14 Ottobre 2020

The Good Lord Bird – Sky Atlantic: Ethan Hawke è un John Brown allucinato di Marco Villa

The Good Lord Bird è la storia del leggendario abolizionista John Brown, raccontata con toni tarantiniani e con un ottimo Ethan Hawke protagonista

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“John Brown giace nella tomba là nel pian, ma l’anima vive ancor”. Se anche non sapete chi sia John Brown, almeno mezza volta nella vita avete sentito questa canzoncina, traduzione italiana di un canto nato negli Stati Uniti proprio a ridosso dell’avventurosa vita e morte di un personaggio a dir poco particolare, che si è battuto per una causa sacrosanta, utilizzando metodi piuttosto lontani da quelli che oggi riterremmo adatti. The Good Lord Bird è una miniserie in sette puntate di Showtime che racconta la sua epopea eroica e piuttosto folle.

In onda dal 4 ottobre negli USA e dal 7 ottobre in Italia su Sky Atlantic e NOW TV, The Good Lord Bird è una serie che si può definire agilmente con un solo aggettivo: tarantiniana (o a almeno vorrebbe esserlo), con una dichiarazione che arriva in modo evidente dai titoli di testa stile Django Unchained ancor prima che dal tono. La serie è basata sul libro omonimo di James MacBride e gira intorno a Ethan Hawke, che firma come creatore con Mark Richard e interpreta il reverendo Brown.

La storia, in breve: Brown è un predicatore dai tratti fanatici e fervente sostenitore dell’abolizione della schiavitù, che, nel 1856, dà il via a una serie di azioni violente nei territori del Kansas, uccidendo in modo brutale e scenografico uomini simbolo della tratta degli schiavi. Obiettivo: trasformare l’abolizionismo da posizione teorico-politica in insurrezione negli stati del Sud, contando sul sostegno degli stati del Nord e dei capitali dell’Est. In sostanza, Brown pensava che per cambiare le cose servisse agire, non solo parlare. La storia, di fatto, gli darà ragione e solo la guerra di secessione porrà fine allo schiavismo, una guerra civile che scoppierà pochi anni dopo. 

La storia di The Good Lord Bird è raccontata dal punto di vista di Henry (Joshua Caleb Johnson, bravissimo), uno schiavo che si ritrova orfano e per questo viene arruolato nella truppa di Brown: peccato che lo stesso Brown capisca male il suo nome e si convinca che sia una ragazza e lo faccia vestire come tale. Direte: vabbè, non era difficile fargli capire l’errore. Legittima osservazione, ma Henry vi risponderebbe che il signor Brown non era facile da convincere, una volta che si metteva in testa un’idea.

Già questo elemento fa capire il tono generale della serie, che ha degli evidenti punti comici (le preghiere infinite di Brown che iniziano con il sole e finiscono nelle tenebre), ma anche momenti molto drammatici, come  l’uccisione a colpi di spada di un contadino senza schiavi, ma in qualche modo legato a un boss schiavista. Il tutto seguendo gli ordini di un John Brown in perenne stato di esaltazione, interpretato molto bene da un Ethan Hawke per forza di cose sempre sopra le righe, ma mai stucchevole.

Visto con gli occhi di oggi, l’operato di Brown è quantomeno discutibile (ampio eufemismo) e il modo in cui viene raccontato permette di aprire un discorso a riguardo, senza rendere il tutto un pippone fine a se stesso. La storia di Brown sarebbe potuta essere raccontata come un classico dramma, con struggimenti interiori, grandi slanci e scene d’azione e senz’altro avrebbe avuto un suo senso. The Good Lord Bird non segue però questa strada, giocando la carta di un taglio che a tratti arriva quasi alla farsa, con risultati molto più godibili, se non apertamente divertenti. 

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