13 Novembre 2012 15 commenti

Il bilancio delle novità – C’è poco da stare allegri di Diego Castelli

Ci fosse stata una-bomba-una!

Copertina, I perché del mondo, On Air, Pilot

Andati in onda praticamente tutti i pilot dell’autunno, è il momento di fare un punto della situazione. Perché diciamocelo, le novità di quest’anno convincono poco, spesso per niente. Rivediamole brevemente una per una, in rigoroso ordine alfabetico.

666 Park Avenue (ABC)
La nuova serie con Terry O’Quinn è partita bene, con una bella scrittura e interpreti efficaci. Purtroppo la trama orizzontale sta faticando a entrare nel vivo, e così si nota la stupidità della tizia che continua ad andare nel terrificante scantinato. A parte queste sciocchezzuole, rimane il fatto che non è niente di particolarmente nuovo, perde nettamente il confronto di genere con American Horror Story, e malgrado il recente full season order sembra già con l’acqua alla gola per via dei bassi ascolti. (DC)

La noia, la noia, la noia. Ha ragione il socio citando American Horror Story, il problema è che se là c’è follia a palate, qui tutto è ultraprevedibile e veramente pesante. Un po’ come mettere a confronto una serie normale e Don Matteo. Ecco, questo è un po’ un 666 Don Matteo. Due palle. (MV) 

Animal Practice (NBC)
Una comedy priva di mordente e che usa animaletti simpatici per far ridere al posto degli attori, che simpatici non sono. Già visto, già cancellato, già dimenticato.

Arrow (CW)
Dal punto di vista degli ascolti è una delle novità più solide della stagione. Ha avuto anche la mia placida approvazione, e gli episodi successivi al pilot si stanno comportando bene, tra frecce avvelenate, scazzottate varie e addominali da copertina di For Men. Detto questo, le manca il senso di grande novità che ebbe Smallville a suo tempo, e se qualcuno sopra i vent’anni mi chiede “un telefilm da non perdere tra quelli nuovi?”, difficilmente posso dirgli Arrow.

Beauty & The Beast (CW)
Una cagata fumante, di una bruttezza e di una banalità che raramente si vedono. Ha ricevuto il full season order, perché evidentemente una quota di ragazzine dementi su CW c’è sempre, ma signori, che imbarazzo… (DC)

Lo schifo totale, senza alcun senso. La cosa peggiore vista quest’anno, priva davvero di qualsiasi logica, al punto da far interpretare la bestia a un figaccione. Patetico, pessimo, di più. (MV)

Ben & Kate (FOX)
Una comedy che avevo inizialmente bocciato, ma che ho imparato ad apprezzare col passare degli episodi, soprattutto perché la dicotomia “fratello scemo-sorella intelligente” è stata progressivamente superata da una generale idiozia variamente sfumata, che mi fa ridere. Ma l’affetto non è ancora diventato ossessione, e Ben & Kate sta nel limbo della piacevolezza fine a sé stessa.

Chicago Fire (NBC)
E’ ER coi pompieri, scritto e girato in maniera solida, con casi di puntata appassionanti e personaggi ben delineati. Il suo problema è proprio quello: è da manuale, dritto e precisino, senza deviazioni e, per questo, senza vere scosse. Dopotutto è di Dick Wolf, padre del franchise di Law & Order e produttore da sempre più interessato alla resa commerciale di un prodotto piuttosto che alla sua forza innovativa (che spesso fa rima con “rischio”). (DC)

Quella roba lì: quella fatta tutta a modo, ma di cui alla fine non te ne può fregare di meno. E infatti non me ne può fregare di meno. (MV)

Elementary (CBS)
Una brutta serie, sciatta nella scrittura e povera nella recitazione. Soprattutto, un insulto al nome di Sherlock Holmes, usato in maniera assai goffa. Stavolta però gli ascolti ci sono, e pure grossi, ed Elementary sembra destinata a una vita felice. Non sul mio computer, però.

Emily Owens M.D. (CW)
La brutta copia (molto copia e moderatamente brutta) di Grey’s Anatomy. Ma Grey’s Anatomy è ancora in onda, quindi il senso dov’è?

