11 Ottobre 2019 3 commenti

All Rise e Bluff City Law – Due legal strappalacrime al prezzo di uno di Marco Villa

All Rise e Bluff City Law mostrano giudici e avvocati buonissimi e pienissimi di altruismo: due modi diversi di essere strappalacrime

Copertina, Pilot

All Rise e Bluff City Law, ovvero il lato caritatevole della legge. Due serie molto diverse tra loro, ma con un punto in comune: far vedere che gli avvocati, se ci si mettono, possono cambiare il mondo. No, non si tratta di due serie di fantascienza, ma poco ci manca.

All Rise è in onda su CBS dal 23 settembre e ha come personaggio principale Lola Carmicheal (Simone Missick), pubblico ministero di Los Angeles che fa il grande salto e diventa giudice. Di colpo, tutto è differente: da una parte il fatto di diventare il simbolo stesso della giustizia, senza poter più ricorrere a sotterfugi e cavilli per portare avanti le proprie battaglie. Dall’altra proprio la consapevolezza del ruolo la rende ancora più responsabilizzata nel suo compito di poter cambiare le cose. Ecco allora che prende di petto la vicenda di Dafne, un’immigrata che rischia di restare schiacciata dal sistema giudiziario solo perché non ha la forza e i mezzi per far sentire la propria voce.

Bluff City Law è in onda dallo stesso giorno su NBC e parte da premesse differenti, per arrivare a conclusioni abbastanza simili. In questo caso il punto di partenza è un padre avvocato di Memphis e una figlia avvocatessa che non si parlano da anni per questioni di famiglia, ma che sono anche su lati diversi della barricata: lui (Jimmy Smits) si occupa principalmente di cause sociali, lei (Caitlin McGee) invece è uno squalo che difende grandi multinazionali proprio da cause mosse da poveri cristi. La morte della madre li riavvicina e nell’arco di una notte la figlia decide di mollare le aziende farmaceutiche e tornare al fianco del padre. Segue causa impossibile che viene ribaltata dalla figlia, con tanto di finale emotivo strappalacrime.

Dal punto di vista puramente teorico, l’esercizio è interessante: di fatto è la stessa serie, ma il tono e lo svolgimento non potrebbero essere più distanti. All Rise è in un mondo che tocca tangenzialmente quello di Shonda Rhimes, con personaggi capacissimi che si confrontano a suon di dialoghi sempre perfetti, con abbondanti dosi di (auto)ironia e un po’ di occhio umido, senza però mai cercare il pietismo. Il pietismo è invece la pietra angolare su cui è fondata Bluff City Law. Giusto per capirsi: un contadino fa causa a un’industria chimica che l’ha esposto per anni al rischio cancro. Quando vince, viene inquadrato lui che abbraccia moglie e figlia e dice loro: “adesso siete al sicuro”. Una roba ricattatoria senza vergogna, che dichiara in modo esplicito di volerti far venire il magone. 

All Rise e Bluff City Law sono due serie con una propria specificità, ma che non destano alcun interesse: già viste e già esplorate, non hanno nessun sussulto e in più portano pure un po’ di stucchevolezza. Insomma, due serie piuttosto inutili.

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