29 Gennaio 2019 7 commenti

Das Boot – Claustrofobia portami via di Marco Villa

Das Boot è in onda su Sky Atlantic e ruota intorno all’equipaggio di un sommergibile tedesco durante la Seconda guerra mondiale

Copertina, Pilot

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Premessa 1: pur non avendo mai guidato nulla di più grande di una station wagon (o forse proprio per questo), sono da sempre attratto da macchinari grandi, preferibilmente buffi. Che siano ruspe o schiacciasassi, poco conta. In questa categoria rientrano anche i mostri marini a.k.a. i sommergibili.
Premessa 2: l’ultima volta che ho usato la parola “sommergibile” su questo sito era in riferimento a Last Resort, serie per cui avevo aspettative altissime (dai, era di Shawn Ryan, quello di The Shield) e rivelatasi poi una cocentissima delusione. Ma proprio -issima.

Unendo queste due premesse, abbiamo delle grandi lezioni di vita: la prima è che non bisogna mai fidarsi troppo dei sommergibili, la seconda che comunque, vada come vada, questi tozzi siluroni sono in grado di comprimere dinamiche e rapporti come pochi altri ambienti. Ed è esattamente questo che avviene in Das Boot, serie di Sky in onda in Germania da novembre e trasmessa da Sky Atlantic dal 4 gennaio.

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Das Boot è ambientata nella seconda guerra mondiale e segue le vicende di un equipaggio di sommergibilisti tedeschi. Il giovane comandante al primo incarico; il suo primo ufficiale che pensa di meritare il posto più di lui; i vari membri dell’equipaggio con diversi gradi di esperienza e in particolare il marconista, imbarcato all’ultimo momento e che, durante la permanenza come forza d’occupazione nella città francese di La Rochelle, ha stretto qualche interessante legame con la resistenza locale (di cui fa parte Lizzy Caplan, sempre sia lodata). Eh sì, perché va bene provare a raccontare la storia dalla parte dei tedeschi, però il protagonista lo facciamo un po’ più dalla parte dei buoni rispetto agli altri (soprattutto del primo ufficiale).

Al di là di questo intreccio segreto, che coinvolge anche la sorella del marconista, che lavora come traduttrice della Wehrmacht, la parte più interessante di Das Boot è quella legata strettamente al sommergibile: del resto, si tratta di un contesto ad altissimo tasso drammatico, come evidenziato già dai primi dieci minuti della prima puntata, che ci mostrano la bruttissima fine fatta da un altro equipaggio.

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In questo senso, Das Boot è una serie molto classica: un titolo che parla di guerra e che mette al centro tutti quelli che sono i dilemmi e i conflitti di questo genere di storie. Da una lato il bisogno di adeguarsi a standard inumani per sopravvivere, dall’altro la necessità di non abbandonare mai il proprio lato umano. In questo senso, i personaggi sono scritti e interpretati senza particolari guizzi, ma con innegabile coerenza e chiarezza. La dimostrazione? Il fatto che dal minuto zero lo spettatore finisca inglobato in una atmosfera di tensione, pur non conoscendo ancora a fondo i personaggi.

Perché guardare Das Boot: perché è una serie classica, ma efficace

Perché mollare Das Boot: perché bisogna essere appassionati del genere

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