10 Aprile 2018 14 commenti

Barry: da HBO una comedy di tenera violenza di Diego Castelli

Un sicario che decide di fare l’attore, sotto la guida di Fonzie di Happy Days. Barry ci piace!

Copertina, Pilot

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Da alcuni anni coltivo questo pregiudizio: HBO non è in grado di produrre grandi commedie, a fronte dei suoi straordinari drama.
Come detto è un pregiudizio, perché da HBO vengono, giusto per fare dei titoli a caso, Sex and The City, Veep e Silicon Valley. Allo stesso tempo, a parte proprio Sex and The City, la storia delle serie tv è stata fatta più dai drama di HBO che dalle sue comedy, perché The Sopranos, Six Feet Under, The Wire, Game of Thrones, Westworld ecc si ergono su un piedistallo difficile da insidiare.

Con un’introduzione del genere ora vi aspettate, come minimo, una comedy che faccia la storia. Non sarà così, ma Barry è comunque una serie che dovrebbe aiutare a convincerci(mi), se mai che ne fosse bisogno, che HBO sa fare anche ottima commedia.
Il Barry del titolo, interpretato da Bill Hader (veterano del Saturday Night Live, l’abbiamo visto anche in The Mindy Project), è un sicario a pagamento. Tu lo paghi, e lui ammazza chi vuoi. E lo fa bene, perché nel suo lavoro è un esperto, anche se a vederlo non gli dai due lire perché pare un po’ sfigato.
A un certo punto dei malavitosi lo ingaggiano per uccidere un tizio, e Barry si mette a seguirlo per scoprire qualcosa in più sulla sua vita e ordire un piano diabolico per ammazzarlo senza fatica e senza lasciare tracce. Finisce così a sbirciare nella classe di teatro frequentata dalla futura vittima, una classe guidata con piglio carismatico da tale signor Cosineau, interpretato da Henry Winkler (cioè Fonzie di Happy Days). Barry ne rimane folgorato, e decide di mollare la carriera da killer per fare l’attore. Cosa che, naturalmente, non piace né a chi l’ha ingaggiato, né al suo amico/agente che gli trova i lavori, né a tutti quelli che sanno chi è, cosa può fare, e cosa sa.

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In un mondo seriale in cui spesso siamo costretti ad accontentarci di idee tutto sommato già sentite, sperando che almeno chi le sviluppa sappia metterle in scena in modo originale, Barry riesce a sparigliare le carte offrendoci una storia che, di per sé, suona effettivamente nuova. Ora sono certo che qualcuno di voi si ricorderà di un’altra serie con killer pentiti e simili, che a me al momento sfugge, ma ciò non toglie che il tema del sicario che cambia vita sia ben poco battuto, e trattato dagli autori (fra cui figura lo stesso Bill Hader) con uno straniante piglio di tenera violenza.
Sì perché Barry killer lo è per davvero, non una specie di versione edulcorata del mestiere che ce lo faccia apparire con un buffo cattivo da fumetto per bambini. Siamo su HBO, e quindi Barry è proprio uno che ammazza la gente, con efficienza e totale spietatezza. Anzi, l’impressione è che non abbia alcuna emozione, una specie di cugino di Dexter.

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Ma il bello, nel suo cambiamento, è proprio qui: incappando nella lezione di recitazione, Barry viene introdotto a un mondo di grande energia emotiva (anche troppa, naturalmente, siamo in una parodia), che in qualche modo gli risveglia i sensi, aprendogli opportunità che mai avrebbe pensato di poter avvicinare: la bravura degli sceneggiatori, e dello stesso Hader, sta nella costruzione di un personaggio timido e chiuso, che malgrado il suo mestiere diventa subito quello con cui ci identifichiamo maggiormente. O per lo meno, ci sentiamo più vicini a lui, alle sue insicurezze e alle sue recondite speranze, piuttosto che al viscidume dei gangster o alla totale follia dei compagni di corso e dell’insegnante di teatro, un maneggione che se la crede tantissimo ma che ha come primo pensiero i soldi delle iscrizioni.

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I primi episodi di Barry profumano di fresco. Un’idea originale, sviluppata con la giusta dose di stupidera, in un’ambientazione in cui si percepisce chiaramente la possibilità che possa succedere di tutto. E la ciliegina (ciliegiona) è un protagonista buffo e assai strano, ma con cui è facile identificarsi. Non è la storia della tv, giusto per tornare alla riflessione iniziale, ma avercene di debutti così.

 

Perché seguire Barry: semplice, originale, sapientemente idiota e con un ottimo protagonista.
Perché mollare Barry: se la vostra idea di comedy televisiva è limitata alle sitcom con le risate in sottofondo.



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