1 Agosto 2014 3 commenti

Manhattan – La grande corsa verso la bomba atomica di Marco Villa

La serie tv dedicata al Manhattan Project, ovvero alla costruzione della prima bomba atomica

Copertina, Pilot

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Manhattan è una nuova serie tv in onda dal 27 luglio su WGN. La storia è quella del Progetto Manhattan, ovvero il programma di ricerca che ha portato alla creazione della bomba atomica. Siamo in piena Seconda guerra mondiale e i migliori scienziati statunitensi vengono riuniti in una serie di baracche nel mezzo del deserto: il loro compito è quello di trovare l’arma definitiva, in grado di mettere fine alla guerra e – soprattutto – di trovarla prima dei nemici. Protagonisti della serie sono quindi un gruppo di fisici e in particolare due: l’esperto Frank Winter e il giovane Ashley Zuckerman, mezzo fenomeno appena arrivato nel gruppo.

Non aspettatevi una serie che affronti in modo sistematico i problemi tecnici e la ricerca scientifica. Per fortuna non è così, per fortuna Manhattan si concentra sulle vite e sulle psicologie dei protagonisti. E si tratta di aspetti decisamente complessi, perché quello dei personaggi non è un lavoro facile: da una parte c’è la consapevolezza di stare lavorando a qualcosa che ucciderà migliaia e migliaia di persone, portando i concetti stessi di arma e guerra a un nuovo livello, mai conosciuto prima e da cui non si potrà tornare indietro.

WGN America Manhattan

Allo stesso tempo c’è il tarlo interiore di essere stati salvati dal fronte perché dotati di un talento rarissimo, un talento che non avevano le altrettante migliaia e migliaia di reclute e soldati statunitensi che stanno morendo ogni giorno per difendere il paese. Detta così sembra una roba super-patriottica, ma non lo è: Manhattan prova a raccontare il conflitto interiore che tormenterebbe qualsiasi uomo o donna nel momento in cui dovesse essere chiamato a combattere. E conta poco che i protagonisti non imbraccino il fucile, perché il loro lavoro è letale tanto quanto un proiettile sparato a colpo sicuro.

L’ovvia conseguenza di questa situazione è una profonda crisi, che coinvolge tutti i personaggi e che si ripercuote sulle loro famiglie. Sì, perché in questo buco di culo in cui si studia e si testa i protagonisti hanno portato anche figli e mogli, le quali sono del tutto ignare del lavoro del capofamiglia e dei rischi che comporta vivere in un gigantesco laboratorio a cielo aperto. Le crisi personali e i rapporti con la famiglia saranno i due poli intorno a cui ruoterà tutta la serie: a giudicare dal pilot, infatti, la guerra è semplicemente lo sfondo, il motivo che mette in moto tutti i problemi dei personaggi.

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A dirla facile facile, Manhattan è una specie di Masters of Sex con la fisica al posto delle ricerche sul sesso. Ma davvero, solo a voler semplificare al massimo per farcela stare in mezza riga, perché le differenze sono grosse. Se Masters of Sex punta tutto su una confezione raffinata e sempre a un passo dall’esercizio di stile, Manhattan sembra volersela giocare in modo più diretto e semplice. Questo non vuol dire che sia una serie tirata via o girata male (anzi: la prima puntata è diretta da Thomas Schlamme, l’uomo che ha inventato i walk & talk di The West Wing) ma probabilmente non vedremo mai certe leziosità che sono ormai caratteristica fondamentale di Masters of Sex

Perché seguirla: per la tematica, per la complessità psicologica e per un cast che sembra assolutamente all’altezza

Perché mollarla: perché è una serie che punterà tutto su crisi di coscienza e dilemmi interiori, non esattamente la roba più leggera e rilassante che ci sia



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