22 Febbraio 2012 4 commenti

Mi sono incazzato con How I Met Your Mother. Poi abbiamo fatto pace di Diego Castelli

Cronaca di un litigio annunciato, trasformato in un simpatico buffetto

Copertina, I perché del mondo, On Air

OVVIAMENTE NON LEGGETE SE NON SIETE IN PARI CON HOW I MET YOUR MOTHER. E ANCHE CON FRINGE.

Questa cosa ve la devo proprio raccontare perché, in tutta sincerità, quello che state leggendo doveva essere tutt’altro post.

Tutto partiva da una dolorosa presa di coscienza. Le ultime puntate di How I Met Your Mother non mi erano piaciute. Mi sembrava proprio che mancasse qualcosa. Un po’ di stanchezza generale, forse, nelle storie prima che negli attori, senza che si riuscisse a svicolare da una onesta ma in fondo statica routine. Vero che non è mai mancata qualche bella trovata (penso ad esempio alla puntata con i finti figli di Robin). Ma tra Marshall e Lily che ormai abitano lontano (son sempre lì, eppure paiono distanti), Robin che sembrava felice con il suo bel dottorino, e poche storie di peso per Barney e Ted, non vedevo più quei fuochi d’artificio che ben conoscevamo.

Né era servita a nulla la penultima, la 7×16. Perché diciamolo: Ted che dice a Robin che l’ama? Così, dal niente? Sul serio? Cos’è, prima stagione all over again?
Non mi era piaciuta quella soluzione, e in fondo non mi piace neanche ora. Troppo rapida e improvvisa, ma soprattutto già vista. Che poi è il problema delle serie che hanno pochi personaggi principali e puntano molto sulle relazioni tra di essi. Dopo anni in cui tutti si sono fatti tutti, la ripetitività è alle porte.

Pensate, sempre parlando di quell’ipotetico post, che avevo considerato di mettere sullo stesso piatto HIMYM e Fringe. Cazzo c’entra, direte voi? C’entra, perché nei giorni in cui calava uno, l’altro risaliva da abissi inaspettati e dolorosi, dove puntate pur ben costruite non riuscivano in alcun modo a reggere il confronto con lo scorso anno. Come diceva il Villa, puntare tutto sul solo desiderio di Peter di tornare a casa non era sufficiente a tenere alta la tensione. Grande idea, quindi, quella di non rispedire Peter nel suo universo, ma di portare l’universo da lui, con la sovrapposizione tra l’Olivia vecchia e quella nuova in una girandola di ricordi ed emozioni che ha risollevato di prepotenza la serie, tanto che aspetto il prossimo episodio come un bambino attende la playstation a Natale.

Ebbene, ora quel post fastidiosamente comparativo, da professorino rancoroso, ha molta meno ragion d’essere, perché l’episodio dell’altro ieri di How I Met Your Mother ha avuto lo stesso effetto di Olivia che si ricorda di Peter: una sorprendente impennata!

Il problema, sia chiaro, rimane: Ted ama Robin. E cheppalle. Anche perché sappiamo che i due non staranno insieme in futuro, quindi ripetere la solita storia sapendo come andrà a finire diventerebbe ora tanto frustrante quanto nella prima stagione era geniale.
Stavolta, però, c’è una bella differenza, perché questa puntata non parla di un nuovo ritorno di fiamma, bensì dell’opposto, della fine di una storia mai realmente soppressa che stava ritardando oltremodo gli sviluppi futuri e il tanto agognato arrivo della Madre.

Qualche problema c’è comunque: un po’ di fretta nel racconto, il tentativo subito abortito (e per questo meno impattante) di far rientrare Barney nel triangolo, anche l’improvvisa (e momentanea?) scomparsa della spogliarellista che sembrava pronta a diventare la nuova fiamma di Barney (peraltro interpretata da Becki Newton, già nota per Ugly Betty). Insomma, un po’ di confusione.
Però, almeno, questa è una vera puntata di How I Met Your Mother. Una di quelle piene di riferimenti incrociati, di autocitazioni da scoprire, di piccole idee visive e narrative che da sempre sono la ciliegina (anzi la ciliegiona) sulla torta della sitcom. Ecco allora le scommesse di Lily e Marshall, la ricerca del sex tape (che rischia di finire nei serial moments), il corno blu incatenato al muro del ristorante, la profusione di ombrelli gialli sul finale, a simboleggiare l’apertura delle possibilità per Ted, finalmente libero dal fantasma di Robin.

Tutto a corredo di una scelta narrativa finalmente importante. Un “Mi ami? NO” che entra di diritto nella storia delle sitcom, perché raramente ne abbiamo visti di così secchi e decisivi (ecco, forse è meglio che metto lui nei serial moments, va…).

A questo punto, però, bisogna darci dentro. Stavo per sgridarvi, cari autori, e voi vi siete magistralmente salvati in corner. Ma questo non significa che ora è tutto passato e amici come prima. Ora non mi va di vedere tre stagioni e mezza di sole gag. Siete gli eredi di Friends, perdio!

E’ il momento di prendersi le proprie responsabilità: diciamolo, io voglio la Madre. Nella profonda convinzione che il suo arrivo non sarebbe la fine della serie (dai, onestamente, chi guarda HIMYM  “solo” per sapere chi sarà la sposa di Ted?), ma piuttosto un nuovo, possibile inizio. Non so se sono disposto a beccarmi altre cinque o sei squinzie che fanno girare la testa al povero Mosby per poi mollarlo o essere mollate. Anche perché comincia ad avvicinarsi il momento in cui questi benedetti figli andranno concepiti, altrimenti si arriva al ridicolo, o più banalmente all’andropausa (mia, non solo di Ted).

Una questione che gli autori hanno bene in mente – come avevamo scritto tempo fa – e che ora bisogna cominciare a considerare con la dovuta attenzione. Immagino sia un buon segno il fatto che all’inizio di questo episodio ci viene detto che quell'”i love you” è l’ultimo pronunciato da Ted prima della sua relazione definitiva. Dobbiamo dedurne che non manca molto, vista la frequenza con cui il nostro protagonista si lascia sfuggire le tre parole magiche.

Staremo a vedere. Per il momento sono contento: dovevo scrivere un post cattivello nei confronti di una delle mie serie preferite, a vantaggio di un’altra. E invece posso dire che, chi prima chi dopo, tutti hanno fatto i compiti. Ma a fine anno ci sono gli esami, quindi niente pause e sotto con lo studio!

E se state tenendo un conto delle mie metafore peggiori, credo che questa della scuola possa stare serenamente in top five. Magari inauguro una nuova rubrica, serial metafore, o una cosa così…



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