29 Gennaio 2021

Beforeigners – RaiPlay: e se i migranti venissero dal passato? di Marco Villa

Beforeigners racconta cosa succederebbe se – di colpo – nel nostro presente comparissero decine di migliaia di persone vissute in epoche passate.

Pilot

Hai presente quando hai una bella idea, ma rischi di buttare via tutto perché continui a costruire, costruire, costruire e finisci per perderti nel tuo stesso castello? Ecco, Beforeigners è la classica serie che correva questo rischio, ma per fortuna è riuscita a evitarlo in modo molto intelligente.

Beforeigners è una serie disponibile su RaiPlay e prodotta nel 2019 da HBO Europe, che, come i più scaltri avranno intuito, è la branca di HBO attiva in Europa. E il premio per la miglior spiegazione inutile della settimana l’abbiamo portato a casa. Beforeigners è la prima serie norvegese di HBO Europe ed è dedicata al fenomeno dei migranti del tempo. Ovvero: all’improvviso, nel mare davanti a Oslo compaiono dei bagliori, in corrispondenza dei quali affiorano delle persone che provengono da altre epoche.

L’ho detta in maniera molto dritta, perché così viene presentata anche nel primo episodio: dal nulla iniziano a comparire persone che parlano lingue estinte, vestite con abiti di quasi mille anni prima e del tutto impreparate al mondo che le circonda. Stacco: vent’anni dopo, i migranti del tempo sono un fenomeno globale e ne arrivano decine di migliaia ogni anno, in ogni nazione. Sono diventati, insomma, una grossa questione politica e sociale, come accade con ogni forma di migrazione. La convivenza è difficilissima, perché persone che non condividono nulla, nemmeno lo stesso orizzonte temporale, si ritrovano a dover condividere lo stesso spazio.

È questo lo spunto che dà vita alla trama principale di Beforeigners, che vede protagonista il detective Lars Haaland (Nicolai Cleve Broch), a cui viene affiancata come partner la migrante vichinga Alfhildr (Krista Kosonen), simbolo della possibile integrazione dei nuovi arrivati. C’è quindi una trama crime, legata al possibile sfruttamento dei migranti da parte della criminalità, ma si tratta del più classico degli espedienti per raccontare altro.

L’elemento più forte di Beforeigners è la rappresentazione di come questo arrivo in massa da altre epoche abbia cambiato la società contemporanea: durante gli spostamenti dei personaggi, assistiamo a una parata di figure con panni da vichinghi o raffinati abiti da dandy ottocenteschi, persone che vivono sugli alberi e altre che si aggirano sperdute, indossando la tuta data loro dai servizi sociali. La convivenza, insomma, è complicata: il vicino di casa di Lars, per dire, è un migrante che tiene la propria capra in ascensore e che, di fronte alle proteste dei condomini, la uccide e la cucina direttamente in casa propria, aprendo la porta tutto sporco di sangue. Oppure, sempre per restare su Lars, la moglie l’ha lasciato per mettersi con un ottecentesco, con ovvie conseguenze sull’educazione della figlia adolescente.

Questo il livello micro, mentre a un livello macro Beforeigners gioca la carta pesante di voler affrontare il tema delle migrazioni, portando all’estremo il concetto di integrazione ed esasperando le differenze tra “chi c’era già” e “chi arriva”. L’intuizione, come già accennato, è quella di aver puntato tutto sulla dimensione temporale: nessuno può gridare all’invasione, perché – a tutti gli effetti – i luoghi in cui vivono i contemporanei erano di proprietà dei migranti, cento o novecento anni prima. Con tanti saluti a slogan in stile: “Padroni a casa nostra”. È un paradosso molto intelligente, che viene reso bene nel pilot e anche nel titolo, gioco di parole tra “before” (prima) e “foreigners” (stranieri).

Così come è intelligente la scelta di puntare su una serie di genere crime, evitando di andare alla ricerca delle ragioni che hanno portato agli arrivi, sottolineando ulteriormente che il focus della faccenda è sulle conseguenze, più che sul fenomeno in sé. Certo, l’altro lato della medaglia è che castri volontariamente le possibilità di Beforeigners di diventare qualcosa di più di una serie di intrattenimento, perché tronchi alla base la costruzione di un’epica interna più strutturata e fantascientifica. Sofismi, può essere. Quel che è certo è che Beforeigners ha una personalità molto chiara e uno sviluppo coerente del concept.

Ah, un consiglio da amico: anche se è in norvegese, guardatela in versione originale con i sottotitoli, altrimenti il rischio è di spegnere dopo nemmeno 180 secondi.

Perché guardare Beforeigners: perché sviluppa in modo molto intelligente un ottimo spunto

Perché mollare Beforeigners: perché non indaga le proprie radici fantascientifiche



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