28 Novembre 2013 2 commenti

Sons of Anarchy – Nulla sarà più come prima di Marco Villa

Una puntata fondamentale di Sons of Anarchy

Copertina, Olimpo, On Air

jax teller charlie hunnam sons of anarchy

[SPOILER ALERT: LEGGETE SOLO SE AVETE VISTO L’EPISODIO 6X11]

Con Sons of Anarchy ci siamo esaltati tantissime volte. Nei 77 episodi andati in onda finora abbiamo visto di tutto: ribaltamenti continui, situazioni da vicolo cieco che diventano vittorie nel giro di una singola puntata, personaggi centrali che vengono sacrificati in un niente. Una cosa, però, è sempre rimasta inalterata: lo scontro Jax-Clay, uno scontro che è il vero cuore di Sons of Anarchy. Del resto, lo si è ripetuto spesso, la storia di SAMCRO è stata da sempre una versione dell’Amleto con il giubbotto di pelle: un figlio e un genitore “adottivo”, con il fantasma del vero padre assassinato sullo sfondo. Ecco, se Sons of Anarchy è stato finora una continua variazione su questo tema principale, con la puntata 6×11 questa storia è giunta alla fine. Ed è giunta alla fine nell’unico modo possibile, con la testa di Clay Morrow immersa in una pozza di sangue.

clay morrow ron perlman sons of anarchy
Clay non poteva che finire così, ucciso da quel figlio-non figlio che aveva allevato come suo, pur nascondendo il segreto con la s maiuscola sulla morte di John Teller. Il fatto che sia arrivato a questo punto, però, rende l’omicidio un colpo geniale di scrittura. Tutti si aspettavano Clay morto al termine della scorsa stagione o all’inizio di questa. Dopo aver sviluppato la storia della cessione dell’asset armi da parte del club allo stesso Clay, si pensava che la sua morte sarebbe arrivata molto più avanti, addirittura in chiusura di serie, contando che la prossima sarà l’ultima stagione. Kurt Sutter spiazza invece tutti, mettendo LA scena di Sons of Anarchy a tre puntate dal termine della penultima stagione. Una posizione assurda e quindi geniale. Prima della fine ci aspettano quindici puntate di Sons of Anarchy senza il conflitto principale di Sons of Anarchy, che a questo punto dovrà esplodere in altre direzioni.

gemma teller katey sagal sons of anarchy

È il caso però di soffermarsi anche su come è stata presentata e gestita questa scena. L’intera puntata è di tensione assoluta, sentimento che raggiunge l’apice nell’hangar dell’aeroporto. L’uccisione di Galaan, uno degli stronzi peggiori di Sons of Anarchy, è una sorpresa, ma rientra nella logica dei colpi di scena della serie. Il fatto più importante è che quella scena così importante viene cancellata quasi subito da una tensione che cresce alle stelle e si mangia tutto il resto. Clay sa che dovrà morire e il dialogo tra tutti i Sons di fronte a Gemma è qualcosa che toglie il fiato per l’atmosfera tesa che si coglie. La marcia verso il luogo dell’esecuzione è un momento cruciale, ma non c’è nulla di epico: Kurt Sutter e il regista Peter Weller non la buttano in super-retorica, concedendosi giusto un rallenty della caduta e morte. L’esecuzione di Clay è piena di sangue, non è un colpo alla nuca e via. Jax lo guarda negli occhi e spara alla giugulare, preservando così il volto. Il contraltare del viso di Clay è quello di Gemma, che vede morire davanti agli occhi l’uomo che l’ha accompagnata per buona parte della vita: il loro ultimo sguardo è il punto più alto del dramma di questa puntata, ma anche di tutta la serie, verrebbe da dire.

Nessuno ha pietà per Clay, nessuno ha uno sguardo di vera compassione e questa ritrovata unità è il punto da cui riparte Sons of Anarchy. Queste due puntate serviranno a chiarire quale sarà il grande scontro della settima e ultima stagione: sarà Jax vs. Tara o emergerà un altro avversario? Una cosa è certa: uccidendo in questo momento Clay, invece di vivacchiare fino a fine stagione, Kurt Sutter si è complicato parecchio la vita. E noi per questo gli vogliamo ancora più bene.



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