7 Gennaio 2016 2 commenti

Billions – Damien Lewis e Paul Giamatti nel torbido mondo della finanza di Marco Villa

Tranquilli: non serve essere esperti di economia per seguirla

Copertina, Pilot

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Poche volte mi è capitato di amare un film senza capirci niente. È successo con qualcosa di Lynch di sicuro e poi con Margin Call, bellissimo film di J. C. Chandor del 2011 con un cast pazzesco (Kevin Spacey, Demi Moore, Jeremy Irons, Zachary Quinto, Stanley Tucci). La storia è quella di un analista finanziario che scopre prima di tutti che la bolla dei mutui subprime sarebbe scoppiata a brevissimo, trascinando con sé mezza Wall Street. È la faccenda che ha portato al fallimento la Lehman Brothers, per capirci. Margin Call prova a raccontare quella storia con una trama di tensione, in cui vengono chiamati d’urgenza dirigenti sempre più importanti di un fondo di investimento, con l’obiettivo di capire come reagire alla tragedia imminente. Durante il film viene spiegato un bel po’ di volte quello che sta succedendo, ma io non ho mai capito niente, nemmeno alla seconda visione. Eppure è un film bellissimo, per me. Dopo aver letto la trama di Billions ho pensato: “ci risiamo, non capirò niente nemmeno stavolta, speriamo almeno che sia una bomba”. Ecco, dopo il pilot Billions non è (ancora?) all’altezza di Margin Call, ma almeno ho capito tutto.

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Billions è la nuova serie tv di Shotime, che esordirà a marzo, ma di cui è già stato diffuso il pilot in pre-air. Racconta la storia di un uomo d’affari di enorme successo e del procuratore federale che si mette a indagare su di lui. Il primo è interpretato da Damien Lewis (il buon Brody di Homeland), il secondo da un attore di quelli da amare incondizionatamente come Paul Giamatti. Lewis è Bobby Axelrod, unico sopravvissuto di un fondo d’investimento decimato dall’attentato alle Twin Towers, che negli anni successivi all’11 settembre è riuscito a costruirsi una fortuna enorme, senza nemmeno passare per il riccone bastardo odiato dalla gente. Anzi: la gente fa il tifo per lui, per la storia delle Torri Gemelle e perché fa un botto di beneficenza. Un eroe? Ovviamente no, perché anche lui ha le sue magagne. E qui arriva Giamatti, nei panni di Chuck Rhoades, procuratore super-onesto che non ha mai perso un processo e che in privato si fa dominare dalla moglie sadomaso (Maggie Siff, ovvero Tara di Sons of Anarchy). Moglie che a sua volta lavora come psicologa nella sezione risorse umane del simpatico Bobby Axelrod. Questo il triangolo dei personaggi principali, la storia dell’indagine invece parte tutta come una faccenda di insider trading e di informazioni fatte circolare al di fuori delle regole. Roba semplice insomma, per niente tecnica.

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Questo elemento di semplicità è fondamentale, perché l’idea di immergersi per dodici puntate in un mondo completamente altro sarebbe davvero folle e difficile da accettare. Nel pilot viene invece messo in chiaro che sì, il mondo della finanza è complesso e imperscrutabile, ma Billions vuole invece essere perfettamente comprensibile. La serie è innanzitutto lo scontro tra due personaggi completamente diversi tra loro, che vanno anche a incarnare due visioni dell’America: il capitalista che si è fatto da solo, che sente le regole come un ostacolo alla propria libertà di arricchirsi e il rappresentante del governo, che deve provare a mettere un freno alle ricchezze sconfinate dei capoccia della finanza. Sia Bobby che Chuck vengono mostrati come grandissimi leader sul posto di lavoro, che hanno però bisogno di sfoghi personali nel privato: il primo spendendo a casaccio, per dimostrare a se stesso di essere vivo e non uno spirito libero anestetizzato dalle convenzioni sociali (la metaforona del cane anche no, dai), il secondo togliendosi dal ruolo del punitore per mettersi in quello della vittima nei suoi giochi sadomaso.

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Messe così possono sembrare semplificazioni eccessivamente evidenti, ma nel pilot tutto regge bene e fila senza problemi, grazie anche all’inserimento di alcuni momenti di maggior tensione, che danno un tono thriller alla storia. Billions sarà soprattutto la sfida tra due personaggi, ma proverà anche a raccontare il mondo della finanza nel modo più diretto ed esplicito possibile. Questo sarebbe davvero un tema nuovo a livello di serie tv, anche perché il passo successivo è quello più importante, ovvero provare a rispondere a una domanda di quelle grosse e super-attuali: la ricchezza è immorale?

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