronte a una serie che molto probabilmente si svilupperà in modo identico puntata dopo puntata: il protagonista inizia con i buoni propositi, poi si fa traviare dal suo essere uno stronzo egoista e sembra sull’orlo di mandare tutto a puttane, ma alla fine capisce quali sono i veri valori della vita e rinsavisce. Ecco: le vedreste 22 puntate così? Noi no, due ci sono bastate. (MV)

 

Truth be told

Truth Be Told

Oddio, il Villa vuole che recensisca una serie in mille battute, sta cosa mi manda in pappa il cervello, non so se sono capace. Aaargggh, già usate 126, fuuuuck!
Meno male che Truth Be Told mi viene in aiuto: in onda su NBC da un mesetto, racconta di due coppie amicissime fra loro che commentano quello che gli succede intorno. Eh sì, il concept è tutto qui. Che poi uno dice, anche Undateable è “tot amici in un bar”, eppure ci piace un botto. Solo che Undateable è scritta bene e interpretata da gente simpaticissima. Qui non c’è né una né l’altra cosa. Battute fiacchissime, roba da avanspettacolo, sugli stessi temi di mille altre sitcom. Dopo il primo episodio non rimane niente, dopo il secondo idem. Non basta nemmeno l’atavica simpatia per Mark-Paul Gosselaar, che ci fa solo rimpiangere l’ormai cancellata Franklyn & Bash.
Per la cronaca, la serie è basata sulla vita del suo creatore, DJ Nash.
Bella vita di merda… (DC)
(Oh, sotto le mille battute, suck it Villa!)

 

Dr ken

Dr. Ken

Qui c’è delusione, inutile nasconderlo. La prima comedy con protagonista Ken Jeong è di una normalità fastidiosissima. Lui che per anni è stato un personaggio sempre e comunque sopra le righe, in Community come nella saga di Una notte da leoni, qui diventa un banale medico in una comedy multicamera come se ne vedono mille. Lo studio pieno di scimuniti, la famigliola un po’ pazzariella, qualche smorfia forzatissima per far vedere che sotto la patina banalotta arde ancora il fuoco della follia.
Troppo poco. La cosa assurda è che attendevo questa serie proprio perché c’era lui, e ora che l’ho vista quasi mi spiace che sia lui il protagonista: con un altro al suo posto avrei forse accettato più facilmente la scrittura  senza guizzi né idee davvero ficcanti, in nome del semplice passatempo gradevole. Con lui, invece, sapendo quanto potenziale viene sprecato, mi cascan proprio le braccia.
Aridatece el senor Chang! (DC)

 



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