Go On (NBC)
La nuova comedy di Matthew Perry è una delle mie novità preferite, perché unisce alla solita comicità dell’ex Chandler un tono agrodolce che la rende migliore di altri tentativi del Perry post-Friend. Siamo però un gradino sotto a quel New Girl che l’anno scorso ci appassionò quasi subito per creatività e forza dei personaggi. Qui senza Matthew Perry avrei già mollato, o comunque il giudizio sarebbe più basso.

Guys with Kids (NBC)
E’ una sitcom carina e divertente, che mi diverte molto, ma che non cambierà in nulla la storia della tv. Peraltro, gli ascolti sono bassini, c’è caso che la chiudano.

Last Resort (ABC)
Per quanto mi riguarda, la più grossa delusione della stagione. Mi son sentito in una specie di universo parallelo quando ho visto che il Villa le dava una possibilità dopo il pilot (di solito sono io quello di manica larga). L’ho trovata mal scritta, mal recitata e soprattutto mal girata, una serie thriller-action dove non c’è thriller e non c’è action, i cattivi sembrano immigrati denutriti, e ogni passaggio/pensiero dev’essere spiegato nella maniera più piatta e didascalica. Soldi buttati, e neanche tanti, a giudicare dalle scenografie. (DC)

Una ferita ancora aperta, perché io ci puntavo tantissimo e anche di fronte ai primi enormi sbigottimenti post-prima puntata non mi sono voluto arrendere. L’ho fatto settimana scorsa, ma da Shawn Ryan un passo così falso non me lo sarei mai aspettato. Una serie confusa, confusissima: di figo ha solo il concept. (MV)

Made in Jersey (CBS)
L’inutilità fatta telefilm. Un legal fintamente italo-americano di cui non c’era alcun bisogno, già chiuso senza che nessuno versasse una lacrima. (DC)

Da quando esiste questo sito, ho sempre visto per intero tutti i pilot di cui ho scritto. Era un trend che andava interrotto. Con Made in Jersey ce l’ho fatta. E non è stato per niente difficile. (MV)

Malibu Country (ABC)
Il Villa ha visto tutto il pilot per scrivere la recensione. Io ho resistito sette minuti su ventuno. Non si ride MAI, e le battute sono da bagaglino anni Ottanta. Tra l’altro la protagonista è talmente rifatta che non si distinguono le espressioni del viso. Cioè, che schifo. Gli ascolti vanno bene però: peccato, speravo potesse lasciare spazio a qualcosa di nuovo… (DC)

Solo una cosa: Beauty and the Beast è peggio. Giusto per capire quanto è brutto quella roba là, perché in qualsiasi campionato di pilot Malibu Country arriverebbe ultimo con facilità disarmante (MV)

Nashville (ABC)
Il drama musicale di ABC procede bene, gli intrighi si infittiscono, le mamme si drogano, gli amori nascono e si accartocciano. Una delle novità narrativamente più strutturate, ma che aggiunge poco al mondo dei drammoni sentimentaloni. Cioè, è lì, è carina, ma non mi strappo i pochi capelli rimasti.

Partners (CBS)
Come con Ben & Kate, mi sono ricreduto dopo un pilot che mi pareva moscio. Con l’andare degli episodi, il ritmo è buono e si ride a sufficienza. Purtroppo il paragone con Will & Grace (figlia degli stessi autori) lascia poco scampo: Partners diverte, ma non lascia solchi profondi come il vecchio cavallo di battaglia, vuoi perché i tempi sono cambiati, vuoi perché il cast è meno potente (specie nei due comprimari).

Revolution (NBC)
Qui il giudizio è più sfumato, più che altro perché ci aspettavamo una cosa diversa. Revolution è più un’avventura-action che un mistery, e questo ha spiazzato molti spettatori che volevano, ancora una volta e sempre, il nuovo Lost. A me diverte abbastanza, è più tamarro del previsto e questo è un bene (in certe scene è un vero e proprio plus). Ancora una volta, però, non si supera il limite tra intrattenimento e addiction. Lo vedo volentieri, ma se domani lo chiudono non mi metto a piangere.

