21 Febbraio 2020

L’Amica Geniale – Sempre meglio di Marco Villa

Con Storia del nuovo cognome, L’Amica Geniale torna con una stagione ancora più potente e a fuoco della prima, grazie a regia e interpretazioni ottime

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L’Amica Geniale è tornata ed è tornata con una stagione che viaggia ancora più sicura della precedente. Fatto per nulla scontato, non solo perché le partenze hanno sempre dalla loro un entusiasmo e un hype difficilmente replicabile, ma anche perché la prima stagione si portava dietro la curiosità per le due bambine e i loro volti, cui si aggiungeva la voglia di assistere al cambio di cast e in generale quella di voler entrare in un mondo tanto celebre e celebrato, quanto di fatto solo immaginato. Come già detto lo scorso anno, le aspettative sulla serie sono state ampiamente ripagate e proprio questo punto di partenza lasciava aperto qualche dubbio su come avrebbe retto la seconda stagione, in onda su Rai1 dal 10 febbraio.

Dalle prime quattro puntate della Storia del nuovo cognome si può dire che si trattava di dubbi infondati, perché ogni elemento dell’Amica Geniale sembra cresciuto. A cominciare dalla sicurezza delle due interpreti: Margherita Mazzucco è perfetta per come riesce a ricreare la sospensione quasi eterea della sua Lenù, che sembra sempre un passo di lato rispetto a quanto le accade, ma che ora ha anche la capacità di prendersi la scena. Di Gaia Girace è difficile parlare senza esagerare, perché è uno di quei rari casi in cui si percepisce che talento e istinto viaggiano insieme: è prima di tutto un volto e un corpo attoriale incredibile, che in questa stagione migliora anche dal punto di vista recitativo, riuscendo ad alternare maggiormente i registri. 

L'Amica Geniale - Storia del nuovo cognome

L’Amica Geniale coincide con loro due, è quasi superfluo dirlo, dirette in modo magistrale da Saverio Costanzo e Alice Rohrwacher. Soprattutto quest’ultima firma una puntata che merita una candidatura a qualche premio importante: ci riferiamo alla quarta (Il Bacio), girata interamente a Ischia, durante la vacanza estiva delle ragazze. Rohrwacher mette in fila una serie di scene in cui tutte le inquadrature giocano sul concetto di avvicinamento e allontanamento, con i corpi delle ragazze e dell’elemento terzo Nino Sarratore (Francesco Serpico) che giocano un triangolo estenuante e dal finale sempre più prevedibile.

L'Amica Geniale - Storia del nuovo cognome

Quello del corpo è un fattore centrale della seconda stagione: questa puntata lo dimostra in maniera evidente, ma la precedente Scancellare non è da meno, con tutta la questione della foto di Lila da esporre. Diventata simbolo dello scornarsi dei maschi alfa del rione, la foto finisce per essere smembrata, andando a scancellare l’immagine iniziale, per trovare una ricomposizione finale in versione collage che è una gigantesca dichiarazione d’intenti. Nella stessa puntata, bellissima anche la sequenza della festa a casa della professoressa, con Lila che per la prima volta si ritrova a dover subire un luogo e un gruppo di persone senza riuscire a imporsi, con il risultato che si autoesilia da sola in una stanza, mentre il resto della festa è altrove. Seguirà un monologo gelido come poche cose, rifilato all’amica sulla via di casa, che segna una crescita netta nel personaggio e anche nell’interpretazione di Girace.

L'Amica Geniale - Storia del nuovo cognome

Per ora abbiamo visto solo quattro puntate, ma si potrebbe continuare a elencare gli elementi di forza, al punto da non riuscire a individuare punti deboli. Anche ciò che sembrava zoppicare nella prima stagione, nella seconda ha trovato un senso, come i voice-over di Alba Rohrwacher, ormai parte integrante del linguaggio della serie. E questa è probabilmente la prova finale, quella che spazza via tutto: L’Amica Geniale è una grandissima serie, tra le migliori in onda in questo momento.



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