9 Luglio 2014 9 commenti

The Honourable Woman – La serie tv che rischia di essere un grande bluff di Marco Villa

The Honourable Woman è una serie tv raffinatissima e patinata, ma siamo sicuri che dietro ci sia qualcosa?

Brit, Copertina, Pilot

Maggie Gylenhaal in The Honourable Woman.

È successo, alla fine è successo: qui a Serial Minds abbiamo un po’ lasciato indietro l’Inghilterra. Del resto, quest’anno non è partito niente che abbia fatto gridare al miracolo. Non c’è stata la nuova Utopia, per dire (a proposito, seconda stagione dal 14 luglio). Però è un dato di fatto che negli ultimi mesi abbiamo un po’ ignorato quello che succedeva là in alto. Ci torniamo oggi, perché The Honourable Woman è il tipo di progetto che parte con l’obiettivo chiarissimo di imporsi come serie grossa. Non come una delle tante di buona fattura, ma come una di quelle da punto esclamativo.

The Honourable Woman è una serie tv in onda dal 3 luglio su BBC Two (dal 31 luglio andrà su SundanceTV negli Stati Uniti). Miniserie di otto episodi, è stata creata da Hugo Blick, già autore di The Shadow Line.

Le ambizioni alte si vedono subito dal cast: protagonista è infatti Maggie Gyllenhall, nella parte di una manager da poco nominata baronessa e a capo di una fondazione legata allo stato di Israele. Quest’ultimo elemento è il nodo cruciale di The Honourable Woman, che ruota intorno alle questione israelo-palestinese. Una questione che nel pilot non viene mai approfondita da un punto di vista geopolitico, ma viene affrontata esclusivamente in un’ottica economica. Nessa Stein, questo il nome del personaggio principale, è la figlia di un industriale delle armi, fervente sionista, assassinato davanti ai suoi occhi quando era una bambina. Da allora, insieme al fratello, ha gestito una fondazione che, pur portando avanti in modo chiaro gli interessi israeliani, cerca di aprire al dialogo e alla convivenza con i palestinesi.

The Honourable Woman

Un tema molto interessante, così come interessante è il modo in cui viene raccontata la storia: The Honourable Woman è una spy story piena di intrighi e sotterfugi, ma nel pilot gli agenti dei servizi sono in secondo piano, pure in terzo, presenze incombenti ma distaccate. Su tutto, infatti, si impone Nessa Stein e la sua vita sotto rigidissimo controllo: procedure di sicurezza che si susseguono senza sosta, guardie del corpo e protocolli degni di un presidente degli Stati Uniti, a indicare che questo personaggio è un bersaglio costante, in grado di tirare ogni tipo di filo e per questo allo stesso tempo pericoloso e in pericolo.

Siamo ben oltre la metà di questo pezzo e ho parlato pochissimo di quello che si vede nel pilot. Non è un caso, perché nel pilot non si vede pressoché nulla. La prima puntata è fatta soprattutto di sensazioni: quelle di ansia e pericolo descritte poche righe fa, accompagnate da una solitudine esistenziale che sembra toccare tutti i personaggi, bambini compresi. The Honourable Woman è una serie minimale, ma l’aggettivo rende ancora poco l’idea: è una serie rarefatta, che punta tutto sullo stile e su un’aura di autoralità innegabile, ma che rischia anche di essere controproducente. Per intenderci, sembra uno di quei prodotti fatti apposta per piacere allo snob che normalmente schifa la televisione e le serie tv. Tutto preciso, tutto patinato, tutto piuttosto noioso.

The Honourable Woman

Nel primo episodio si intravedono linee di sviluppo interessantissime, ma scrittura e regia non riescono a imporsi per davvero. Non è un buon segno, poi, che l’unica sequenza di azione (quella finale), sia imbarazzante sia per sceneggiatura, sia per messa in scena. In sostanza, per 50 minuti non succede nulla e quando qualcosa finalmente accade, è fatto male.

The Honourable Woman è una serie che ha tutte le carte in regola per essere qualcosa di grosso, ma dal primo episodio la sensazione – altrettanto forte – è che possa essere un colossale bluff fatto di leziosità e poco altro.

Perché seguirla: per l’argomento e per la cura da serie pettinatissima

Perché mollarla: perché dietro il patinato rischia di non esserci nulla



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