The Mindy Project (FOX)
Dopo varie settimane, il mio giudizio è ancora in bilico. Ho la sensazione che debba decollare da un momento all’altro, eppure ancora non l’ha fatto. Sarà che mi si forma in testa un impietoso paragone con Girls (che è una bomba vera), ma è come se viaggiasse col freno a mano tirato, troppo preoccupata di assicurare qualche risatina facile senza rischiare di fare qualcosa di nuovo. Le do fiducia, ma vorrei qualcosa di più.

The Mob Doctor (FOX)
Inutile, noioso, con la protagonista più antipatica della storia della tv.

The Neighbors (ABC)
Dal punto di vista della creatività pura è la novità migliore della stagione. Piena di invenzioni a cazzo di cane, favorite da un concept quanto mai surreale. Il suo problema, dal mio punto di vista, è meno razionalizzabile di altri: il cast è buono, le idee anche, ed è tanto buffo. Ma non è una bomba, c’è poco da fare. Forse il problema sta proprio nell’idea: quando abbiamo visto New Girl ci aspettavamo poco (“tre amici e una coinquilina” non fa impazzire di per sé), e poi ci siamo stupiti. Qui si sparava molto in alto, e forse pensavamo a una cosa rivoluzionaria, che invece non è. 

The New Normal (NBC)
La comedy di Ryan Muprhy è un’altra buona novità. Divertente, ben recitata, spesso sorprendentemente spregiudicata. Pur stando tra i primi posti, però, anche The New Normal non sembra rappresentare un salto di qualità. Per dire, la prima stagione di Modern Family (per citare una serie che ormai ho mollato) era molto più divertente e “nuova”. Qui è tutto piacevole, ma siamo comunque nel già visto: anche nonna e nipote, che all’inizio sembravano pronte a spaccare il mondo con la loro comicità, si sono un pochino raffreddate col passare delle settimane.

Vegas (CBS)
Questo mi ha fatto un po’ incazzare: begli attori, grandissima atmosfera, enormi potenzialità, e poi di fatto è rimasto un crime quasi solo verticale, ambientato cinquant’anni fa. Ma cazzarola, se usi quel mondo, quei vestiti, quel mito, devi darmi di più che qualche indagine di omicidio! Magari poi si alza, ma al momento non ho proprio voglia di andare avanti. (DC)

Era la seconda serie più attesa dopo Last Resort, ho provato due volte a vedere il pilot, non sono mai riuscito a finirlo. Noia allo stato puro, livello di interesse sotto zero. (MV)
:

Insomma, avete capito l’andazzo. Non siamo di fronte a una stagione “disastrosa”, perché qualcosa di buono è stato fatto.

(no, col cazzo: è una stagione disastrosa. E in fondo anche il Castelli è d’accordo e lo spiega qui sotto, ma lui non ce la fa a fare il poliziotto cattivo. Che mollacchione. MV)

Ma non c’è nessuna bomba: nessun Homeland, nessun Boss, nessun American Horror Story, nessun New Girl (per limitarci solo allo scorso autunno). Lo si nota soprattutto con i drama, praticamente tutti senza spina dorsale, magari basati su buone idee ma incapaci di svilupparle nel pieno delle loro potenzialità. Una volta è la realizzazione tecnica mediocre, una volta è la scrittura piatta, un’altra volta ancora è la pura e semplice mancanza di coraggio, a decretare la pochezza di una stagione che finora appare al ribasso, in attesa di vedere se avremo qualche sorpresa dalle serie primaverili.
Purtroppo, offrire un prodotto dignitoso può bastare (neanche sempre) a portare a casa l’ascolto. Ma per me e per voi, per i serialminder veri, non basta una serie che faccia da sottofondo durante la cena. Vogliamo telefilm che facciano sognare e dibattere, che stimolino il cervello e scatenino emozioni dirompenti, che diventino tema di conversazione entusiasta a scuola e in un ufficio.
Tra le novità di quest’anno, di questi telefilm non ce n’è manco uno.



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