15 Dicembre 2017 3 commenti

Babylon Berlin – La serie tv di Sky a lento rilascio di Marco Villa

Babylon Berlin è una serie tv di Sky che racconta con grande cura la Berlino sospesa tra la prima e la seconda guerra mondiale

Copertina, Pilot

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Fino a poco tempo fa, quando pensavi alle serie tedesche avevi subito in mente l’immagine statuaria di Horst Tappert, mentre lasciava scivolare ancora più in basso le proprie occhiaie e risolveva l’ennesimo crimine a basso ritmo, ovviamente indossando l’impermeabile malandrino dell’ispettore Derrick. Oppure, per chi era fissato con il preserale di Rai2, potrebbe riemergere dalla memoria qualche pastore tedesco investigatore o qualche squadra di inseguimenti in autostrada. Niente di epocale, anzi. I tempi cambiano e la floridissima nuova stagione televisiva sta dando i suoi frutti anche in Germania, visto che nell’arco di un paio di settimane abbiamo parlato di Dark e siamo qui oggi, con un certo ritardo ma sapete come siamo fatti, a parlare di Babylon Berlin.

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Babylon Berlin è una serie prodotta da Sky in Germania e disponibile da fine novembre anche in Italia, su Sky Atlantic HD e sulle varie piattaforme legate alla tv satellitare di ancora-non-si-sa-per-quanto Rupert Murdoch. Creata da Tom Tykwer, Achim von Borries e Hendrik Handloegten è ispirata ai romanzi di Volker Kutscher, ambientati in una Berlino sospesa tra la batosta subita nella Prima guerra mondiale e i germi di quello che sarà il Terzo Reich. Protagonista della storia è Gereon Rach (Volker Bruch, già in Generation War, serie potente e complicata), poliziotto da poco arrivato nella capitale per far parte della Buoncostume: sembra una scelta in minore per un protagonista di un romanzo, ma in realtà è questo il reparto di polizia più a contatto con i rimescolamenti di costumi e comportamenti dopo la perdita di riferimenti causata dalla fine dell’impero del Kaiser. Berlino è una sorta di città franca, dove succede di tutto e dove la morale è qualcosa che si fatica a definire.

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Rach indaga su un giro di pornografia con derive pedofile e nel frattempo cerca di affrontare i propri demoni, che oggi chiameremmo disturbo da stress post-traumatico, ma che ai tempi veniva indicato come sintomo di debolezza: Rach è stato in guerra e le esplosioni gli sono rimaste talmente tanto nel cervello da mandarlo in crisi ogni volta che sente uno sparo. La sua situazione è emblematica di una serie in cui i personaggi sembrano tutti con le spalle al muro, condannati da mancanze che non possono superare per limiti propri o imposti dallo stato delle cose. Altro personaggio chiave è quello di Charlotte Ritter (Liv Lisa Fries), figlia della Berlino più proletaria, che cerca di costruirsi un futuro facendosi strada in un mondo che le sbatte porte in faccia a più non posso. Sullo sfondo, i tentativi di un gruppo trotzkista di esportare la rivoluzione bolscevica fuori dai confini sovietici e il corrispettivo avanzare delle forze che porteranno poi all’instaurazione del regime nazista.

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Così come nel libro Il pesce bagnato di Kutscher, il grosso lo fa l’ambientazione: la città di Babylon Berlin è affascinante e sporca, sempre sull’orlo del collasso. Il fatto di conoscere come andranno poi a finire le cose aggiunge un ulteriore strato di disillusione e fatalismo: quello raccontato in Babylon Berlin è un momento storico che potrebbe portare a una rinascita del paese e di un popolo, cosa che effettivamente accadrà, ma sotto le peggiori bandiere e con i peggiori leader a guidare la riscossa. Più che per l’intreccio investigativo, la serie tv di Sky colpisce per la cura nella ricostruzione e per la capacità di trasmettere un senso di malinconia e di sconfitta preventiva: dialoghi e azioni dei personaggi lasciano infatti trasparire una rassegnazione difficile da combattere e impossibile da eliminare. Babylon Berlin è una serie a crescita lenta, che non vuole colpirti con i fuochi d’artificio, ma portarti piano piano in un mondo descritto nel minimo dettaglio, un mondo in cui il confine tra salvezza e condanna è labilissimo.

Perché seguire Babylon Berlin: per l’ambientazione e per la capacità di coinvolgere lo spettatore in un mondo sporco e affascinante

Perché mollare Babylon Berlin: perché non è un crime in costume lineare e semplice



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