11 Gennaio 2012 1 commenti

La Versione di Tina – The Middle di Vale'n'Tina

The Middle, una serie che fa ridere abbastanza di brutto

Copertina, La versione di Tina, On Air

C’è una madre, infilata in modo improbabile nel costume di un supereroe.
C’è un bambino decisamente strambo, che ripete sottovoce l’ultima parola che ha appena detto.
C’è un adolescente che passa la sua vita in boxer ed esce dalla sua camera solo per mangiare o fare battutine sarcastiche.
C’è un padre che incidentalmente è l’Inserviente di Scrubs.
C’è poi un’altra figlia sfigatissima sul far dei –presumo- tredici, apparecchio alla bocca e nerdaggine intrinseca che non le permettono di avere un qualsivoglia rapporto umano.
Sto descrivendo le mie vacanze di Natale?
No.
Sto descrivendo la mia famiglia nella sua usuale condizione non-festiva?
Nemmeno.
Per quanto, il bambino strambo e il padre che incidentalmente è l’Inserviente di Scrubs assomiglino molto a due condizioni presenti anche nel mio circolo famigliare. Comunque.
Quello di cui in realtà sto parlando, è The Middle. E per la precisione, dei primi trenta secondi della prima puntata.
Ora, lo sapete voi, lo so io, di solito vado in giro sbandierando che la mia serie preferiterrima di sempre è 30Rock, che Tina Fey è dio ecc. ecc.
Lungi da me ritrattare, bisogna però correggere il tiro: ci sono tante di quelle cose belle nell’universo, che a questo giro Tina dovrà fare un po’ di spazio.
Poco, in ogni caso. Si sta sempre parlando di opere eccelse, mica roba di tutti i giorni.
Dunque, che roba è The Middle?
I personaggi, sono quelli elencati, ovvero i membri della famiglia Heck; il migliore di tutti, almeno nella prima stagione, è il piccolo Brick. Come dice sua madre, Frankie, “si potrebbe pensare che dando un nome fico al proprio figlio, gli verrà automaticamente anche una personalità fica. Niente di più sbagliato”.
Brick è strano. Forte.
Esempio:

Seconda stagione, devo dire che nel mio cuore si è fatto largo a colpi di inarrivabili performances attoriali il fratello più grande di Brick, Axel.
Esempio.

Capite cosa intendo?
E sì, ammettiamolo, è anche un discreto pezzo di manzo.
Un pezzo di manzo minorenne ancora e solo per gli USA. Dannazione. In Italia sarebbe già abusabile senza conseguenze legali da un pezzo.

What else?
Beh, mamma e altra figlia carine e brave, ma il pezzo forte naturalmente è lui, L’Inserviente, Neil Flynn. Se sapete quello che ha fatto in Scrubs, sapete anche cosa aspettarvi.
Cinque persone perse “nel mezzo”, The Middle appunto, nel mezzo un po’ di tutto: dell’America (abitano nell’Indiana – luogo dimenticato da dio, figuratevi dagli uomini), delle loro vite, dei loro casini.
In tutto ciò, una sit-com che fa ridere, abbastanza di brutto.
Ergo, per piacere, guardatela.

PS1: “una sit-com che fa ridere abbastanza di brutto”, potrebbe a tutta prima apparirvi come una frase non particolarmente stimolante. “Abbastanza” è un avverbio (è un avverbio?) di quelli che non è che proprio proprio ti convincano. Vero?
Beh, il punto è che io rido abbastanza. E non molto.
Perché?
Perché (testimone il circolo dei miei pari che da anni sopporta le mie stramberie), davanti alle cose eccezionalmente divertenti, io non rido fuori. Rido dentro.
Rido dentro e abbastanza fuori.
Voi mi vedrete come mummificata davanti a 30Rock, impassibile mentre guardo Friends; mi tradirà solo qualche sorrisetto qui e qualche colpo di tosse là.
Immobile. Tutankamon.
Ma è solo perché, appunto, rido dentro.
Ah, e perché non sono normale. Ma questa è un’altra storia.

PS2: mi dicono dalla regia che l’amico Villa in tempi non sospetti aveva già parlato di The Middle. Però siccome dopo un anno non ho ancora imparato a linkare gli articoli, confido che lo farà o lui o il Castelli.
Ragazzi, grazie di esistere.

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