24 Marzo 2022

Drôle – Comici a Parigi: la serie Netflix dell’autrice di Chiami il mio agente di Marco Villa

Vite e speranze di un gruppo di comici parigini, tutti legati al palco e al microfono di un locale chiamato Drôle

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La storia di Drôle – Comici a Parigi è in fondo molto semplice: provare a raccontare tutto il mondo che si trova alle spalle, di lato, davanti e sopra al palco di un comico e come si incanala in un gigantesco imbuto, fino a raggiungere la forma di un numero comico di durata variabile, ma comunque infinitamente più breve e ristretto rispetto a ciò da cui si è partiti. 

Che poi, semplice: è semplice parlarne così, in termini di riassunto o sinossi, ma è invece piuttosto difficile realizzare una serie di questo tipo. Perché in fondo è una serie che parla di gente che parla, perché è un attimo trasformare ansie e problemi dei personaggi in questioni più grandi di quello che sono (stiamo pur sempre parlando di comici, non di cardiochirurghi di Seattle). 

E soprattutto perché se racconti dei comici, probabilmente vorrai raccontare dei comici bravi, con battute geniali, in grado di dimostrare il loro talento. Ecco, quelle battute devi riuscirle a scrivere, perché le risate del pubblico in sala devono essere credibili, altrimenti tutto il castello crolla. È uno dei motivi per cui The Marvelous Mrs. Maisel ha avuto successo, per dire: non l’unico motivo, ma uno dei.

E allora sgombriamo il campo subito: Drôle da questo punto di vista funziona. Non sempre, non con picchi giganteschi, ma funziona. Quando uno dei personaggi carica il video di un suo sketch e quel video diventa virale, riesci a crederci, consideri plausibile che la gente rida guardandolo. E non è poco.

Superato il principale test da dentro/fuori, si può allargare la prospettiva sull’intera serie, che ha debuttato su Netflix il 18 marzo, è una produzione francese ed è stata creata da Fanny Herrero, già creatrice di quel gioiellino che è Chiami il mio agente. Dettaglio non da poco, perché siamo sempre nel mondo dello spettacolo, pur con un taglio diverso.

Là si parlava di manager che gestiscono star, qui si parla di persone comuni che vogliono diventare star dicendo cose divertenti dentro un microfono e per iniziare non c’è posto migliore del Drôle (in francese significa buffo, divertente), un localino con un palco, aperto da Bling (Jean Siuen), attore comico di successo, che però si è perso per strada.

Le vicende principali da seguire in Drôle sono quelle di due comici, molto amici tra loro: c’è Nezir (Younes Boucif), che si barcamena tra consegne a domicilio e lavoretti vari per mantenersi e mantenere il padre semi-invalido e c’è Aissatou (Miriama Gueye), che invece ha un compagno e una figlia ed è l’autrice del video che diventa virale, di cui si parlava poco fa.

Entrambi hanno lo stesso obiettivo, ma sono in momenti diversi del loro percorso: Aissatou è decisamente più avanti nel percorso, mentre Nezir è il talentuoso che non ha ancora messo a fuoco il proprio stile e le difficoltà economiche lo porteranno a diventare il ghostwriter di Bling, con cui ha un rapporto non propriamente sereno.

I primi episodi di Drôle sono ben scritti in ogni loro aspetto: il ritmo è molto alto, tutto è scorrevole e anche le parti che potrebbero essere più strappalacrime (le faccende famigliari di Nezir) vengono comunque trattate con leggerezza. Tornando al discorso fatto in apertura, non si fa fatica a credere a Drôle e ai suoi personaggi e ci si lascia intrattenere con enorme facilità. 

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