19 Settembre 2012 8 commenti

Guys with kids – La nuova moda dei maschi coi pupi di Diego Castelli

Jimmy Fallon scrive una comedy semplice semplice, ma che fa ridere

Copertina, Pilot

Non ho mica capito perché, ma di questi tempi tirano i maschi giovani (nell’età o nel cervello) alle prese con la paternità. Da due anni abbiamo Raising Hope, quest’estate è partito Baby Daddy, al cinema ci sono i compagnoni di Cosa aspettarsi quando si aspetta. Insomma, dopo qualche anno a Hollywood si sono ricordati che il binomio uomini & pupi suscita ilarità e, forse, anche qualche teneroso aaaaawwwww nel pubblico femminile.

È in questo esatto solco che si inserisce Guys with kids, che più didascalico di così non poteva essere: “tizi con bambini” sarebbe la traduzione più letterale, a indicare la vicinanza dei due mondi. E i “guys” della situazione hanno ognuno la sua personalità, ma ovviamente tutti hanno quell’alone di cazzeggio, pigrizia e voglia di divertirsi che caratterizza da sempre i trentenni delle sitcom.

Le singole situazioni familiari – uno è divorziato, uno ha una moglie e una prole normali, l’ultimo ha quattro figli che succhiano la vita sua e della consorte – diventano allora semplici pretesti per mettere in scena buffe situazioni sempre sul filo del politically incorrect, dove i bambini sono fonte di gioia ma anche di terribile frustrazione. Dal canto loro, le (ex) mogli non perdono occasione per rompere bonariamente i coglioni, vuoi perché vogliono partecipare a un evento sociale che annoia solo a sentirne il nome, o perché fanno storie per tenere il figlio visto che hanno un appuntamento con Karim Abdul Jabar (!!!!).

Insomma, c’è tanta sitcom americana classica in Guys with kids, di quella comicità che mescola il bromance e la vita di coppia, unita al ritorno dell’interesse per gli infanti.
Quello che salva e anzi fa promuovere Guys with kids non è dunque chissà quale originalità, bensì una scrittura dal ritmo rapido e con diverse trovate divertenti, quelle battute rassicuranti che almeno in parte ti aspetti, ma che se giocate coi tempi e i modi giusti fanno ancora ridere e lo faranno sempre. E’ qui che si vede con maggiore forza la mano di Jimmy Fallon, sceneggiatore e produttore della serie, nonché uno dei comici e presentatori più popolari in America. Uno che ha fatto tanta gavetta al Saturday Night Live, che faceva le imitazioni, che conosce i tempi comici per far ridere di gusto il pubblico presente in sala.

C’è anche un buon lavoro di casting, che parte dai bambini (strani e carini allo stesso tempo) e arriva ai genitori, in particolare alla coppia di colore: lui è Anthony Anderson, ormai un veterano della commedia demenziale americana che qui limita il suo classico turpiloquio senza perdere però l’esilarante faccia da schiaffi coi chilometri tra gli incisivi. Lei invece è Tempestt Bledsoe, cioè la mai dimenticata Vanessa de I Robinson, che io credevo essere dispersa nell’alcol e nella droga come tante giovani star degli anni Ottanta, e invece vive e lotta con noi, splendidamente invecchiata e trasformatasi senza problemi da figlia ribelle (per quanto potessero esserlo i figli di Bill Cosby) a madre premurosa di quattro rumorosi pargoli.

Senza approfondire oltre, che davvero non serve, tocca concludere con una frase che stiamo dicendo un po’ troppo spesso in questo inizio di stagione: nemmeno Guys with kids è una bomba rivoluzionaria che-se-non-la-guardi-sei-un-idiota. Però son venti minuti proprio divertenti, e di venti minuti divertenti non ce n’è mai abbastanza.

Perché guardarla: è leggera, fa ridere, ci sono bei personaggi e bravi attori.
Perché mollarla: il limite di saturazione delle comedy coi bambini non si vede ancora, ma è improvvisamente vicino.

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NB
Avviso per gli stimati lettori: è possibile che l’intero post (globalmente positiva) sia stato completamente influenzato dal fatto che Gary ha chiamato i due figli Clark e Yoda. Clark. E Yoda.
In nessun caso, date queste premesse, avrei potuto scrivere una recensione negativa.
Sapevatelo.

 



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