8 Novembre 2021

Serial Moments 500 – Dal 31 ottobre al 6 novembre 2021 di Diego Castelli

Poliziotte incazzate, morti improvvise e pellegrinaggi fisicati

Eh niente, siamo arrivati a 500 puntate dei Serial Moments. Vi assicuro che fa più impressione a me che a voi. Sono dieci anni che ho iniziato questa rubrica, e sono tipo nove anni e mezzo che mi dico “massì, a un certo punto smetterò”. Ed effettivamente, ragionando da una prospettiva cosmica, è del tutto evidente che prima o poi smetterò.
Intanto, però, sono 500.
Se volete approfondire un altro po’ la ricorrenza, e farvi con noi un piccolo viaggio nei ricordi di questi dieci anni, non perdete la puntata 3×10 di Salta Intro, il nostro podcast che oggi, 8 novembre, uscirà come al solito a mezzogiorno proprio con un approfondimento su questa lunga cavalcata, oltre ai soliti consigli di visione per i prossimi giorni.
Ci sentiamo lì, ora invece passiamo agli effettivi Serial Moments di settimana.

ATTENZIONE! SPOILER CINQUECENTENARI DI AMERICAN CRIME STORY, DOPESICK, LOVE LIFE, FOUNDATION, THE MORNING SHOW

5.American Crime Story 3×09 – Ebbrava Monica
La scena che ho preferito di questo episodio di American Crime Story è l’apparizione di Monica di fronte al Grand Jury. È probabilmente il suo primo momento di vittoria dall’inizio della stagione, il momento in cui si presenta di fronte a una platea di giurati e giurate a lei sconosciuti, che inizialmente sembrano pronti a giudicarla non tanto in quanto vittima di una manipolazione, ma come ragazzina stupida che è finita per sua colpa in una situazione più grande di lei. Bastano pochi minuti, però, perché il modo di fare di Monica, la sua sincerità ma anche la sua capacità di presentarsi (pure un po’ furbescamente) come giovane e innocente pulzella, cambino le carte in tavola, portando i giurati dalla sua parte. Una scena girata con misura e interpretata con intelligenza da Beanie Feldstein, che poi ci mostrerà anche momenti molto più turpi quando Monica sarà interrogata sui suoi rapporti con il Presidente con un livello di dettaglio abbastanza inquietante.

4.Dopesick 1×06 – Entusiasmi rabbiosi
Settimana scorsa avevo citato i momenti, assai dolorosi, in cui la serie ci ha mostrato a che profondità può arrivare l’abisso della dipendenza. Anche in questo episodio ci sarebbero esempi ugualmente potenti, ma per par condicio preferisco citare un momento più esaltante: quello in cui Bridget, l’agente interpretata da Rosario Dawson, riesce a recuperare le prove incontrovertibili del fatto che l’OxyContin uccide la gente anche quando viene prescritta in modo regolare dai medici, e non solo quando viene (ab)usata dai pazienti che si fanno prendere la mano. La sua esaltazione rabbiosa proprio sul finire dell’episodio, quando si rende conto che aver sacrificato anni di vita e di fegato ha effettivamente portato dei frutti, è una roba che scuote nel profondo.

3.Love Life 2×05-06 – Roba tosta
Nel quinto episodio della seconda stagione di Love Life il protagonista Marcus scopre che Becca, la donna che stava frequentando in maniera molto casual e senza impegno, è rimasta accidentalmente incinta. Nell’episodio successivo, Becca scopre gravi difetti genetici nel feto, che porteranno all’aborto. Una storia triste ma tutto sommato usuale, che diventa importante per il modo in cui è trattata soprattutto dal punto di vista di Marcus. Quando scopre della gravidanza Marcus è sostanzialmente sconvolto e sotto sotto, ma neanche troppo sotto, vorrebbe che Becca abortisse. Poi decide di prendersi le sue responsabilità e sostiene e supporta Becca nel percorso iniziale, deciso a non essere un padre assente per il bambino che la donna ha deciso di tenere. Quando alla fine scopre che padre effettivamente non diventerà, Marcus si dice esplicitamente sollevato. Ecco, in questo caso Love Life si prende il rischio di affrontare alcuni precisi tabù: raccontare di un uomo che preferirebbe non avere un figlio, che si sente impotente di fronte all’impossibilità (socialmente certificata) di influenzare la decisione della donna in merito, e che è sostanzialmente felice di averlo perso, quel bambino. Tutto questo restando il protagonista. Sono temi delicatissimi che è difficile maneggiare in una rubrica breve come questa, ma consiglio la visione non tanto perché questa puntata voglia insegnare qualcosa a qualcuno su come si gestiscono queste situazioni, ma semplicemente perché è una puntata sorprendentemente vera, che racconta sensazioni realistiche al di là di qualunque filtro di opportunità politica e culturale. Poi ognuno ci faccia le riflessioni che desidera.

