17 Luglio 2014 5 commenti

Masters of Sex – Certezze e novità della seconda stagione di Marco Villa

Masters of Sex riparte da dove era finito, con un tocco di drama in più

Copertina, On Air

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[SPOILER ALERT: SI PARLA DELLA PRIMA STAGIONE E DELL’INIZIO DELLA SECONDA]

Una storia d’amore, una grandissima storia d’amore. L’aveva già detto quel saggio omino del mio socio in occasione del finale della prima stagione, non si può che ribadirlo oggi: Masters of Sex è il racconto di una storia d’amore.

Archiviate le prime dieci puntate in cui la ricerca scientifica è stata messa in primo piano, la partenza della seconda stagione punta tutto sul rapporto tra Bill Masters e Virginia Johnson. Complice il momentaneo stop dello studio sul sesso, la puntata si concentra esclusivamente sul rapporto tra i due. L’episodio parte a mille con sesso e passione, per poi arrivare a un finale tremendo e freddissimo.

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Protagonista assoluto dell’episodio è Bill Masters. Recensendo il pilot, scrissi che uno dei punti di domanda legati alla serie era costituito dalla totale mancanza di carisma del suo personaggio, un protagonista atipico, caratterizzato fin da subito da un distacco ai limiti della sociopatia. Il primo episodio della seconda stagione riesce in un compito pressoché impossibile: da una parte smentisce clamorosamente quella impressione, dall’altra la potenzia come mai prima.

Mi spiego: Bill Masters non è un personaggio senza carisma, tutt’altro. In Masters of Sex tutti sono succubi della sua aura: c’è chi cade ai suoi piedi e chi lo odia profondamente, ma rimanere indifferenti è impossibile. Allo stesso tempo, Masters è il peggior protagonista che si sia mai visto: in questo singolo episodio riesce a raccogliere una quantità di punti-odio da far invidia a Benjamin Linus, che in Lost faceva il cattivo. Masters tratta male la moglie e la tradisce, tratta con incredibile superiorità tutti quelli che incontra, ignora i pianti del figlio, insulta la madre e la offende a morte, arrivando poi al solito trattamento altezzoso e finto-distaccato che riserva a Virginia. Semplicemente, il protagonista più odioso mai visto. Nel corso della prima stagione, l’empatia dello spettatore era garantita dal personaggio di Virginia, ma in questo primo episodio anche lei è ridotta ai minimi termini, vittima del fascino del suo ex-capo e incapace di superare tutte le paure necessarie a chiamare con il suo nome quella che è a tutti gli effetti una storia d’amore.

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Se entrambi i protagonisti restano lontani dallo spettatore, soprattutto a causa del dialogo verso la fine dell’episodio, non si può certo dire la stessa cosa di Barton Scully e del suo tentativo di suicidio. Si parlava prima di empatia e di partecipazione, due sentimenti che in questo episodio si trovano solo nella vicenda dell’anziano professore, che cerca disperatamente di reprimere la sua omosessualità. Dall’elettroshock al tentato suicidio, la sua storia domina l’intero episodio, imponendosi su tutto il resto, non solo per un fattore emotivo, ma anche per un effettivo maggiore livello di interesse.

Masters of Sex riparte con un piccolo scarto rispetto alla precedente stagione e con l’approfondimento di una storia drammatica, finora solo sfiorata. Non è una puntata che rivoluziona, ma una conferma che ci fa stare tranquilli. In attesa che riprenda la ricerca e che esploda la bomba Libby.



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