2.Foundation 1×08 – Ma chi è, Gesù?
Foundation continua il suo rischioso percorso di continuo avvicinamento (poco) e allontanamento (molto) dall’opera di Asimov, ma paradossalmente trova alcuni dei suoi momenti migliori proprio quando si dimentica di un modello letterario che, forse, era stato considerato irriproducibile fin dall’inizio. Fatto sta che in questo episodio la storia migliore è quella di Brother Day, la versione in questo momento “ufficiale” dell’imperatore Cleon, che decide di percorrere la famigerata Spirale come unico mezzo per riprendere il controllo della setta dei luministi, un trillioncino di persone che rischiano di mettersi contro di lui e contro l’Impero. Il serial moment non sta tanto nella scelta di percorrere la Spirale, o nel fatto che effettivamente riesca a completarla. E nemmeno (almeno dal mio punto di vista), nel fatto che Lee Pace percorra buona parte della Spirale a torso nudo, mettendo in mostra una figaggine abbagliante. La cosa bella è che Cleon, che si imbarca in questa impresa anche per dimostrare agli altri e a se stesso che effettivamente possiede un’anima e non è solo un semplice clone di un uomo morto, arriva alla fine del percorso e parla della visione ricevuta, rivelandoci però solo a fine episodio che quella visione non c’è stata. È stato solo un trucco per ottenere una vittoria il cui prezzo è l’amarezza della povera Demerzel, costretta a uccidere Halima (qui c’è chi si interroga sulla valenza o meno delle leggi della robotica di Asimov, nel racconto di un androide che uccide una persona), ma anche la consapevolezza dello stesso Cleon che in effetti, prove alla mano, l’anima non ce l’ha.
Non è mai bello avere la prova provata di non essere un vero essere umano…

1.The Morning Show 2×08 – Mica avevo capito!
La scorsa settimana avevamo visto Mitch causare un incidente in preda a un sentimento autodistruttivo seguito all’incontro con Alex e a tutto quello che era successo e stava succedendo nella sua vita. Però sai, è una serie tv, vedi il principio di un incidente, che sarà mai. E invece oggi apprendiamo che Mitch è effettivamente morto (cosa che in realtà era stata confermata dagli autori già prima dell’arrivo della puntata, ma faremo finta che non sia stato così). La morte di Mitch è un fulmine a ciel sereno per una serie come The Morning Show, anche se la storia a lui correlata, legata alle molestie sul luogo di lavoro, era già così palesemente “prima stagione”, da non rendere così assurda questa chiusura. Soprattutto perché la sua morte riverbera per il resto dell’episodio in modi sia tragici che comici. Tragici nelle reazioni delle sue donne come Mia e Alex, che hanno vissuto la sua tossicità, ma in qualche modo non possono fare a meno di amarlo (riflessione tanto verosimile quanto problematica). E comici come il viaggio in macchina di Alex e Chip, che si vomitano addosso le peggio cattiverie in un vortice di totale infantilismo nonostante l’ombra della morte che grava su di loro. Più in generale – e senza che ancora si riesca a trovare un vero punto di vista della serie sulla questione molestie e sul come trattare un personaggio come Mitch che ne era infausto protagonista (forse perché quel vero punto di vista è volutamente sfuggente e sfumato) – la scomparsa del personaggio di Steve Carell mostra la forza catalizzatrice di una persona come Mitch, che nemmeno esiliandosi o distruggendosi può cancellare le conseguenze buone e cattive della sua influenza.

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